La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso che è ora di smettere di perseguitare il cristianesimo?
Due recenti decisioni indicano che la risposta potrebbe essere un cauto "sì".
di Edwin Benson
Il test Lemon
Il 28 giugno 1971, una Corte Suprema liberal emise all'unanimità la sua decisione nel caso Lemon contro Kurtzman. All'epoca, la Pennsylvania e il Rhode Island erano disposti ad aiutare le scuole religiose a pagare gli insegnanti. La Corte ritenne inaccettabile questa idea, cementando un'ingiustizia che risale a più di un secolo fa. Anche se i genitori dei bambini che frequentano le scuole private e parrocchiali pagano le tasse scolastiche, nessuna di queste tasse può aiutare gli studenti delle scuole parrocchiali.
La decisione impose una serie di regole volte a separare ulteriormente Chiesa e Stato. Fu chiamato "Lemon Test". Il test prevedeva tre requisiti. Il mancato rispetto di uno dei tre requisiti significava che una legge o un programma era incostituzionale e non poteva essere sostenuto. Qualsiasi azione governativa deve:
- Avere uno scopo laico (cioè, non religioso),
- non promuovere o reprimere alcuna religione e
- non coinvolgere il governo in una religione o in un'attività religiosa.
Per decenni il "Lemon Test" ha regnato sovrano. Anche se la Corte Suprema lo avrebbe modificato con il passare del tempo, le scuole d'istruzione nazionali lo hanno scolpito nella pietra quando lo hanno presentato ai novelli insegnanti e amministratori. La Corte sembrava dire che i bambini d'America avevano bisogno di una protezione speciale contro il cristianesimo; protezione questa innecessaria per qualsiasi altro aspetto della vita.
Nove anni dopo, nel 1980, la Corte applicava lo standard Lemon allo Stato del Kentucky in modo eccessivo, persino per i parametri della Corte Suprema.
Nel 1978, la legislatura del Kentucky impose l'affissione dei Dieci Comandamenti in ogni aula scolastica pubblica. Già prevedendo che le stesse forze che avevano rimosso la preghiera nelle scuole si sarebbero opposte, il parlamento statuale volle dimostrare che l'affissione dei comandamenti aveva uno scopo laico. Pertanto, l'affissione includeva la dichiarazione: "L'applicazione laica dei Dieci Comandamenti è chiaramente considerata nella sua adozione come codice legale fondamentale della civiltà occidentale e della Common Law degli Stati Uniti".
Con un voto 5-4, la Corte Suprema respinse questo statuto nel 1980, con un netto cambiamento dalla prassi abituale consistente nel decidere solo dopo richiedere memorie alle parti interessate o tenere discussioni orali. La giustificazione principale era il primo criterio del Lemon Test.
Davvero i dieci comandamenti minacciano i bambini?
La maggioranza di allora difese la sua decisione con un parere scritto.
"Lo scopo principale dell'affissione dei Dieci Comandamenti sui muri delle scuole è chiaramente di natura religiosa. I Dieci Comandamenti sono innegabilmente un testo sacro nelle fedi ebraica e cristiana, e nessuna interpretazione legislativa su un suo presunto scopo secolare può farci dimenticare questo fatto. L'affissione di testi religiosi sul muro non ha una funzione educativa. Se le copie affisse dei Dieci Comandamenti devono avere un qualche effetto, sarà quello di indurre gli scolari a leggere, meditare, forse venerare e obbedire ai Comandamenti. Per quanto questo possa essere auspicabile per la devozione privata, non è un obiettivo statale ammissibile ai sensi della Clausola dell’Establishment"1.
Fortunatamente, ora l'attuale Corte Suprema sta abbandonando il Lemon Test. Naturalmente, la Corte non lo dirà mai a parole. Tuttavia, la direzione è chiara. Questa affermazione è giustificata da due casi: Kennedy contro il distretto scolastico di Bremerton (2021) e Shurtleff contro Boston (2022).
