Conservatori

  • Come mai tutte le ‘persone sbagliate’ stanno sostenendo l'Ucraina?

     

     

    di John Horvat

    In un paese polarizzato, quando una parte sostiene con entusiasmo una questione, la regola generale è che l'altra prenda la posizione opposta. Tuttavia, quando due nemici si ritrovano improvvisamente dallo stesso lato sorge naturalmente la domanda: c'è qualcosa che non va?

    È proprio il caso dell'Ucraina. I conservatori che sostengono con tutto il cuore il paese invaso si ritrovano improvvisamente con strani compagni di stanza. I “liberals”, comportandosi al contrario dei loro modi tipici, si schierano in questa crisi dalla parte corretta, quella della nazione ucraina ingiustamente attaccata.

    Infatti, le stesse grandi aziende "woke" che illuminano gli edifici con i colori arcobaleno e deprecano il "nazionalismo" americano, ora dispiegano i colori nazionali dell'Ucraina. Gli attivisti pacifisti delGreen New Deal chiedono l'invio in massa di munizioni ad alto contenuto di carbonio in Ucraina. I fanatici dei vaccini accolgono milioni di rifugiati non vaccinati in Europa (e 100.000 solo negli Stati Uniti). Persino i fanatici della Teoria Critica della Razza(Critical Race Theory),che definivano tutto in base alla razza, ora si ritrovano difensori di europei biondi dagli occhi azzurri, una volta disprezzati come "bianchi privilegiati". Famosi esponenti liberal come il miliardario George Soros, l’attore Sean Penn e la cantante Lady Gaga assieme alla congressista Nancy Pelosi, sono tutti schierati a favore dell'Ucraina.

    Così, i liberali, che automaticamente sono in disaccordo su tutto con i conservatori, si uniscono a quest’ultimi per questa causa giusta. Non c'è da stupirsi che molti conservatori si chiedano: "Come mai tutte le 'persone sbagliate' sostengono l'Ucraina?".

    Un'unità illusoria

    Naturalmente, le persone dovrebbero simpatizzare con l'Ucraina e aiutarla in ogni misura possibile, dato che è una nazione che subisce un attacco ingiusto. Infatti, gli americani, compresa la maggior parte dei liberal, vedono che si tratta di un paese brutalmente invaso. La crudeltà viene trasmessa in ogni casa tramite Internet. Il lato umanitario della tragedia fa appello al generoso desiderio dell'America di alleviare le sofferenze. Difficile trovare "persone sbagliate" che non condividano questa compassione.

    Tuttavia, molti liberali sono entusiasti sostenitori dell'Ucraina non solo per l'attacco ma anche per l'inquadramento ideologico del dibattito. Usano purtroppo la crisi ucraina per sostenere la loro narrazione e costruire una contro-narrazione pseudo-conservatrice. Cioè, le "persone sbagliate" sostengono la causa giusta per la ragione sbagliata. E così il conflitto ucraino diventa un altro modo di combattere tutto ciò che è conservatore.

    Democrazia liberale contro regime autocratico

    Eppure, questa falsa alternativa, grossolanamente semplificata, viene in aiuto alla narrativa liberale. Da un lato, l'Ucraina è rappresentata come portabandiera dei valori liberali (anche se l'Ucraina, come tutte le nazioni slave, conserva molti costumi conservatori e religiosi, forse anche più della Russia). I media liberali evidenziano un fatto indiscutibile: il presidente liberale ucraino Zelensky ha delle opinioni riguardo all'aborto procurato e al peccato omosessuale che giustamente ripugnano i conservatori. Tuttavia, come succede con il presidente Biden in America, le sue opinioni personali non riflettono quelle degli ucraini nel loro insieme.

    Rappresentare l'Ucraina come una causa liberale serve a rafforzare i fatiscenti bastioni del liberalismo ovunque. Diventa un punto di raccolta in cui i coraggiosi liberali possono versare vaste risorse e imporre massicce sanzioni, mentre cercano di evitare una guerra a tutti i costi. Resta da vedere se lo zelo liberale continuerà quando la situazione si aggraverà.

    Una narrativa pseudo-conservatrice

    Il conflitto fornisce anche l'opportunità di associare i valori conservatori al rigido e autocratico governo di Putin (sebbene l'associazione sia gratuita). I valori tradizionali rimanenti in Russia vengono ovunque e per tutti trasformati in un altoparlante di questi costumi. Così, gli autentici conservatori si trovano classificati insieme a Putin, che non li rappresenta affatto. Alla ricerca di una maggiore credibilità, i media fanno ogni sforzo per mettere in rilievo ed esaltare la manciata di figure conservatrici che mostrano simpatia per Vladimir Putin, benché egli abbia posizioni dichiaratamente pro-aborto e pro-socialiste.

    Tale associazione con la Russia di Putin si adatta bene alle accuse secondo cui i conservatori americani stanno mettendo in pericolo la democrazia con la loro opposizione all'agenda liberal. Associando la causa conservatrice alla tirannia, i liberali non vogliono altro che costringerli a difendere posizioni che in fondo non hanno. Questo riflettore potrebbe essere facilmente spostato su tutti i conservatori, ovunque essi siano.

    Per i liberal, si tratta di una situazione di “win-win”, “io vinco comunque”. Sostenendo la giusta causa degli ucraini, sono dalla parte vincente dell'opinione pubblica e dalla parte giusta della loro narrativa. D'altro lato, etichettando tutti i conservatori come fan del totalitarismo di Putin, i liberaldividono la destra in fazioni dove nessun conservatore è a suo agio, mettendo tutti sulla difensiva.

    Rifiutare la falsa alternativa

    La soluzione corretta è rifiutare con sdegno questo falso dilemma così impostato dalla sinistra. Né gli ucraini né gli americani dovrebbero essere costretti a difendere la democrazia liberale o l'autocrazia. Questa è una falsa scelta che non corrisponde alla realtà di una nazione e di una Chiesa sotto assedio. La sinistra spesso presenta al pubblico false alternative per evitare le vere questioni, di solito quelle morali. I liberali evitano le questioni morali perché sanno di non poter argomentare su di esse.

    Perciò, l'attuale guerra deve essere considerata indipendentemente dalla narrazione della sinistra. L'Ucraina è una nazione ingiustamente invasa da un'altra. Punto. E poi, 1) se il dispotico Putin dovesse prevalere, sconvolgerà l'intero ordine del secondo dopoguerra; 2) difendere l'Ucraina non significa avallare l'agenda liberalné condannare una prospettiva falsamente etichettata come conservatrice pro-Putin.

    L'Ucraina non deve diventare uno strumento manipolabile dalla sinistra o dalla destra. L'Ucraina non è una pedina da giocare nelle fantasie immaginarie dei teorici della cospirazione o nelle inquadrature machiavelliche dei commentatori dei media liberal. Il povero e sofferente popolo dell'Ucraina merita di essere giudicato nel merito del suo diritto naturale all'autodifesa e del suo legittimo desiderio di rimanere una nazione libera con una Chiesa cattolica libera.

