1943-2023: Ottant’anni di uno dei primi gridi di allarme
di Julio Loredo
Nel trattare la crisi nella Chiesa si è soliti parlare di “crisi post-conciliare”, scoppiata cioè dopo il Concilio Vaticano II (1962-1965). Si discute, con toni a volte assai accesi, se questa crisi sia conseguenza dell’applicazione del Concilio, oppure frutto di una sua cattiva interpretazione. Comunque sia, trattando l’odierna crisi nella Chiesa, si suole fissare come spartiacque appunto il Concilio, tanto che non è infrequente porre una divisione fra Chiesa “pre-conciliare” e Chiesa “post-conciliare”, quasi fossero due Chiese diverse.
D’altra parte, nel trattare il sorgere dei settori detti “tradizionalisti”, si usa fissare come punto di nascita, o comunque di consolidazione, le reazioni contro il Novus Ordo Missae nei primi anni Settanta, specialmente sotto l’egida di mons. Marcel Lefebvre.
Ambedue le tesi non sono del tutto esatte.
Chi studia con attenzione la “crisi post-conciliare” non può non vedervi un risorgimento dell’eresia modernista dei primi anni del Novecento, attraverso vari passaggi di cui fanno parte la Nouvelle Théologie e il “movimento liturgico”. In altre parole, le radici della crisi attecchiscono almeno un secolo prima. In questa luce, il Concilio appare, semmai, come conseguenza e punto di rimbalzo della crisi, non certo come la sua origine.
D’altronde, anche le reazioni contro la crisi hanno una storia assai più lunga. La prima voce di allarme fu, infatti, il libro «In difesa dell’Azione Cattolica» di Plinio Corrêa de Oliveira, pubblicato nel giugno 1943, ottant’anni orsono.
Leader delle Congregazioni Mariane dal 1928, presidente dell’Azione Cattolica in Brasile dal 1940, Plinio Corrêa de Oliveira percepì che serpeggiava all’interno della Chiesa una “corrente”, cioè un processo, che andava radicalizzandosi: “Siamo alla presenza di un’idea in marcia, o meglio, di una corrente di uomini in marcia al seguito di un’idea, nella quale vanno radicandosi sempre di più, intossicati ogni volta di più dal suo spirito”. Figlia del Modernismo in campo teologico e liturgico, e del socialismo in campo sociale e politico, questa corrente si nutriva anche del clima di lassismo morale che si era diffuso nel mondo dopo la prima Guerra mondiale.
Nel libro, Plinio Corrêa de Oliveira analizza questa corrente sia nei suoi aspetti dottrinali sia in quelli concreti, cioè il modo in cui, fattivamente, la crisi era vissuta nelle fila del laicato cattolico. Era come una nuova “chiesa” infiltrata nella Chiesa Cattolica, soppiantandola e soffocandola. Egli ammonì che, nel caso in cui non si fosse fermata questa corrente, essa avrebbe finito per portare la Sposa di Cristo verso indirizzi diametralmente opposti alla sua vera natura: “Avevo capito che il male veniva disseminato da una folta schiera di proseliti con arte sopraffina e facondia. Bisognava assolutamente lanciare un grido di allarme che svegliasse il mondo cattolico!”.
Per il lettore odierno, questo libro può dare la sensazione di un déjà vu. Infatti, molti degli errori allora denunciati da Plinio Corrêa de Oliveira sono oggi ripresentati dal cosiddetto “Cammino sinodale”, a volte perfino con le stesse formulazioni. A tal punto che non si può sfuggire dall’impressione che si tratti di un libro davvero “profetico”.
Un libro che non solo ha avuto il merito di denunciare la crisi sul nascere, ma anche di convocare alla reazione. «In difesa dell’Azione Cattolica» non è solo un libro “da leggere”, ma anche “da fare”.
Il libro suscitò un’enorme polemica. Vescovi, sacerdoti e laici presero posizione a favore o contro il libro bomba. L’autore, però, godeva di autorevoli sostegni. La prefazione era stata scritta dal Nunzio Apostolico in Brasile, e poi cardinale, Benedetto Aloisi Masella. Nel corso della polemica, a fianco del prof. Plinio Corrêa de Oliveira si schierarono inoltre venti vescovi e vari superiori religiosi.
Finché all’autore giunse da Roma una lettera di approvazione, scritta, in nome di Pio XII, da mons. Giovanbattista Montini, allora sostituto alla Segreteria di Stato della Santa Sede: “Sua Santità si rallegra con te perché hai saputo illustrare e difendere con acume e chiarezza l’Azione Cattolica, della quale possiedi una completa conoscenza e che tieni in grande stima”.
Nonostante le apparenze contrarie, il libro centrò il suo obiettivo. “Questo libro – secondo mons. Geraldo de Proença Sigaud – fu un grido d’allarme e un cauterio. Come grido d’allarme, impedì che migliaia di fedeli si consegnassero, in buona fede, agli errori e agli abusi del liturgicismo che avanzavano come un torrente in piena. (...) ‘In difesa dell’Azione Cattolica’ fu un libro grazia”.
La storia ha in seguito confermato le profetiche ammonizioni di Plinio Corrêa de Oliveira. Basti ricordare che la cosiddetta Teologia della liberazione – oggi molto in voga sotto Papa Bergoglio – nasce proprio negli ambienti dell’Azione Cattolica latinoamericana, come sbocco diretto delle tendenze denunciate dal leader cattolico brasiliano.
Nell’ottantesimo anniversario della pubblicazione di quest’opera davvero profetica, offriremo ai nostri lettori, nelle prossime settimane, una serie di articoli in merito.
Attribuzione immagine: By Lothar Wolleh - Own work, CC BY-SA 3.0, Wikimedia.
© La riproduzione è autorizzata a condizione che venga citata la fonte.