Sei caratteristiche della gestione ambientale in una società organica

di James Bascom
La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutasi a Parigi nel dicembre 2015 è stato il più pubblicizzato evento internazionale sull'ambiente dai tempi del Summit sulla Terra del 1992 a Rio. Il suo obiettivo era quello di raggiungere niente meno che un trattato giuridicamente vincolante e un quadro internazionale - sotto l'egida delle Nazioni Unite – per costringere le nazioni del mondo a ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica, evitando così una presunta catastrofe da riscaldamento globale antropico.
Non si è badato a spese per promuovere questa conferenza. Governi, chiese, università, grandi aziende e soprattutto i media (per non parlare delle stesse Nazioni Unite) hanno speso un'enorme quantità di tempo, denaro e capitale politico per suscitare il sostegno dell’opinione pubblica. Persio un "Vertice Verde" in Vaticano di Papa Francesco il 28 aprile 2015 con il Segretario generale dell'ONU Ban Ki Moon e l’enciclica "verde" Laudato Si'. Il Presidente Obama lo disse chiaramente in una dichiarazione di giugno: "Mentre ci prepariamo ai negoziati globali sul clima che si terranno a Parigi a dicembre, spero che tutti i leader mondiali - e tutti i figli di Dio - riflettano sull'invito di Papa Francesco a riunirsi per prendersi cura della nostra casa comune".
Il movimento ambientalista aveva bisogno di tutto l'aiuto possibile. Dopo oltre vent'anni di vertici con scarsi risultati, gli organizzatori del summit erano alla disperata ricerca di un accordo dirompente. Fatih Birol, direttore dell'Agenzia internazionale dell'energia, ha definito Parigi 2015 "la nostra ultima speranza". Il Presidente francese François Hollande ha affermato che "abbiamo il dovere di riuscire" ad approvare un accordo significativo1.
La maggior parte di questo fallimento può essere attribuita a un'opinione pubblica sempre più scettica sia nei confronti del riscaldamento globale di origine antropica che nei confronti dell'affermazione che il governo potrebbe o dovrebbe fare qualcosa al riguardo. Uno studio di Yale ha rilevato che mentre il 63% degli americani crede che il riscaldamento globale sia in atto, meno della metà crede che sia causato principalmente dall’uomo2 e solo il 36% crede che il riscaldamento globale rappresenterà una seria minaccia per il loro stile di vita durante la loro vita3. Quando si chiede di classificare l'importanza del riscaldamento globale rispetto ad altre minacce come l'ISIS, l'Iran o la Russia, gli americani lo collocano in fondo alla lista4.
Gli americani sono giustamente scettici nei confronti del movimento ambientalista globale che mostra sovente molte caratteristiche non già di un serio movimento scientifico, ma di un'ideologia politica o addirittura di una setta quasi religiosa. La stragrande maggioranza dei suoi leader e dei suoi seguaci sposa una ideologia neppure molto nascosta di stampo socialista che mira a smantellare l’attuale sistema economico. I meteorologi non riescono a prevedere con precisione il tempo con due settimane di anticipo, eppure, in qualche modo, ci viene chiesto di sacrificare il nostro intero stile di vita grazie alle previsioni di un tenue modello informatico sul clima con previsioni da qui a due decenni.
Ci viene detto che si tratta di scienza "assodata". Dobbiamo accettare il riscaldamento globale di origine antropico come un articolo di fede. Il dibattito non è solo sbagliato, ma è anche pericoloso. Gli oppositori del movimento, a prescindere dal rigore scientifico delle loro argomentazioni, vengono etichettati come "negazionisti" (per ricordare l’espressione "negazionista dell'Olocausto"). Il New York Times ha pubblicato una vignetta che raffigura l'accoltellamento degli scettici del riscaldamento globale5; Robert Kennedy Jr. ha dichiarato che gli scettici dovrebbero essere processati presso la Corte Penale Internazionale dell’Aia6 e Sheldon Whitehouse, senatore democratico del Rhode Island, ha sostenuto l'uso delle leggi RICO contro il crimine organizzato per perseguire gli scettici7. Migliaia di scienziati hanno subito persecuzioni, la perdita di finanziamenti o addirittura la perdita del posto di lavoro per aver osato esporre le falle nella teoria del riscaldamento globale causato dall'uomo.