     

    Fonte: Return to Order, aprile 2022. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.

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  • Di fronte alla confusione che regna nella Chiesa

     

     

    di Roberto de Mattei

    All’indomani delle esequie di Benedetto XVI, l’orizzonte che si profila in Vaticano ha i contorni indefiniti del caos. Il primo elemento di confusione, relativo al nome da attribuire al defunto ex-pontefice, è stato messo in luce proprio dal suo funerale. Quello di Benedetto XVI è evidentemente un nome di cortesia, perché dal 28 febbraio 2013, c’è un solo Papa in Vaticano, ed è Francesco, come lo stesso mons. Gänswein, segretario di Benedetto, ha più volte sottolineato in questi giorni. Più corretto, secondo i canonisti, sarebbe stato chiamarlo cardinale Josef Ratzinger, o forse monsignor Ratzinger, perché solo il titolo di vescovo imprime un carattere indelebile.      

    I funerali, certamente, non sono stati quelli di un Pontefice regnante. Lo dimostra non solo l’invito della Santa Sede limitato a due sole delegazioni ufficiali (Italia e Germania), ma anche piccoli dettagli, come la nota verbale diffusa il 31 gennaio agli ambasciatori, in cui si chiedeva loro di intervenire in «tenue de ville couleur sombre» (abito scuro) e non in abito da cerimonia. Questo «omaggio soft» ha spinto la vaticanista Franca Giansoldati a scrivere su Il Messaggero del 6 gennaio: «Il funerale più strambo della storia della Chiesa contemporanea avrebbe dovuto avere un protocollo davvero solenne ed essere accompagnato dal lutto vaticano, ma visto che Ratzinger non era più regnante non c’erano nemmeno le bandiere bianche e gialle a mezz’asta. Così come non c’era il picchetto di Guardie Svizzere accanto alla bara, e i gentiluomini che la portavano in spalla non avevano il frac. Solo il Decano di Sala indossava l’uniforme di gala». 

    D’altra parte, a questo funerale ridotto all’essenziale, ha fatto da contrappunto l’omaggio reso all’ex-Pontefice da oltre 200.000 fedeli che hanno voluto rendergli l’ultimo saluto nei tre giorni di esposizione della salma. Una manifestazione di folla che conferma la stima e l’affetto di cui ha sempre goduto Benedetto, ma che ha spinto i mass media a sottolineare l’esistenza di due “partiti” che si fronteggiano in Vaticano: “bergogliani” e “ratzingeriani”. Il funerale, come titola in prima pagina il quotidiano Libero del 5 gennaio, sarebbe stato una Resa dei conti tra Papi. Nico Spuntoni ha scritto da parte sua su Il Giornale dell’8 gennaio: «Come una tempesta perfetta, nei giorni dell’esposizione della salma e delle esequie di Benedetto XVI sono circolate le anticipazioni di un libro (Nient’altro che la verità, edizioni Piemme) e di un’intervista del suo fedele segretario particolare, monsignor Georg Gänswein, nelle quali si esplicitava lo choc per essere stato “dimezzato” tre anni fa nel ruolo di prefetto della Casa Pontificia all’indomani delle  polemiche suscitate dal libro a difesa del celibato sacerdotale del cardinale Robert Sarah e che vedeva Ratzinger come co-autore. Altrettanto rumore ha provocato una risposta di Gänswein, su Traditionis Custodesil documento con cui Francesco ha di fatto abrogato la liberalizzazione concessa nel 2007 alla cosiddetta messa tridentina: “Credo che papa Benedetto abbia letto questo motu proprio con dolore nel cuore”, ha affermato l’arcivescovo tedesco al quotidiano Die Tagespost. Gänswein è stato duramente attaccato da alcuni addetti ai lavori. Le rivelazioni del “prefetto dimezzato” hanno fatto parlare di divisioni nella Chiesa destinate a riacutizzarsi dopo la morte di Benedetto XVI. E in effetti, ormai persino alcuni cardinali e vescovi hanno ammesso l’esistenza di tensioni».

    L’8 gennaio un articolo di Massimo Franco sul Corriere della Sera ha come titolo Il fronte dei tradizionalisti per opporsi a Francesco dopo l’addio a Ratzinger. Tra i principali esponenti di questo fronte, Franco cita, oltre a mons Gänswein, il cardinale Gerhard Müller, ex prefetto della Congregazione per la Fede e il nuovo presidente dei vescovi americani Timothy Broglio. Sullo stesso quotidiano, che esprime la voce dell’establishment progressista, Gian Guido Vecchi, scrive che «nel sottobosco dell’opposizione tradizionalista a Francesco monta il tentativo post mortem di usare Benedetto XVI come un vessillo e creare un conflitto tra “i due papi” che nella realtà non c’è stato» (Corriere della Sera, 10 gennaio).

    La manovra è evidentemente quella di attribuire ai conservatori la responsabilità di uno scontro, che oggi ha in realtà i suoi principali artefici nei vescovi tedeschi, impegnati nel loro “Cammino sinodale”. Nessuna responsabilità viene addossata a papa Francesco, il quale, malgrado la grave malattia che ne mina le forze, continua a usare il pugno di ferro, come ha fatto il giorno dell’Epifania azzerando il potere del Vicariato di Roma, con la costituzione apostolica In ecclesiarum communione. Il contenuto dell’incontro che il 9 gennaio il Papa ha avuto con mons. Gänswein è ignoto, ma certamente aumenta l’incertezza. Inoltre, la morte inaspettata del cardinale George Pell, il 10 gennaio, creerà nuovi problemi al fronte conservatore. Il cardinale australiano, uscito prosciolto da ogni accusa giudiziaria, aveva una forte personalità e per le sue capacità organizzative avrebbe potuto svolgere un ruolo importante nel pre-conclave che molti vedono ormai vicino, nel caso di morte o di rinuncia di papa Francesco.  D’altra parte, tra i “papabili”, ricorda mons, Gänswein, «anche molti di quelli che vengono considerati esponenti più “liberali”, per utilizzare un termine di comprensione comune, furono promossi a ruoli importanti proprio durante il suo (di Benedetto XVI ndr) pontificato» (Nient’altro che la verità, pp. 124-125). Tra i nomi indicati dal Prefetto della Casa Pontificia ci sono i principali cardinali del fronte progressista, quali Jean Claude Hollerich (arcivescovo di Lussemburgo, 2011), Luis Antonio Tagle (arcivescovo di Manila, 2011) e Matteo Maria Zuppi (vescovo ausiliare di Roma, 2012). Lo spartiacque tra “ratzingeriani” e “bergogliani” non è dunque così chiaro. Come negare l’esistenza di una crescente confusione? E cos’altro fare, in questa situazione, se non limitarsi a vivere e a operare giorno per giorno, in spirito di piena fedeltà alla Chiesa e di totale abbandono alla Divina Provvidenza?

