Cosa hanno detto i Papi del socialismo
"Orribile", "distruttivo", "cattivo" e "perverso" sono solo alcuni degli aggettivi usati dai Papi per descrivere il socialismo. Da Pio IX a Benedetto XVI, i papi hanno condannato in modo completo e coerente il socialismo. Ecco una breve selezione di citazioni stimolanti sull'argomento.
LEONE XIII (1878-1903)
"Questo sovversivo rivolgimento è lo scopo deliberato"
Imperocché tolto via il timore di Dio e il rispetto delle divine leggi, messa sotto i piedi l'autorità dei Principi, licenziata e legittimata la libidine delle sommosse, sciolto alle passioni popolari ogni freno, mancato, dai castighi in fuori, ogni ritegno, non può non seguirne una rivoluzione e sovversione universale. E questo sovversivo rivolgimento è lo scopo deliberato e l'aperta professione delle numerose associazioni di Comunisti e Socialisti. (Enciclica Humanum Genus, 20 aprile 1884).
“Disonorano l’unione naturale dell’uomo e della donna”
[Socialisti, comunisti o nichilisti] Disonorano l’unione naturale dell’uomo e della donna, rispettata come sacra perfino dai barbari, e indeboliscono e anche lasciano in balìa della libidine il vincolo coniugale per il quale principalmente si mantiene unita la società domestica. (Enciclica Quod Apostolici Muneris, 28 dicembre 1878).
“Un cumulo troppo ampio di sventure”
La triste realtà grida, e grida alto, che fa d’uopo di coraggio e di unione, perché già ci sta di fronte un cumulo troppo ampio di sventure, e incombono paurose minacce di sconvolgimenti esiziali, massime per l’ingrossare dei socialisti. (Enciclica Graves de Communi Re, 18 gennaio 1901).
SAN PIO X (1903-1914)
Il sogno di rimodellare la società porterà il socialismo
Ma sono ancor più strane, nello stesso tempo spaventose e rattristante, l’audacia e la leggerezza di spirito di uomini che si dicono cattolici, che sognano di rifare la società in simili condizioni e di stabilire sulla terra, al di sopra della Chiesa cattolica, "il regno della giustizia e dell’amore"… Che cosa produrranno?... Una costruzione puramente verbale e chimerica, in cui si vedranno luccicare alla rinfusa e in una confusione seducente le parole di libertà, di giustizia, di fraternità e di amore, di uguaglianza e di umana esaltazione, il tutto basato su una dignità umana male intesa. Si tratterà di un’agitazione tumultuosa, sterile per il fine proposto e che avvantaggerà gli agitatori di masse meno utopisti. Sì, davvero si può dire che il Sillon scorta il socialismo, con l’occhio fisso su una chimera. (Lettera Apostolica Notre Charge Apostolique agli Arcivescovi e ai Vescovi francesi, 15 agosto1910, che condanna il movimento Le Sillon).
BENEDETTO XV (1914-1922)
Non dimenticare mai la condanna del socialismo
Non vogliamo stare qui a ripetere le ragioni che provano ad evidenza l’assurdità del Socialismo e di altri simili errori. Leone XIII, Nostro Predecessore, ne trattò con grande maestrìa in memorabili Encicliche; e Voi, Venerabili Fratelli, cercate, col vostro abituale interessamento, che quegli autorevoli insegnamenti non cadano mai in dimenticanza, e che anzi nelle associazioni cattoliche, nei congressi, nei discorsi sacri, nella stampa cattolica s’insista sempre nell’illustrarli saggiamente e nell’inculcarli secondo i bisogni. (Enciclica Ad Beatissimi Apostolorum, 1 novembre 1914).
PIO XI (1922-1939)
Il socialismo non può conciliarsi con gli insegnamenti della Chiesa cattolica
Proclamiamo che il socialismo, sia considerato come dottrina, sia considerato come fatto storico, sia come «azione», se resta veramente socialismo, anche dopo aver ceduto alla verità e alla giustizia su questi punti che abbiamo detto, non può conciliarsi con gli insegnamenti della Chiesa cattolica. Giacché il suo concetto della società è quanto può dirsi opposto alla verità cristiana. (Enciclica Quadragesimo Anno, 15 maggio 1931, n. 117).
[Il socialismo] si fonda su una dottrina della società umana, tutta sua propria e discordante dal vero cristianesimo. Socialismo religioso e socialismo cristiano sono dunque termini contraddittori: nessuno può essere buon cattolico ad un tempo e vero socialista. (Ibid. n. 120).