Molti cristiani che aborriscono il movimento ambientalista hanno anche una sincera preoccupazione per l'adempimento dell'obbligo dell'uomo, datogli da Dio nel Libro della Genesi, di essere corretti amministratori della Terra. È possibile allora prendersi cura del pianeta Terra senza essere contaminati dai principi socialisti del movimento ambientalista? Che aspetto potrebbe avere una tale gestione della Terra in una società cristiana organica?
1. Dichiarare Dio, non la Terra, come l'Essere Supremo
La maggior parte dei membri del movimento ambientalista abbraccia esplicitamente o implicitamente una visione del mondo panteistica. Per loro la Terra e tutti gli esseri viventi contengono una "scintilla" della divinità e quindi non hanno uno scopo finale al di fuori di loro stessi. Ciò porta naturalmente a un radicale egualitarismo tra uomo, animali, piante e materia inanimata. Se tutte le cose sono ugualmente divine, nessun essere ha maggiore dignità, importanza o diritti di un altro. Nel suo libro del 1992 Earth in the Balance, l’ex vicepresidente americano Al Gore elogia queste concezioni panteistiche precristiane della Terra8. Si consideri poi questa affermazione di Mikhail Gorbaciov, fondatore della Green Cross International:
"Credo nel cosmo. Tutti noi siamo legati al cosmo. Guardate il sole. Se non c'è il sole, non possiamo esistere. Quindi la natura è il mio dio. Per me la natura è sacra. Gli alberi sono i miei templi e le foreste sono le mie cattedrali"9.
Una vera gestione cristiana della Terra deve riconoscere Dio, distinto dalla sua creazione, come l'Essere Supremo. Egli regna sovrano sull'universo e le sue creature raggiungono il loro fine ultimo in Lui, non in loro stesse. Ogni animale, pianta, minerale ed essere umano solo riflette una qualità unica e bella di un Dio infinito. Ed è attraverso questa bellezza e questo ordine che l'umanità può meglio conoscere, amare e servire Dio.
2. Riconoscere l'uomo come re, e non come predatore, della creazione
La naturale conseguenza di questa visione panteistica e neopagana del mondo è un forte disprezzo per il genere umano. Gli ambientalisti radicali vedono l'uomo come un predatore suicida della Terra, un essere la cui civiltà e tecnologia non fa altro che danneggiare sé stesso, la Terra e tutte le creature che in essa vivono. Questa visione è ben espressa dal Club di Roma, un think tank europeo pro-ambientalista:
"Nel cercare un nemico comune contro cui unirci, ci è venuta l'idea che l'inquinamento, la minaccia del riscaldamento globale, la scarsità d'acqua, la carestia e simili, facessero al caso nostro. Nella loro totalità e nelle loro interazioni, questi fenomeni costituiscono effettivamente una minaccia comune che deve essere affrontata da tutti insieme. Ma nel designare questi pericoli come nemici, cadiamo nella trappola, da cui abbiamo già messo in guardia i lettori, di scambiare i sintomi per le cause. Tutti questi pericoli sono causati dall'intervento umano nei processi naturali e possono essere superati solo cambiando atteggiamento e comportamento. Il vero nemico è quindi l'umanità stessa”10 [grassetti nostri].
Una gestione cristiana della Terra dovrebbe riconoscere che Dio ha creato l'universo fisico in modo gerarchico. Dio ha dato all'uomo l'ordine di "«essere fecondi e moltiplicarsi, di riempire la terra; di soggiogarla e dominare
sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente,
che striscia sulla terra» (Gen 1:28). L'uomo non è uguale agli animali e alle piante. Al contrario, ha uno status davvero privilegiato nella creazione fisica. Gli animali e le piante servono ai bisogni dell’uomo e non il contrario.
3. Riconoscere l'uomo come partner di Dio nella costruzione della civiltà cristiana
Il movimento ambientalista fa del suo meglio per inibire l'uso delle risorse naturali da parte dell'uomo, sia che si tratti di opporsi alla costruzione di una diga in California, che di chiudere una miniera di carbone in West Virginia, o di combattere lo sviluppo agricolo in Brasile oppure di protestare contro la morte del leone Cecil. La gestione organica e cristiana della Terra riconosce invece che le risorse sono state messe da Dio ad uso dell'uomo. Egli ha tutto il diritto di usarle per le sue necessità.