    Attribuzione immagine: By Beatrice - foto personale, CC BY-SA 2.5 it, Wikimedia.

     

    Fonte: Corrispondenza Romana, 11 Gennaio 2023.

  • L’ingrediente che manca: un appello alla bellezza

     

     

    di Michael Whitcraft

    Recentemente, il conduttore del Daily Wire, Michael Knowles, ha commentato che dei tre trascendentali dell’essere, bontà-verità-bellezza, i conservatori americani sebbene amino inquadrare le loro argomentazioni in termini di verità e ricorrano spesso all’argomento della bontà, tuttavia danno poca importanza alla bellezza. È un'osservazione acuta che influisce molto sulla efficacia della loro azione.

    Ma cosa sono i trascendentali e perché sono importanti?

    Bontà, verità e bellezza

    I trascendentali sono quelle proprietà comuni a tutti gli esseri. In quanto tali, vanno oltre, o "trascendono", le caratteristiche individuali. Poiché Dio è l'origine dell'essere e l'unico essere necessario, ci si può riferire a Lui nei termini di questi trascendentali. Anche se le Sue creature possiedono una bontà, una verità e una bellezza relative, solo Dio le possiede in modo assoluto. Ecco perché le creature possono essere descritte come buone, vere e belle, mentre solo Dio è Bontà, Verità e Bellezza.

    Tra tutte le creature, gli uomini e gli angeli sono destinati a trascorrere l'eternità con Dio. Infatti, è per questo che sono stati creati. Per aiutarli a raggiungere questo scopo, Dio ha posto in loro un insaziabile appetito per Lui stesso. Ecco perché Sant'Agostino affermava notoriamente che: "Siamo fatti per Te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te".

    L'appetito che gli esseri umani hanno per Dio significa che desiderano anche la bontà, la verità e la bellezza e hanno bisogno di sperimentarle tutte e tre.

    Dio e la bellezza sono una cosa sola

    Fortunatamente, la bellezza abbonda in tutto il creato. Che si esprima attraverso meravigliosi tramonti, fiori brillanti o maestosi uccelli rapaci, una qualche forma di bellezza è accessibile a tutti. Quando si sperimentano queste meraviglie, esse possono trasportare la mente della persona direttamente a Dio.

    Il noto giornalista Whittaker Chambers (1901-1961) sperimentò questo da bambino. Sebbene a casa sua non si parlasse mai di Dio, in gioventù ebbe tre esperienze religiose. La seconda fu provocata interamente dalla bellezza.

    Ecco come la descrisse:

    "Un giorno mi allontanai da solo e mi trovai davanti a un'alta siepe che non avevo mai visto prima. Era così alta che non potevo vedervi sopra e così fitta che non potevo vedervi attraverso. Ma, sdraiandomi a terra, mi sono trascinato tra gli steli della pianta. Mi trovai, dall'altra parte, in un campo ricoperto da un capo all'altro, alto quanto la mia testa, di cardi in piena fioritura. Aggrappati ai fiori viola, in bilico su di essi o cinguettanti e in volo, c'erano decine di cardellini, piccoli uccelli giallo-oro con contrastanti ali e mantelli neri. Non mi prestarono la minima attenzione, come se non avessero mai visto un ragazzo prima.

    "La vista era così inaspettata, la bellezza così assoluta, che pensai di non poterla sostenere e mi aggrappai alla siepe per reggermi. Ad alta voce dissi: "Dio!". Era una semplice affermazione, non un'esclamazione, di cui non sarei stato allora capace. In quel momento, che ho ricordato per tutti gli anni della mia vita come uno dei suoi momenti più alti, ero più vicino di quanto lo sarei stato per quasi quarant'anni all'intuizione che sola poteva dare un senso alla mia vita: l'intuizione che Dio e la bellezza sono una cosa sola”1.

    Questo sta a dimostrare come la bellezza naturale possa nutrire l'anima. Tuttavia, da sola non basta. L'uomo vuole sperimentare la bellezza anche nei suoi simili. Le cose belle create dall'uomo dovrebbero soddisfare questo appetito. Che si tratti di arte, musica, architettura, mobili eleganti o oggetti simili, le meraviglie create dalle persone umane sono importanti perché ogni volta che qualcuno crea qualcosa, vi imprime qualcosa di sé. Infatti, l'artista può produrre qualcosa solo se un modello di quella cosa è presente dentro di lui.

    Così, quando l'uomo fa qualcosa di bello, è l'espressione di qualcosa di bello che esiste nella sua anima. Poiché Dio è l'origine di ogni bellezza, un riflesso della bellezza di Dio risplende nell'anima degli uomini, attestando che l'uomo è fatto a Sua immagine e somiglianza. Ciò aiuta le persone a dare il giusto rispetto agli altri, facilitando la pratica della carità verso il prossimo.

    Purtroppo, questo tipo di bellezza manca nella società odierna. È stata sostituita da quella che alcuni hanno definito "culto della bruttezza".

    Il culto della bruttezza: La negazione dell'esistenza di Dio

    Nel 2001, il sacerdote e artista Anthony Brankin tenne una conferenza proprio su questo tema, sponsorizzata dalla Società Americana per la difesa della Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP), in cui sosteneva che l'uomo contemporaneo era circondato già allora da così tanta bruttezza che la sua capacità di identificare qualcosa come brutto si era spenta.

    Diceva "quando dico che vivete a tu per tu con questa bruttezza, intendo dire che, andando e tornando da questa sala, siete circondati da chilometri e chilometri di bruttezza incorreggibile: McDonald's e Burger King, stazioni di servizio della Amocos e case popolari. Certo, voi non scambiate tutto questo per bellezza, ma è così onnipresente che potreste non riconoscerlo neppure più come specificamente brutto.

    "Forse non vi accorgerete mai della bruttezza di tutti quei centri commerciali con le loro false facciate e gli interni ancora più falsi o dei condomini che sono altrettanto vuoti e sterili all'interno come all'esterno. È così che tutto appare ora. E, naturalmente, questo è solo un inizio, perché c'è anche nel nostro mondo una bruttezza spirituale non meno onnipervasiva e in qualche modo collegata alla bruttezza visiva che ci circonda".

    Più avanti, p. Brankin ha proseguito dicendo: "Ora, potreste pensare che almeno la domenica possiamo salvarci da tutta questa bruttezza visiva e spirituale andando in chiesa; ma troviamo la bruttezza anche lì, perché è probabile che la vostra chiesa sia già stata depredata da moderni barbari cattolici che non hanno nemmeno il senso artistico dei protestanti unitariani che siedono nei consigli per i beni culturali e storici delle vostre città"2.

    Questa immersione nella bruttezza ha effetti deleteri sulla società. Se la presenza della bellezza creata dall'uomo rafforza la realtà che Dio esiste e si riflette nell'anima dell'uomo, la prevalenza della bruttezza afferma il contrario.

