Condividi questo articolo

Submit to FacebookSubmit to Google PlusSubmit to Twitter

Il Consiglio d’Europa s’immischia nell’educazione dei nostri figli

di Antoine Béllion

            “Vai nella tua stanza!”. Chi di noi non ha ricevuto quest’ordine nella propria infanzia? Conosciuta anche come cornering (andare all’angolo), è una delle punizioni più comuni nelle famiglie. Per lo psichiatra infantile Maurice Berger, ex direttore di un servizio dedicato alla cura dei bambini violenti, questa è addirittura “probabilmente la punizione più antica del mondo”.

            Ebbene, questa antica punizione potrebbe presto essere proscritta dal Consiglio d’Europa che, a suon di decreti, si è improvvisato anche custode della “genitorialità”. Il Consiglio intende “combattere la violenza nell’educazione”. Spronato da associazioni libertarie, come la francese Stop VEO (violences éducatives ordinaires), il Consiglio d’Europa ha preso di mira il famoso cornering.

            Eppure, finora, il “vai nella tua stanza!” era ritenuta la punizione perfetta, proprio perché non violenta. Per esempio, nel 2008 Maud de Boer-Buquicchio, allora vicesegretario generale del Consiglio d’Europa, aveva lanciato una campagna per prevenire gli abusi sui minori. Come parte della campagna, il Consiglio aveva pubblicato un opuscolo rivolto ai genitori, che diceva: “I bambini stanno meglio se i loro genitori sono cordiali e solidali, se trascorrono del tempo di qualità con loro, rispondendo a eventuali cattivi comportamenti con spiegazioni e, se necessario, con punizioni non violente come il cornering.

            Da allora i tempi sono cambiati e il Consiglio ha deciso di rivedere le proprie posizioni. Lo scorso 8 agosto, Regina Jensdottir, responsabile della sezione Diritti dei bambini, ha annunciato che il cornering è “obsoleto” e andrebbe “ripensato”. In una mail di risposta a un quesito di Le Figaro, datato 7 ottobre 2022, il Consiglio d’Europa conferma che “non promuove più il cornering, avendo ceduto alle sirene delle lobby della cosiddetta “educazione positiva”.

            Secondo Christine Schuhl, educatrice infantile col metodo Montessori: “Un bambino che si arrabbia e disobbedisce è un bambino che non sta bene. Quando mai si lascia solo qualcuno che non sta bene? È una sanzione psichica inaudita. E sto misurando le mie parole”.

            Lo psichiatra infantile Maurice Berger non è d’accordo: “Paragonare il ‘cornering’ ai maltrattamenti è ignoranza scientifica. Alcuni bambini prendono in giro i loro genitori e questo modo di trattenerli può ripristinare la necessaria asimmetria tra adulto e bambino. Lo possiamo chiamare un ‘altolà’, un atto che permette di fermare qualcuno quando le parole non bastano”.

            La pensa in modo identico Benjamin Sadoun, psichiatra infantile presso il Groupe Hospitalier Universitaire Paris psychiatrie & neurosciences: “Mi sembra una sanzione moderata. Successivamente, i genitori dovrebbero comunque analizzare i motivi che li hanno portati a rinchiudere il bambino in camera”.

            Per Caroline Goldman, un’altra specialista dei bambini: “Mandiamo il bambino nella sua stanza quando infrange le regole, a condizione però che gli siano state spiegate più volte. È bene che impari a trattenersi. Il bambino sano richiede limiti, C’è un consenso scientifico sul ‘cornering’ ed è l’unica risposta repressiva che consiglio”.

            Un saggio consiglio di cui il Consiglio d’Europa ovviamente non ha tenuto conto...

            (Originale: Antoine Béllion, “Le Conseil de l’Europe s’immisce dans l’éducation de nos enfants !”, Avenir de la Culture, 4 novembre 2022)