In una società cristiana organica, le risorse della Terra non si limitano a soddisfare i bisogni corporei dei singoli uomini. Sono piuttosto materie prime che l'uomo, se corrisponde alla grazia di Dio, può e deve utilizzare per costruire una formidabile civiltà cristiana. Le grandi opere prodotte dall'Europa cristiana nel Medioevo - le imponenti cattedrali gotiche, i possenti castelli, le vetrate e le sculture, solo per citarne alcune - sono state costruite utilizzando le risorse della Terra per dare gloria a Dio in ogni cosa.
Dante Alighieri chiamava le opere dell'uomo "quasi nipoti” di Dio. Quando l'uomo utilizza la pietra grezza, la sabbia, il legno e il metallo della Terra per costruire queste opere, esse danno a Dio una gloria molto più grande rispetto al rimanere inutilizzate per motivi di "sostenibilità" ambientale. Chi potrebbe sostenere che sarebbe stato meglio lasciare nel terreno la sabbia, la pietra e il metallo utilizzati per realizzare le vetrate mozzafiato della Sainte-Chapelle di Parigi, o piuttosto lasciare intatti a morire e marcire nella foresta gli alberi abbattuti per costruire la flotta di Cristoforo Colombo?
Una grande differenza tra la nostra società industrializzata e una società cristiana organica è l'assenza di ciò che John Horvat, nel suo libro Return to Order, chiama di "sublime". Egli definisce sublimi "quelle cose che sono di tale eccellenza da provocare una grande emozione, facendo sì che gli uomini siano sopraffatti dalla loro magnificenza o grandezza. Il sublime può trovarsi in panorami straordinari, opere d'arte, idee, atti virtuosi o imprese eroiche di grandi uomini". Quando gli uomini cooperano con la grazia di Dio e utilizzano le risorse della Terra per produrre opere sublimi, non solo danno gloria a Dio, ma danno anche un significato maggiore alla loro vita e soddisfano alcuni dei desideri più profondi dell'anima.
4. Considerare una umanità intelligente come la chiave, e non l'ostacolo, per la gestione dell'ambiente.
Gli ambientalisti vedono generalmente le risorse come finite, la scarsità di risorse come un problema insormontabile e l'inquinamento come una conseguenza inevitabile dello sviluppo. L'unico modo per sfuggire a questi problemi sarebbe, per loro, quello di non risolverli, di evitarli, limitando lo sviluppo, riducendo la popolazione umana e i consumi individuali.
Così facendo, dimostrano di ignorare il ruolo dell'intelligenza dell'uomo nella soluzione di questi problemi ambientali. Thomas Malthus, il padre fondatore del controllo della popolazione, scrisse nella sua opera del 1798 An Essay on the Principle of Population (Saggio sul principio della popolazione) che la popolazione doveva essere tenuta sotto controllo, poiché la sua crescita avrebbe inevitabilmente superato la produzione di cibo. Paul Ehrlich, nel suo libro del 1968 The Population Bomb, aveva previsto che l'esplosione demografica avrebbe portato alla fame di massa entro il 1980. Entrambi questi pensatori sono stati smentiti in modo spettacolare dal massiccio aumento della produzione agricola reso possibile dall'ingegno umano.
Molti non sanno che l'aria, i fiumi e il suolo americani sono i più puliti da oltre cento anni a questa parte e che lo diventano ogni anno di più. Questo è stato in gran parte il risultato di soluzioni ingegneristiche che hanno sostituito i processi industriali sporchi con quelli puliti e di normative governative che, fino a poco tempo fa, rispettavano la crescita economica e al contempo la pulizia dell'ambiente.
5. Rispettare i diritti di proprietà privata
La gestione cristiana deve rispettare la Legge Naturale, la legge che Dio ha scritto nel cuore di tutti gli uomini. La prima di queste leggi, almeno per quanto riguarda l'uso del territorio e l'ambiente, è il diritto di proprietà privata.
Il movimento ambientalista, che affonda le sue radici ideologiche nel socialismo, in genere lavora per indebolire o distruggere il diritto degli individui a possedere una proprietà privata o a disporne come meglio credono. Lo dimostrano le norme draconiane sui diritti degli animali che impediscono agli agricoltori californiani di coltivare le loro proprietà dopo verifica dell’esistenza di qualche semi-sparuto topo di campagna, o le norme sull'acqua che impediscono agli allevatori del Colorado di far pascolare il bestiame vicino ai fiumi dei loro ranch, o ancora il ritardo o la cancellazione di progetti infrastrutturali come l'oleodotto Keystone XL. I proprietari di fabbriche devono spendere grandi somme di denaro per soddisfare le normative ambientali e ai proprietari di case in molte aree è vietato abbattere alberi, costruire strutture o modificare in modo sostanziale il proprio terreno in nome della "protezione ambientale".