    Padre Brankin si esprimeva in questi termini: "Il messaggio subliminale in ogni opera confusa e deforme dell'architettura moderna, dell'arte, della musica o del teatro è che Dio non c'è. Il messaggio subliminale in ogni deliberata mutilazione delle forme naturali, in ogni tributo alla perversione fisica e personale, è che Dio non c'è. Il messaggio subliminale in ogni rappresentazione dello strano e del morboso è che Dio non c'è. Questo messaggio subliminale è sicuramente un "Vangelo illuminato della Morte", che qualsiasi cultura abbia mai proclamato e, in virtù della sua onnipresenza in ogni aspetto della vita moderna, siamo costantemente incoraggiati ad accettare questo vangelo"3.

    Quindi, una società che possiede la bellezza riflette Dio e una che la rifiuta, rifiuta anche Dio. Questo è un punto cruciale. È il motivo per cui qualsiasi soluzione alla crisi della rivoluzione moderna che non includa il riempimento della società con la bellezza non può sperare di essere permanente o sufficientemente profonda.

    L'azione diretta della bellezza sull'anima

    Tuttavia, una società abbondante di bellezza influenzerà necessariamente coloro che ne fanno parte e ciò perché la bellezza può agire quasi automaticamente sull'anima, anche con poca riflessione o sforzo intellettuale. Tutti ne hanno fatto esperienza. Ci sono momenti in cui incontriamo una bellezza così profonda che, quasi involontariamente, la mente viene attratta da Dio e dalle realtà superiori. Questo è particolarmente vantaggioso oggi, quando l'uomo contemporaneo rifugge dalla riflessione.

    Anni fa, un mio collega della TFP mi raccontò di aver visitato la Sainte Chapelle di Parigi e di aver visto al suo interno un personaggio ombroso eppure sopraffatto dall'emozione. Quando gli parlò, tutto quello che quel poveretto riuscì a dire fu: "Sento che questo posto mi sta ripulendo l'anima". Sì, tale è l'effetto che la bellezza può avere.

    Se questa "pulizia" o influenza che la bellezza può avere è spesso istantanea, ciò non significa che i suoi effetti siano effimeri. Il famoso scrittore del XIX secolo Joris-Karl Huysmans risalì dagli abissi del vizio fino alla sua conversione al cattolicesimo analizzando la bellezza del canto e dell'arte medievale. Si potrebbe dire che l'apostolo che lo portò alla fede fu la bellezza.

    Un'opzione preferenziale per la bellezza

    Tutto ciò solleva la domanda: quante anime che languono sotto il culto della bruttezza nella società contemporanea potrebbero trarre beneficio, o addirittura convertirsi, dall'incontro con la bellezza? Come prima detto, il conduttore Michael Knowles ha commentato che pochi conservatori americani si pongono questa domanda. Ed è un peccato, perché si tratta di un problema che dovrebbe essere preso sul serio e affrontato.

    Per questo, è indispensabile che i conservatori americani esercitino un'opzione preferenziale per la bellezza. Per quanto possibile, dovrebbero far vedere ai loro figli cose belle; dovrebbero decorare le loro case nel modo più bello possibile; dovrebbero fare tutto il possibile per riempire la società con quel tipo di bellezza per cui la civiltà cristiana è ancora riconosciuta e ammirata. In questo modo, rifiuteranno il culto della bruttezza che li circonda e inviteranno Dio a tornare nel posto che Gli spetta nella società.

    Attribuzione immagine: By HerrAdams - Own work, CC BY-SA 4.0, Wikimedia.

     

    Note

    1. Whittaker Chambers, Witness(Washington D.C., Regnery, 2014), p. 125, iBook.
    2. Don Anthony Brankin, The Cult of Ugliness in America, 14 luglio 2009, in  //www.tfp.org/the-cult-of-ugliness-in-america/.
    3. Ibid.

     

    Fonte: Tfp.org, 23 Dicembre 2022. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.

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  • Secessione in America? Oggi se ne torna a parlare

    Ecco 7 ragioni per cui la secessione non è la soluzione per gli Stati Uniti

     

     

    di James Bascom

    È dai tempi della Guerra Civile che gli Stati Uniti non sono così divisi. Ciò è evidente soprattutto in politica, ma si vede anche nella cultura, nella religione, nell'economia, nella morale, nella mentalità e nei modi di vivere. La divisione esplode nelle riunioni dei consigli scolastici del Midwest non meno che nel Congresso. A volte sfocia nella violenza, come durante le rivolte di Black Lives Matter (BLM) e Antifa del 2020.

    Spaventati da minacce altamente reali provenienti sia da folle inferocite che dall'amministrazione Biden, molti americani stanno letteralmente cercando una via d'uscita. Un numero crescente pensa che la soluzione alle nostre differenze politiche sia quella di diventare meno uniti.

    Conservatori di rilievo stanno accarezzando l’idea. Nella polemica sui brogli elettorali successiva alle elezioni del 2020, il defunto Rush Limbaugh ha detto ai suoi 20 milioni di ascoltatori che il Paese stava "andando verso la secessione".

    "Non si può andare avanti così", ha continuato. "Non può esserci una coesistenza pacifica tra due concezioni di vita, di governo, di gestione dei nostri affari completamente diverse. Non possiamo trovarci in un conflitto così grave senza che qualcosa collassi da qualche parte lungo la strada"1. Dopo aver incassato un'intensa protesta, Limbaugh ha fatto un passo indietro e ha ripetuto più volte che "non ha mai" sostenuto la secessione e che la sinistra ha travisato le sue parole.2

    Il deputato dello Stato del Mississippi Price Wallace ha twittato "[dobbiamo] uscire (sic) dall'Unione e formare il nostro proprio Paese", anche se ha subito cancellato il tweet e si è scusato. Il deputato del Kentucky Thomas Massie ha postato su Twitter la domanda: "La secessione ha mai avuto successo?" e ha poi fatto l'esempio della West Virginia.3

    Rispondendo a una domanda sul movimento di secessione del Texas all’Università Texas A&M, il senatore Ted Cruz ha risposto: "Se i Democratici eliminano l'ostruzionismo, se distruggono fondamentalmente il Paese, se riempiono la  Corte Suprema (ndt, aumentando i suoi membri con nomine di parte), se trasformano in uno Stato il Distretto Federale (Washington D.C.), se rendono federali le elezioni, se espandono in modo massiccio i brogli elettorali, potrebbe arrivare un momento in cui non ci sarà più speranza". Tuttavia, ha aggiunto che il Paese non è ancora a questo punto. "Penso che il Texas abbia una responsabilità nei confronti del Paese e non sono pronto a rinunciare all'America. Io amo questo Paese".4

    Dopo che la Corte Suprema si è rifiutata di accogliere la causa intentata dal Texas e da altri diciassette Stati, per presunti brogli elettorali durante le elezioni del 2020, l'allora presidente del GOP (Partito Repubblicano) texano, Allen West, ha protestato affermando che "forse gli Stati rispettosi della legge dovrebbero unirsi e formare una Unione di Stati che rispettano la Costituzione".5

