Il cammino “sinodale” verso il disastro
di Julio Loredo
Papa Francesco ha indetto un Sinodo dei vescovi alquanto innovativo. Non si terrà a Roma, sotto l’egida del Sommo Pontefice, come normalmente accade, bensì inizierà nelle diocesi salvo poi approdare a Roma per portarvi le proposte delle “chiese locali”. L’idea è di coinvolgere il maggior numero possibile di realtà ecclesiali, fino ai livelli più capillari. Una sorta di consultazione democratica diffusa.
L’idea è di creare una “Chiesa sinodale”, in stato permanente di “sinodalità”, cioè una Chiesa in stato permanente di consultazioni democratiche ad ogni livello, che poi risultino in proposte concrete per la sua trasformazione. Insomma, la perfetta realizzazione di quella “Ecclesia semper reformanda” agognata dai protestanti.
Il “cammino sinodale” suscita poderose questioni teologiche, poiché tocca la stessa costituzione organica della Chiesa, stabilita da Nostro Signore Gesù Cristo e confermata da duemila anni di Tradizione. Però, visto che siamo in un Pontificato prettamente “pastorale” e volto alla “prassi”, lasciamo stare le questioni teologiche e andiamo diritti al nocciolo: questo cammino funziona? A giudicare dai tentativi finora messi in campo la risposta è un NO rotondo.
L’idea della sinodalità è portata avanti soprattutto dai vescovi tedeschi. In Germania il “cammino sinodale” è già da tempo una realtà, de facto se non de jure. Esso ebbe sanzione ufficiale all’Assemblea dei vescovi celebrata a Lingen nel marzo 2019, della quale partecipano tutti i vescovi della Conferenza episcopale (Dbk) e altrettanti membri del Comitato centrale dei cattolici (Zdk).
Ebbene, quali sono stati i risultati?
La nota rivista Der Spiegel ha pubblicato recentemente un interessante studio sulla situazione del cattolicesimo in Germania: un vero disastro!1
Cominciamo con la impressionante emorragia di fedeli. Dal 1995, la Chiesa cattolica in Germania perde una media di duecentomila fedeli ogni anno, con un picco di 272.771 nel 2019. Le ordinazioni sacerdotali sono crollate da 185 nel 2000 a 67 nel 2020. Ciò perché anche il numero dei seminaristi è precipitato dai 1.304 del 2000 ai 411 del 2020. Il numero dei battesimi è diminuito da 232.920 nel 2000 a 159.043 nel 2020. I centri di assistenza nelle parrocchie si sono contratti da 13.214 a 9.936.
Anche la fiducia nella Chiesa è franata. Ben il 52% dei cattolici e il 92% degli ex-cattolici non si fidano della Chiesa. Il 78% dei cattolici e il 91 degli ex-cattolici pensano che la Chiesa abbia gestito male la crisi degli abusi sessuale. Sul celibato sacerdotale, l’84% dei cattolici e l’89 degli ex-cattolici pensano che debba essere abolito. E sul sacerdozio, ben il 77% dei cattolici e 76% degli ex-cattolici pensano che debba essere aperto alle donne.
La frequenza alla Santa Messa domenicale è di appena il 9,1%. I matrimoni scendono del 18% ogni anno, mentre i battesimi diminuiscono del 5,2%. Il numero dei sacerdoti si contrae del 15% ogni anno.
Lo studio dello Spiegel, che ricalca simili studi fatti da noti istituti di statistica, mostra una Chiesa moribonda. In Germania, il “cammino sinodale” ha portato al disastro. E adesso lo si vuole applicare al mondo intero. Serve un profeta per predire quale sarà il risultato?
Note
1. Felix Bohr, Annette Langer, Christian Parth, Alfred Weinzierl, Deutschlands Katholiken fallen vom Glauben ab, Der Spiegel, 21 maggio 2021.