Solo in una società che protegge i diritti di proprietà l'ambiente è veramente protetto. I Paesi con regimi socialisti o comunisti in cui la proprietà privata era vietata o fortemente limitata, come l'ex Unione Sovietica, la Cina e Cuba, sono modelli di degrado ambientale. È semplice buon senso che, se l'uomo non ha un interesse in una proprietà attraverso il possesso personale, questa verrà bistrattata e trascurata. In una società cristiana organica, lo Stato lavorerebbe in tandem con i proprietari terrieri per risolvere i problemi ambientali senza intralciare i diritti di proprietà.
6. Rifuggire dalle "soluzioni" socialiste, sovranazionali, pianificate centralmente e globali.
I problemi dell'inquinamento dell'aria e dell'acqua, dell'uso del suolo e della scarsità di risorse sono quasi sempre problemi regionali o locali che possono essere affrontati adeguatamente solo dai governi locali e dai cittadini. Il tentativo di imporre "soluzioni" uniche per intere nazioni, per non parlare del mondo intero, non è in grado di affrontare ogni singolo problema locale e ogni singola esigenza. Le "soluzioni" nazionali o internazionali tendono a trasferire il controllo delle risorse dalla popolazione locale a burocrati senza volto in una capitale lontana, che probabilmente non hanno mai messo piede sul terreno che vogliono regolamentare.
Inoltre, la presunta crisi che questi accordi internazionali dovrebbero risolvere, cioè, il cambiamento climatico causato dall'uomo, è di per sé una teoria scientifica dubbia. E dietro la cortina verde si intravede un'ideologia politica non tanto nascosta. La scrittrice e attivista ambientale canadese Naomi Klein spiega nel suo libro del 2014 This Changes Everything: Capitalism vs. the Climate:
"Mentre rifacciamo le nostre economie per rimanere all'interno del nostro budget globale di emissioni di carbonio, dovremo considerare meno consumi... meno commercio... e meno investimenti privati....Tutto questo comporta implicitamente una maggiore ridistribuzione, in modo che più persone possano vivere comodamente all'interno della capacità del pianeta... Ed è proprio per questo che, quando i negazionisti del cambiamento climatico sostengono che il riscaldamento globale è un complotto per ridistribuire la ricchezza, non lo dicono (solo) perché sono paranoici. È anche perché stanno prestando attenzione"11.
I cattolici coscienziosi devono fare di tutto per opporsi alle false soluzioni degli Accordi di Parigi sul clima. Inoltre, la falsa dicotomia implicita nel grande dibattito ambientale - socialismo verde contro indifferenza ambientale - deve essere respinta. Solo in una società cristiana veramente organica, come quella descritta in Return to Order, la creazione materiale viene protetta, utilizzata e indirizzata verso il suo giusto fine.
Note
[1] http://www.nytimes.com/2015/11/29/opinion/sunday/what-the-paris-climate-meeting-must-do.html
[2] https://environment.yale.edu/poe/v2014/
[3] http://www.gallup.com/poll/167879/not-global-warming-serious-threat.aspx?g_source=CATEGORY_CLIMATE_CHANGE&g_medium=topic&g_campaign=tiles
[4] http://www.pewresearch.org/fact-tank/2014/09/23/most-americans-believe-in-climate-change-but-give-it-low-priority/
[5] http://wattsupwiththat.com/2014/02/23/nyt-suggests-deniers-should-be-stabbed-through-the-heart-like-vampires/
[6] http://www.climatedepot.com/2014/09/21/robert-f-kennedy-jr-wants-to-jail-his-political-opponents-accuses-koch-brothers-of-treason-they-ought-to-be-serving-time-for-it/
[7] http://www.weeklystandard.com/article/sen-whitehouse-d-ri-suggests-using-rico-laws-global-warming-skeptics/963007
[8] Henry James, The Ambassadors (Rockville: Serenity, 2009), 34-40.
[9] “Nature Is My God” – interview with Fred Matser in Resurgence No. 184 (September-October 1997)
[10] Alexander King & Bertrand Schneider, The First Global Revolution: A Report by the Council of the Club of Rome (Hyderabad, India: Orient Longman, 1993), p. 115.
[11] Naomi Klein, This Changes Everything: Capitalism vs. The Climate (New York: Simon & Schuster, 2014), p. 92-93.
Fonte: Return to Order, Dicembre 2015. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.
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