    Il sostegno alla secessione nell'opinione pubblica è più alto che mai. Pochi mesi prima delle elezioni presidenziali del 2020, un sondaggio della Hofstra University ha rivelato che il 40% degli americani sarebbe favorevole alla secessione a seconda dei risultati delle elezioni. Un sondaggio di YouGov del giugno 2021 ha mostrato che il 37% degli americani, e il 66% dei repubblicani degli Stati del Sud, era favorevole alla secessione.6 Lo scorso settembre, un sondaggio dell'Università della Virginia ha mostrato che il 51% degli elettori di Trump e il 41% degli elettori di Biden erano favorevoli alla secessione dall’Unione degli Stati blu (democratici) e rossi (repubblicani) per formare i propri Paesi.7 

    Anche se i repubblicani sono più propensi a favorire la secessione, si tratta di un movimento bipartisan. Soprattutto quando Donald Trump era in carica, una grande percentuale di elettori democratici si è espressa a favore della divisione.

    Certo, una cosa è rispondere a un sondaggio e un'altra è compiere un atto di secessione. Per ora, è improbabile che la secessione raccolga la maggioranza dei consensi anche negli Stati più rossi o più blu. Tuttavia, il fatto che quasi la metà degli americani si dica almeno favorevole alla secessione del proprio Stato dall'Unione è profondamente preoccupante.

    Sette motivi per cui dividere gli Stati Uniti NON è una soluzione

    La secessione può sembrare una soluzione facile per uscire dalla crisi. Con le loro enormi popolazioni ed economie, sembra che Stati repubblicani come il Texas o la Florida dovrebbero solo tagliare i ponti con il governo federale e andare per la loro strada.

    Una tale idea è pericolosamente ingenua. La secessione, se realizzata, sarebbe il più grande disastro nella storia degli Stati Uniti e una vittoria per la causa del movimento progressista "woke(ndt, il marxismo culturale che oggi pervade il mondo occidentale in genere e americano in specie). Sarebbe un duro colpo per i resti della civiltà cristiana occidentale nel mondo. Ecco di seguito sette motivi per cui la secessione non è la soluzione.

    - 1) Sono pochissimi i grandi Paesi che si sono disgregati senza immani spargimenti di sangue

    Il XX secolo ha visto molti imperi e grandi Paesi disgregarsi a causa di guerre e rivoluzioni. In quasi tutti i casi, alla disgregazione sono seguite terribili guerre civili e ingenti perdite di vite umane.

    Dopo la sconfitta nella Prima Guerra Mondiale, l'Impero Austro-Ungarico, l'Impero Russo e l'Impero Ottomano si sono disgregati lungo linee etniche e politiche. Gli Stati emersi dalla loro dissoluzione, sia in Europa sia in Medio Oriente, hanno subito guerre civili, pulizie etniche e rivoluzioni comuniste. Nel libro The Vanquished: Why the First World War Failed to End  (ndt, I Vinti, perché la Prima Guerra Mondiale non riusciva a finire) lo storico Robert Gerwarth calcola che tra il 1918 e il 1924 questi conflitti causarono più di 4 milioni di vittime oltre ai 9 milioni di morti della Grande Guerra.8Le conseguenze di questi conflitti continuano a ripercuotersi sul mondo di oggi.

    Nel 1947, il governo britannico, allora in procinto di sciogliere il suo Impero, divise l’India secondo linee religiose nei moderni Paesi di India, Pakistan e Pakistan orientale (l’attuale Bangladesh). Ne seguirono violenze settarie di massa, che causarono la morte di circa 2 milioni di persone e originarono 20 milioni di rifugiati. In Africa, la dissoluzione degli imperi coloniali europei negli anni Cinquanta e Sessanta fu all’origine di guerre tribali con decine di milioni di africani uccisi. In Europa, la disgregazione della Jugoslavia fra il 1991 e il 2001 ha portato a tremendi conflitti etnici e atrocità con circa 140.000 morti.

    - 2) Abbiamo già provato a dividere gli Stati Uniti, e non è andata bene

    La disgregazione di un Paese non è un concetto estraneo agli Stati Uniti. Lo abbiamo fatto nel 1861, quando gli Stati del Sud si separarono dall'Unione. Non è andata bene. I quattro anni di guerra civile hanno lasciato 750.000 morti e divisioni sociali irrisolte che perdurano ancora oggi.

    Ciò che colpisce dei secessionisti del Sud del 1860 è la loro certezza che la secessione sarebbe riuscita con un conflitto minimo o con nessun conflitto. I sudisti ottimisti credevano che "Re Cotone" avesse reso gli Stati del Nord e l'Europa così dipendenti dal Sud da rendere impossibile una guerra. "Senza sparare un colpo, senza sguainare una spada, se ci facessero guerra, potremmo portare il mondo intero in ginocchio", disse il senatore della Carolina del Sud James Henry Hammond in un discorso del 1858, aggiungendo "no, non osate fare la guerra al cotone. Nessuna potenza sulla terra osa fargli guerra. Il cotone è il re". Secondo questa tesi, le potenze europee sarebbero certamente intervenute a favore della Confederazione. Il disprezzo sudista per la presunta mancanza di abilità di combattimento degli uomini del Nord li portò a credere che, anche se la guerra fosse arrivata, non sarebbe durata più di qualche battaglia decisiva.

    Oggi ci riesce facile ridere di questo ottimismo cieco e sciocco. Eppure molti aspiranti secessionisti odierni vantano analoghe illusioni. Per essi, la secessione sembra facile come chiudere un conto in banca. Ignorano così la dura e fredda realtà che qualsiasi atto di secessione porterebbe necessariamente alla guerra, proprio come accadde nel 1861.

    - 3) I britannici sono passati per un momento terribile per ottenere la Brexit. Per gli Stati Uniti andrebbe molto peggio

    Gli Stati Uniti del 2022 sono molto più interconnessi e interdipendenti rispetto al 1860. Il commercio interstatale è molto esteso. Nessuno Stato produce tutto il necessario per sostenersi da solo. Le inevitabili controversie sulla proprietà interstatale dei beni, sulla finanza interstatale, sul commercio, sulla proprietà delle terre federali, sui risarcimenti e su molti altri aspetti sarebbero irrisolvibili.