L'allenatore di calcio che prega dopo le partite
Il caso Kennedy riguardava un allenatore di football di una scuola superiore che pregava brevemente dopo ogni partita. All'inizio non c'erano problemi. Tuttavia, dopo un po' di tempo, alcuni giocatori cominciarono a unirsi alla preghiera dell'allenatore Kennedy. Il distretto scolastico di quella scuola avvertì l'allenatore che doveva desistere. L'argomentazione derivava dal caso Lemon. Secondo gli amministratori, un dipendente della scuola che prega apertamente su un campo da football di proprietà pubblica "coinvolge" il sistema scolastico in un'attività religiosa. Quando l'allenatore Kennedy si rifiutò di smettere di pregare, fu licenziato.
L'allenatore sostenne di avere il diritto di praticare la propria religione. Non aveva obbligato, e nemmeno incoraggiato, i giocatori a unirsi a lui. Lo fecero di loro spontanea volontà, il che era anche un loro diritto.
Se la Corte Suprema avesse voluto rafforzare la decisione Lemon, avrebbe potuto farlo facilmente. Tutto quello che doveva fare era sostenere la tesi del distretto scolastico. Tuttavia, la Corte si è pronunciata a favore dell'allenatore Kennedy, e l’ha fatto senza mezzi termini.
"Le clausole di libero esercizio e di libertà di parola del Primo Emendamento proteggono un individuo che si impegna in un'osservanza religiosa personale dalla rappresaglia del governo; la Costituzione non impone né permette al governo di sopprimere tale espressione religiosa".
Il caso dell'asta della bandiera di Boston
La decisione Shurtleff è stata più complicata e meno pubblicizzata. Tuttavia, anch'essa indebolisce la decisione Lemon. Boston ha tre pennoni su una piazza di fronte al municipio. Il primo con la bandiera degli Stati Uniti e sotto una bandiera più piccola "POW-MIA" per commemorare i sacrifici dei guerrieri dispersi della nazione. La seconda con la bandiera del Commonwealth del Massachusetts. In genere, la terza è la bandiera della città di Boston.
La controversia è stata incentrata su questa terza pennone. Occasionalmente, la città permette ad alcune organizzazioni di tenere cerimonie nella piazza. In tali occasioni, la bandiera dell'organizzazione di turno sostituisce abitualmente quella della città durante la cerimonia. In effetti, tra il 2005 e il 2017, circa cinquanta gruppi diversi hanno sventolato le loro bandiere in 284 occasioni.
Nel 2017, un'organizzazione chiamata Camp Constitution ha voluto organizzare una cerimonia di questo tipo. Tra le altre cose, Camp Constitution enfatizza i diritti religiosi. Pertanto, desiderava sventolare una bandiera religiosa dal terzo pennone durante la loro cerimonia. Partendo dal presupposto che sventolare tale bandiera dal pennone del municipio promuovesse la religione, la città negò il permesso.
Ancora una volta, se la Corte Suprema avesse voluto sostenere la decisione Lemon, tutto ciò che avrebbe dovuto fare sarebbe stato dare ragione alla città. Non l'ha fatto. La Corte ha ritenuto che l'uso del pennone per altri scopi non governativi significasse che "il rifiuto di Boston di permettere ai firmatari di sventolare la loro bandiera ha violato la clausola di libertà di parola del Primo Emendamento".
Incoraggiare l'azione cristiana
Oltre alla decisione della Corte di ribaltare la disastrosa sentenza Roe v. Wade (sull’aborto), questi sviluppi sono molto incoraggianti. Per decenni, la Corte è sembrata far valere l'idea di Thomas Jefferson di un mitico muro di separazione tra Chiesa e Stato. In realtà, attraverso la politica e le tasse, lo Stato ha prevalso sulla religione. La maggioranza degli attuali giudici della Corte sembra almeno disposta a considerare la religione e i religiosi come una parte legittima della società americana detentrice di propri diritti. In entrambi i casi, vediamo che, quando i cristiani danno battaglia, possono aspettarsi l'assistenza divina persino contro i calcoli di probabilità.
Note
1. Nel diritto degli Stati Uniti, la “Establishment Clause” del Primo Emendamento della Costituzione, insieme alla “Free Exercise Clause” dello stesso Emendamento, costituiscono il diritto costituzionale alla libertà di religione. Il testo costituzionale in questione è: “Il Congresso non farà alcuna legge che riguardi l'istituzione di una religione” (Fonte: wikipedia).
Fonte: Return to Order, 27 Aprile 2023. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.
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