PIO XII (1939-1958)
La Chiesa combatterà il socialismo fino alla fine
“[La Chiesa ha intrapreso] la protezione dell'individuo e della famiglia contro una corrente che minacciava di realizzare una socializzazione totale che alla fine avrebbe fatto diventare lo spettro del 'Leviatano' una realtà sconvolgente. La Chiesa combatterà fino in fondo questa battaglia, perché si tratta di valori supremi: la dignità dell'uomo e la salvezza delle anime." ("Radiomessaggio al Katholikentag di Vienna", 14 settembre 1952 in Discorsi e Radiomessaggi, vol. XIV, p. 314)
Lo Stato onnipotente nuoce alla vera prosperità
Considerare lo stato come fine, al quale ogni cosa dovrebbe essere subordinata e indirizzata, non potrebbe che nuocere alla vera e durevole prosperità delle nazioni. (Enciclica Summi Pontificatus, 20 ottobre 1939).
GIOVANNI XXIII (1958-1963)
Non è da ammettersi in alcun modo che i cattolici aderiscano al socialismo moderato
Tra comunismo e cristianesimo, il Pontefice [Pio XI] ribadisce che l’opposizione è radicale, e precisa che non è da ammettersi in alcun modo che i cattolici aderiscano al socialismo moderato: sia perché è una concezione di vita chiusa nell’ambito del tempo, nella quale si ritiene obiettivo supremo della società il benessere, sia perché in esso si propugna una organizzazione sociale della convivenza al solo scopo della produzione, con grave pregiudizio della libertà umana, sia perché in esso manca ogni principio di vera autorità sociale. (Enciclica Mater et Magistra, 15 maggio 1961, n. 22).
PAOLO VI (1963-1978)
I cristiani tendono ad idealizzare il socialismo
Troppo spesso i cristiani attratti dal socialismo tendono a idealizzarlo in termini assai generici: volontà di giustizia, di solidarietà e di uguaglianza. Essi rifiutano di riconoscere le costrizioni dei movimenti storici socialisti, che rimangono condizionati dalle loro ideologie d'origine. (Lettera Apostolica Octogesima Adveniens, 14 maggio 1971, n. 31).
GIOVANNI PAOLO II (1978-2005)
Socialismo: pericolo di “una soluzione tanto semplice quanto radicale”
Qualcuno potrebbe meravigliarsi del fatto che il Papa cominciava dal «socialismo» la critica delle soluzioni che si davano della «questione operaia», quando esso non si presentava ancora — come poi accadde — sotto la forma di uno Stato forte e potente con tutte le risorse a disposizione. Tuttavia, egli valutò esattamente il pericolo che rappresentava per le masse l'attraente presentazione di una soluzione tanto semplice quanto radicale della questione operaia di allora. (Enciclica Centesimus Annus – Nel centenario della Rerum Novarum di papa Leone XIII, 1 maggio 1991, n. 12).
BENEDETTO XVI (2005 - 2013)
Non uno Stato che regoli e domini tutto è ciò che ci occorre
Lo Stato che vuole provvedere a tutto, che assorbe tutto in sé, diventa in definitiva un'istanza burocratica che non può assicurare l'essenziale di cui l'uomo sofferente — ogni uomo — ha bisogno: l'amorevole dedizione personale. Non uno Stato che regoli e domini tutto è ciò che ci occorre, ma invece uno Stato che generosamente riconosca e sostenga, nella linea del principio di sussidiarietà, le iniziative che sorgono dalle diverse forze sociali e uniscono spontaneità e vicinanza agli uomini bisognosi di aiuto. La Chiesa è una di queste forze vive: in essa pulsa la dinamica dell'amore suscitato dallo Spirito di Cristo. Questo amore non offre agli uomini solamente un aiuto materiale, ma anche ristoro e cura dell'anima, un aiuto spesso più necessario del sostegno materiale. L'affermazione secondo la quale le strutture giuste renderebbero superflue le opere di carità di fatto nasconde una concezione materialistica dell'uomo: il pregiudizio secondo cui l'uomo vivrebbe «di solo pane» (Mt 4, 4; cfr Dt 8, 3) — convinzione che umilia l'uomo e disconosce proprio ciò che è più specificamente umano. (Enciclica Deus Caritas Est, 25 dicembre 2005, n. 28).
Fonte: TFP Student Action, 8 aprile 2010.