    La Brexit è solo un assaggio di ciò che comporterebbe una rottura americana. I britannici hanno fatto bene a lasciare l'Unione Europea. Tuttavia, dopo cinquant'anni di permanenza in essa, hanno avuto difficoltà a separarsi dal mercato comune, dall'unione doganale e dal sistema finanziario. Il dibattito su una "hard Brexit", "soft Brexit" o "no-deal Brexit" ha causato la caduta del governo di Theresa May e un'aspra polemica che ha quasi portato a un secondo referendum. Solo cinque anni dopo il referendum il primo ministro Boris Johnson è stato in grado di effettuare un ritiro completo dall'Unione Europea. Questa difficoltà esisteva nonostante il fatto che il Regno Unito, anche come Stato membro dell'Unione Europea, fosse di fatto rimasto un Paese indipendente con una moneta, leggi e sistema finanziario propri. I singoli Stati americani sono molto più interconnessi di quelli dell’Unione Europea e una simile rottura sarebbe molto più complessa.

    - 4) La maggior parte degli Stati Uniti è divisa a metà

    I secessionisti partono dal presupposto che il nemico sia geografico. Le mappe politiche americane, dove gli Stati sono convenientemente etichettati come "rossi-repubblicani" o "blu-democratici" nelle elezioni presidenziali, distorcono la realtà. Molti elettori repubblicani pensano che i progressisti e i loro sostenitori vivano per lo più in luoghi lontani come New York, l'Illinois o la California.

    Tuttavia, la maggior parte degli Stati rossi-repubblicani è divisa quasi a metà. I progressisti di estrema sinistra non vivono solo sulle coste, ma anche nella maggior parte delle strade e forse anche delle porte accanto. E questi progressisti degli Stati rossi-repubblicani stanno lavorando accanitamente per farli diventare blu-democratici.

    Il Texas e la Florida, due Stati spesso considerati i migliori candidati alla secessione, sono repubblicani per un margine appena superiore della metà. Nel 2020, Donald Trump ottenne il 52,1% dei voti in Texas, il 51,2% in Florida e appena il 50,1% in North Carolina. Quando il senatore texano Ted Cruz si è ricandidato nel 2018 contro Robert Francis "Beto" O'Roark, ha vinto per 2,6 punti percentuali, una gara incredibilmente serrata per un Texas che si presume sia rosso-repubblicano.

    Insomma, anche se il 100% degli elettori di Trump in Texas fosse d'accordo con la secessione e il 100% degli elettori di Biden non fosse d'accordo, circa il 48% dei texani sarebbe contrario a lasciare l'Unione. Non c'è modo che la secessione possa funzionare con uno Stato così diviso.

    Il probabile risultato di una fuoriuscita del Texas - o di qualsiasi altro Stato - dall'Unione sarebbe una massiccia trafila di secessioni all'interno dello Stato stesso. Come il resto della Paese, il Texas è uno Stato con aree rurali conservatrici costellato da città blu-democratiche e quindi liberal. Se il Texas si staccasse dall'Unione, cosa impedirebbe a Houston, El Paso o Austin, città dal colore blu intenso, di separarsi dal Texas? Sarebbe incoerente dire che il principio di autodeterminazione si applica ad alcune persone ma non ad altre. E se Houston si stacca dal Texas, perché le zone più repubblicane di Houston non dovrebbero separarsi da Houston? Una volta iniziata, non ci sarebbe fine alla frammentazione.

    - 5) La Sinistra da sempre vuole la distruzione degli Stati Uniti

    Uno dei principali punti di accordo dell'estrema sinistra mondiale è l'odio per gli Stati Uniti d'America. Nonostante i suoi corrotti politici, gli Stati Uniti sono ancora un simbolo di reazione conservatrice. Gli americani sono il popolo più religioso e antisocialista del mondo sviluppato. I movimenti pro-vita e pro-famiglia a livello mondiale hanno il loro fulcro negli Stati Uniti. Il Paese ha anche la reattività più significativa al terrorismo islamico.

    Dal Venezuela, Cuba e Iran alla Corea del Nord e alla Cina, per non parlare dei numerosi partiti di sinistra in tutto il mondo, la sinistra internazionale da sempre vede gli Stati Uniti come il grande nemico da abbattere. Poco dopo gli attacchi dell'11 settembre, il teologo della liberazione brasiliano Leonardo Boff riassunse la reazione dell'estrema sinistra scrivendo che "25 aerei avrebbero dovuto colpire" l’America. Quando Kabul cadde nell'agosto del 2021, la sinistra ovunque esultò nel vedere gli Stati Uniti umiliati di fronte al mondo intero. Allo stesso modo, per i nemici della civiltà occidentale, il collasso degli Stati Uniti sarebbe l’avveramento di un sogno.

    - 6) La sinistra non vuole "vivere e lasciar vivere", ma fare la guerra alla destra

    I secessionisti pensano ingenuamente che la sinistra degli Stati blu li lascerà in pace una volta che si saranno staccati dall’Unione. Niente di più sbagliato.

    Diversamente dai conservatori, i progressisti vanno in capo al mondo per imporre la loro ideologia utopica. Sono stati i progressisti a invadere Stati un tempo repubblicani come la California e la Virginia e a trasformarli in bastioni liberal. I gruppi progressisti europei e americani spendono molti soldi e sforzi per promuovere l'aborto, i "diritti" LGBT e l'ecologia radicale nei Paesi in via di sviluppo.

    Una delle massime priorità del Partito Democratico è "far diventare il Texas blu". Difatti, il Texas è pieno di attivisti radicali a favore dell'aborto ed è un campo di battaglia per il "trangenderismo" (vedi il caso James Younger). In Oklahoma, la "fibbia della Bible Belt", dal 2014 il Tempio Satanico organizza regolarmente messe nere pubbliche. In Stati del Sud molto repubblicani come la Louisiana, gli attivisti transgender si sono impegnati a fondo per promuovere le Drag Queen Story Hours (ndt, artisti omosessuali o transessuali travestiti da donna che danno lezioni ai bambini). Non sarà certo perché un Stato qualsiasi si è separato che gli attivisti dell'estrema sinistra smetteranno di lottarvi.

    - 7) La secessione non affronta le cause profonde della crisi

    La cosa più importante è che la secessione non affronta le cause profonde della crisi che sta erodendo la società americana.

    Lo sfacelo sociale, morale ed economico degli Stati Uniti è il frutto amaro di un lungo processo di Rivoluzione che da secoli mina la civiltà, consistente in una battaglia ideologica e persino spirituale per l'anima dell'umanità. Si tratta di una guerra culturale che non conosce confini. Nell'ultimo secolo, questa guerra culturale ha causato il decadimento della moralità e della pratica religiosa in tutti i Paesi del mondo. Il fatto che questi Paesi fossero nazioni sovrane non è stato di per sé sufficiente per fermare questo processo.

    E non lo farà certo la secessione. Uno Stato indipendente potrebbe approvare alcune leggi per rallentare questa Rivoluzione, ma le leggi da sole non la fermeranno. Queste nuove nazioni americane indipendenti continuerebbero a vedere la loro cultura marcire come, ad esempio, è accaduto alla Spagna e al Portogallo a metà del XX secolo.

