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Perché l’autore del Progetto 1619* loda la miserabile uguaglianza di Cuba?

 

 

di Edwin Benson

 

Se c'è una questione capace di unire la sinistra, ciò è il sostegno al regime comunista di Cuba. La sinistra è in grado di vedere la miseria più spaventosa dell'isola e trasformarla magicamente in un paradiso per i lavoratori.

La magica trasformazione continua anche quando scoppiano disordini a Cuba. La sinistra ovunque raddoppia il suo sostegno mentre il regime reprime i manifestanti. Cuba è la vacca sacra della sinistra che va protetta a tutti i costi.

Un difensore di Cuba è l'attuale alta sacerdotessa della sinistra, Nikole Hannah-Jones, la "giornalista" che ha messo insieme il famigerato 1619 Project del New York Times, con il quale collabora come scrittrice e per il quale ha vinto un Premio Pulitzer.

Nel periodo in cui ha debuttato il 1619 Project, la signora Hannah-Jones ha rilasciato un'intervista al suo collega di sinistra Ezra Klein, che ospita un podcast chiamato Conversations. Secondo The National Pulse, che ha portato alla luce la registrazione avvenuta due anni fa, l'argomento è stata la politica di ‘desegregazione’ scolastica (ndt, per eliminare qualsiasi segregazione razziale).

 

Lodi a Cuba

Il signor Klein le ha chiesto di nominare i paesi meno segregazionisti. Prima ha riso a disagio negando qualsiasi conoscenza speciale delle relazioni razziali sulla scena internazionale, ma di seguito ha fatto una dichiarazione degna di nota.

“Cuba ha la più bassa disuguaglianza tra bianchi e neri nell'emisfero. Intendo nei Caraibi; la maggior parte dei Caraibi. È difficile da contare perché la popolazione bianca in molti di quei paesi è molto, molto piccola, ci sono paesi governati da neri. Ma in luoghi che sono veramente paesi, diciamo, almeno bi-razziali, Cuba ha effettivamente la minor disuguaglianza, e questo è in gran parte dovuto al socialismo, cosa che sono sicuro nessuno vorrà sentire”.

Mentre l'ultima battuta era in malafede, giacché i sinistrorsi sono sempre felici di sentire elogi a Cuba, il resto era del tutto accurato. La maggior parte dei cubani è economicamente uguale, indipendentemente dal tono della pelle.

 

“Uguaglianza” sociale ed economica

L'uguaglianza razziale è generalizzata in molte famiglie cubane. Per cinque secoli, i figli meticci sono stati un fatto comune nella maggior parte dei Caraibi. Queste miscele sono diventate così normali che non è raro vedere un'ampia varietà di tonalità di pelle nelle fotografie delle famiglie cubane. I cubani hanno vissuto a lungo in armonia razziale, in gran parte grazie alle antiche verità predicate dalla Santa Chiesa Cattolica che unificano l'umanità. Il suo messaggio di amore e di sollecitudine per tutti, ispirato dalla carità cristiana, è l'unico che porta pace. Le premesse marxiste del Partito Comunista Cubano possono portare solo odio e divisione.

Allo stesso tempo, la rivoluzione comunista di Fidel Castro ha imposto un regime di brutale uguaglianza economica. Fatta eccezione per la piccola cricca al governo, tutti a Cuba sono ugualmente poveri. Cibo, alloggio, vestiti, medicine e la maggior parte degli altri beni scarseggiano per la gran parte della popolazione. Anche i prodotti tipici dell’isola, zucchero e tabacco, sono difficili da acquistare per il cubano medio. Essi vengono invece venduti sul mercato internazionale o a turisti facoltosi che possono pagare con valute forti di cui Cuba ha un disperato bisogno.

In effetti, nessuna economia socialista ha mai prosperato, e questo dovrebbe essere evidente alla signora Hannah-Jones. Tuttavia, nonostante il clamore dei media per la sua dichiarazione a sostegno di Cuba, la celebre antirazzista deve ancora ritrattare il suo sostegno passato perché, nonostante la brutale violenza contro i manifestanti neri nell’isola, ancora non chiede un'azione per proteggerli.