    Senza dubbio queste nuove nazioni guarderebbero, come tutte le altre, gli stessi film debosciati di Hollywood, vedrebbero Kim Kardashian sullo stesso Instagram o indosserebbero gli stessi jeans strappati Levi's. È solo comprendendo la profondità della crisi e rifiutando la sua depravazione morale che potremo condurre una crociata culturale, pacifica e legale contro di essa e che potremo sperare di sopravvivere.

     

    Note

    1. https://thehill.com/homenews/media/529609-rush-limbaugh-says-us-trending-toward-seccession/
    2. https://www.washingtonpost.com/lifestyle/media/rush-limbaugh-trump-secession-election/2020/12/10/8889397a-3b0d-11eb-bc68-96af0daae728_story.html
    3. https://twitter.com/repthomasmassie/status/1471631926368915456?lang=en
    4. https://thehill.com/homenews/state-watch/580613-ted-cruz-wants-texas-to-secede-if-things-become-hopeless-in-the-us/
    5. https://texasgop.org/chairman-allen-wests-response-to-scotus-decision/
    6. https://thehill.com/changing-america/enrichment/arts-culture/563221-shocking-poll-finds-many-americans-now-want-to/
    7. https://centerforpolitics.org/crystalball/articles/new-initiative-explores-deep-persistent-divides-between-biden-and-trump-voters/

    8. Robert Gerwarth, The Vanquished: How the First World War Failed to End (New York: Farrar, Straus, and Giroux, 2016), p. 7-8.

     

    Fonte: Return To Order, 10 maggio 2022. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.

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  • A proposito di una polemica americana divenuta internazionale

    Sì, il Rosario è un'arma potente contro il male. È la soluzione, non il problema

     

     

    di John Horvat

    (LifeSiteNews) - Daniel Panneton, scrittore sensazionalista di The Atlantic, pensa di aver appena scoperto una vasta cospirazione nazionalista cristiana "rad trad" (ndt, tradizionalisti radicali) incentrata sul Rosario. Il pezzo, intitolato "Come la cultura estremista delle armi tenta di cooptare il rosario", cerca di trasformare l'augusto sacramentale in un talismano dell’estrema destra.

    Per via di associazione, il giornalista sostiene che il Rosario si lega a una "cultura assolutista delle armi" e a una "politica cospiratoria". Qualsiasi attivista conservatore che recita il Rosario rischia di essere accusato di usare questa devozione come un’arma e, quindi, di essere un pericolo per la società.

    Il signor Panneton avrebbe potuto risparmiarsi tempo e problemi se si fosse documentato sul Rosario al di là dei siti web cospiratori che ha consultato per mettere insieme il suo drammatico sproloquio.

    I cattolici non hanno mai nascosto che il Rosario è un'arma nella lotta contro le forze del male. Per sette secoli, il Rosario è stato un'arma potente contro il mondo, la carne e il diavolo. L'epoca attuale non fa eccezione alla regola. Anzi, ora è più necessario che mai.

    San Domenico promosse per la prima volta il Rosario come mezzo per combattere l'eresia albigese nel XIII secolo. Nel 1571, Papa Pio V invitò tutta la Cristianità a recitare il Rosario per sconfiggere la flotta musulmana a Lepanto. La data della vittoria cattolica, il 7 ottobre, fu poi dichiarata Festa del Santissimo Rosario.

    Quando la Madre di Dio apparve a tre pastorelli a Fatima, in Portogallo, nel 1917, chiese a tutti di pregare il Rosario ogni giorno per porre fine ai combattimenti in Europa. Molti attribuiscono la ritirata dell'esercito sovietico dall'Austria nel 1955, dopo la Seconda Guerra Mondiale, alle massicce manifestazioni pubbliche di Rosario organizzate in tutta la nazione da P. Petrus Pavlicek.

    Ovunque si combatta contro i nemici della Chiesa, il Rosario è al centro della lotta. La Chiesa non ha mai nascosto il Rosario e la immagine che lo associa all’essere cristiani militanti in un mondo ostile. Non c'è nulla di sbagliato nell'adattare questo immaginario ai tempi moderni e alla guerra. Non a caso il Beato Papa Pio IX disse: "Datemi un esercito che reciti il Rosario e conquisterò il mondo".

    Come un’esperienza comprovata dimostra, il Rosario è un'arma reale ed efficace contro i veri nemici della Chiesa e infonde terrore nei cuori di coloro che perseguitano la Chiesa, compresi quelli coinvolti nell'attuale guerra culturale.

    Pertanto, gli attacchi del signor Panneton al Rosario si spiegano solo con il fatto che egli lo vede come una minaccia per l'attuale cultura secolarizzata. Non può non notare che il Rosario appare sempre più spesso in prima linea nella guerra culturale. La sua incredibile potenza ha fatto chiudere cliniche abortiste, ha cancellato ore di storia per scolaretti impartite dalle Drag Queen e ha fatto arrabbiare gli attivisti satanici. Il suo attacco non prende di mira gli estremisti della destra, ma quei cattolici fedeli che pregano il Rosario nella pubblica piazza, obbedendo con successo alla richiesta fatta a Fatima da Maria Santissima. E questo lo terrorizza.

    La preoccupazione del signor Panneton per il Rosario ha tre difetti significativi.

    Egli non comprende la natura del Rosario come preghiera che unisce la persona alla Madre di Dio. Così, crea la blasfema finzione che i grani del rosario siano un portafortuna che tengono insieme una frangia estremista.

    Il Rosario, per sua natura, unisce i fedeli cattolici alla Madonna, che è tutta pura, tutta buona e incapace di peccare. Nulla della Madonna può essere contrario al bene comune. Chi recita il Rosario si sforza di non fare mai nulla di contrario alla legge di Dio. Suggerire che i devoti del Rosario siano potenziali terroristi di estrema destra è un insulto a tutti coloro che amano e pregano il Rosario.

    Il suo secondo errore è il desiderio di isolare il Rosario per renderlo innocuo. Mentre accusa i conservatori di usare il Rosario come un’arma, lui vuole ghettizzarlo. Ritiene che il Rosario sia accettabile purché rimanga all'interno delle chiese e fuori dalla pubblica piazza. Il Rosario deve essere ridotto a un medicinale spirituale per sostenere le anime deboli afflitte da ansie. Deve essere tenuto nelle mani di coloro che egli considera "santi" e quindi inefficaci. Non si può permettere la commistione tra attivismo cattolico e Rosario.

    Infine, la visione del Rosario del signor Panneton vuole limitarne l'uso per combattere i mali ambigui. I devoti del Rosario devono mantenere le loro lotte nell’ambito del soggettivo e dell’interno. Si rivolgono a un "Satana" folcloristico che esiste solo nell'immaginazione dei cattolici nervosi e non nel mondo reale.

    Proprio nel momento in cui il male viene identificato con una messa nera satanica all'Università di Harvard o all'Oklahoma City Hall, con l'agenda LGBTQ+ o con i "diritti riproduttivi", lo scrittore decide di lanciare l'allarme sul Rosario. Il Rosario favorisce poi pericolose posizioni "omofobe". Rappresenta un "militarismo [che] glorifica anche una mentalità guerriera e nozioni di virilità e forza maschile".