Il deterioramento dell'economia cubana è clamoroso, talché anche un riluttante osservatore come la signora Hannah-Jones non dovrebbe confondere il vero stato delle cose. Molte fotografie mostrano edifici fatiscenti che rivelano una grandezza ormai sbiadita. Questi sono i resti di una terra un tempo prospera ora precipitata in tempi durissimi.

 

L'Hotel Astor

Prendiamo in considerazione l'Hotel Astor dell'Avana. Una cartolina d'epoca mostra un edificio di nove piani che domina il suo quartiere con una facciata decorata da finestre ad arco, evocando gli alberghi di prima classe di molte città americane degli anni Venti.

Dopo la Rivoluzione castrista, il governo lo confiscò "in nome del popolo" come ogni altro edificio di proprietà privata. Le sue oltre duecento camere di lusso furono convertite in appartamenti e assegnate a residenti all'Avana. L'Astor oggi non ha nulla di lussuoso. Una residente, Yanelis Flores, vive ora all'ottavo piano. Nel 2018, ha descritto le condizioni dell'edificio a USA Today. “È peggio di un porcile. Sta marcendo."

La signorina Flores non esagera. Nel 2017, una delle scale del terzo piano è crollata. "Ci fu una tremenda esplosione, bum!" ha ricordato Yuslemy Díaz, residente al secondo piano. “Le persone al terzo e al quarto piano erano bloccate perché non potevano scendere. Un manicomio». Tuttavia, il signor Díaz viveva ancora lì un anno dopo perché non riusciva a trovare un posto migliore in cui vivere. Da parte sua, ha dichiarato: “Nel momento in cui inizia a piovere e un piccolo sassolino ti cade vicino, pensi che l'edificio possa venire giù. Vivi nella paura. Un edificio non ti dice: "Cadrò domani alle 15". Cade, bum!, a qualsiasi ora, giorno o notte. Non ti avverte".

Un fattore del crollo della scala è stato il furto dalle pareti sottostanti delle sue preziose piastrelle di marmo, simbolo dell'antica opulenza dell'edificio.

 

Una testimonianza personale

Chi scrive non ha problemi a credere alla storia del signor Díaz. Quando i genitori di mia moglie arrivarono da Cuba nel 1961, dovettero lasciare dietro la nonna paterna. Infine, cuando "Abuela Caridad" arrivò a Miami solo nel 1992, l'anziana signora aveva delle piaghe alla gamba sinistra. Alcuni mesi prima era stata investita da un ciclista. Il decantato sistema medico di Cuba si rifiutò di curarla perché lei non poteva più contribuire utilmente alla società. Se poteva prendersi cura da sola della ferita, bene. Se soccombeva, ci sarebbe stata una bocca in meno da sfamare.

Dopo essere venuta a Miami, l’applicazione di una crema antibiotica presa al banco della farmacia ha guarito le ferite in un paio di settimane, anche se le sono rimaste delle cicatrici antiestetiche. Sì, a Cuba c'è l’uguaglianza economica. La miseria è distribuita gratuitamente. È tempo di liberare la nazione insulare dal comunismo una volta per tutte. Dovrebbe essere ovvio, anche per la signora Hannah-Jones.

 

*”Il 1619 Project è un'iniziativa in corso del New York Times Magazine inaugurata nell'agosto 2019, nel 400° anniversario dell'inizio della schiavitù americana, che mira a riformulare la storia del Paese ponendo le conseguenze della schiavitù e i contributi dei neri americani al centro della nostra narrativa nazionale” (Cfr. https://www.nytimes.com/interactive/2019/08/14/magazine/sugar-slave-trade-slavery.html).

 

Fonte: The American Society for the Defense of Tradition, Family and Propertyy, Luglio 2017.

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