    La goffaggine mentale dello scrittore canadese rivela le sue vere idee difendendo tutte le posizioni dell’estrema sinistra. Insomma, quando l'altra parte ti chiede di smettere di usare il Rosario, è un segno sicuro che il Rosario sta avendo un impatto immenso sui "Principati e le Potenze" che dominano il mondo (Ef 6,12). Dunque, è tempo di passare all'attacco.

    Il Rosario è un'arma potentissima. I cattolici devono usarlo con fierezza, con fervore, pubblicamente.

     

    Fonte: LifeSiteNews, 16 agosto 2022. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.

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  • USA: PERCHÉ I GIUDICI CONSERVATORI DELLA CORTE SUPREMA DELUDONO CHI LI ELEGGE NON RICONOSCENDO IL DIRITTO NATURALE

    I conservatori rimangono giustamente delusi quando i giudici da loro nominati tradiscono i loro principi in favore di un modello giuridico senza bussola morale. Non riescono a capire come questi trovino "diritti" e "libertà" sconosciuti in nome di un costituzionalismo deviato che ignora il solido caposaldo delle verità fondamentali basate sulla tradizione e la morale.

     

    di John Horvat

    Il diritto moderno ha un'avversione per la legge naturale. L'establishment giuridico la considera come un'erbaccia che ostacola il suo processo privando la legge moderna della sua neutralità morale. Non vede alcuna ragione per riconoscere una legge naturale superiore, inscritta nel cuore degli uomini, valida per tutti i popoli e luoghi e che fornisca il fondamento della certezza morale.

    Tale riconoscimento si scontrerebbe con i dogmi individualisti dei pensatori illuministi e contraddirebbe la nozione liberale che gli individui dovrebbero essere autorizzati a fare qualsiasi cosa purché non danneggi un altro. Non è un codice morale, bensì gli individui che vivono in un contratto sociale con gli altri che determinano la validità della legge. Lo Stato, non il Creatore, è l'unica fonte del diritto.

    Così, la legge diventa semplicemente un insieme di regole meccaniche che mantengono la società libera da intoppi, non il prodotto di un ordine divinamente ordinato. La legge positiva redatta dagli individui e confermata da un governo forte evita assoluti morali che complicano le cose creando dunque l'illusione di un'umanità che controlla il suo destino.

     

    La necessità di una legge solida

    Perciò, i conservatori rimangono giustamente delusi quando i giudici da loro nominati tradiscono i loro principi in favore di un modello giuridico senza bussola morale. Non riescono a capire come trovino "diritti" e "libertà" sconosciuti in nome di un costituzionalismo deviato che ignora la base solida delle verità fondamentali che poggiano sulla tradizione e la morale.

    In effetti, tutto il diritto, anche quello moderno, ha bisogno di un tale solido fondamento poiché non può funzionare se cambia continuamente. Un quadro immutabile o almeno difficile da cambiare fornisce stabilità e certezza.

    Il solido fondamento della legge nella civiltà occidentale era un tempo fornito dalla legge naturale attraverso la filosofia classica e l'insegnamento della Chiesa. Questo insieme di ampie linee guida, che esortavano tutti a fare il bene e ad evitare il male, costituiva il fondamento della morale che deve informare la legge. Elementi di questa legge naturale erano presenti anche al tempo della Fondazione dell’America.

    Tuttavia, il liberalismo del diciannovesimo secolo distrusse gradualmente la tradizione del diritto naturale che serviva da guida. L'establishment giuridico adottò uno standard di diritto positivo che si affidava al solo giudizio umano per fare leggi al di fuori di qualsiasi quadro morale stabilito.

    Pur negando il diritto naturale, questo nuovo ordine giuridico ha gradualmente utilizzato la Costituzione degli Stati Uniti facendole assumere la funzione stabilizzante di una sorta di legge naturale che prevale su tutte le altre leggi. Così, la Costituzione si erge come la legge suprema del paese, e la Corte Suprema è la sua interprete.

     

    I limiti della Costituzione

    Tuttavia, la Costituzione ha i suoi limiti. Anche se influenzata da solidi principi di diritto naturale, nulla garantisce che le sue interpretazioni non sbaglino nel definire la giustizia. Infatti, il documento è stato emendato ventisei volte. Alcune decisioni interpretative della Corte sono state ribaltate. Altre non sono andate d’accordo con il bene comune.

    Per funzionare correttamente, la Costituzione presuppone una nazione ordinata, poiché essa è adeguata nella misura in cui lo sono coloro che la sostengono e la interpretano. In tempi virtuosi, si poteva contare sulla Carta costituzionale per difendere valori cristiani e familiari molto basilari.

    Ma in questi tempi decadenti i progressisti manipolano le interpretazioni della Costituzione per renderla un documento "vivo", che rifletta gli standard immorali imperanti. All'interno della "penombra" delle sue clausole, i giudici trovano ora bizzarri "diritti" e stravaganti "libertà" che impongono alla nazione.

    Così, il documento diventa un'arma a doppio taglio poiché entrambi i partiti usano la stessa Costituzione come riferimento. Quando atrocità morali come l'aborto procurato vengono approvate, il testo fornisce poca protezione ai conservatori. Infatti, queste aberrazioni vengono poi consacrate come leggi "consolidate", il che le rende difficile da cambiare.

     

    Un sostituto della legge superiore

    Di fronte a questa fragilità, molti conservatori adottano un rigido atteggiamento di "Sola Costituzione”. Essi ragionano che se la lettura liberal del documento non può garantire l'ordine, allora la sua interpretazione deve limitarsi a riflettere l'intento originale dei Fondatori. I cosiddetti "originalisti" o "testualisti" sostengono che il corpo della saggezza congelata dei Fondatori è sufficiente per guidare la nazione attraverso questo periodo di tribolazione. Essi sostengono che questa interpretazione della legge preserverà l'ordine americano senza cambiare alcuna premessa positivista.

    La verità però è diversa. L'insieme di queste interpretazioni crea un surrogato di legge naturale a buon mercato che aggrava ulteriormente le conseguenze disastrose del rifiuto di quella autentica.

    Oggi, riflettendo la decadenza morale dei tempi, questa soluzione non funziona più. L'orribile decisione del giudice Neil Gorsuch nel caso Bostock contro Clayton County (2020) ha mostrato che qualcosa è andato storto nella logica “originalista”. Nessuno capisce come l'affermato "testualista e originalista" giudice Gorsuch (assieme al giudice Roberts) abbia potuto estrarre dei "diritti dei transgender" dal significato originale della parola "sesso” nell’intento dei redattori e degli esecutori del Civil Rights Actdel 1964. Tali letture rivelano che c'è più penombra e oscurità che luce nel campo degli originalisti.

     

    Una tempesta di fuoco sulle verità

    In questo dilemma legale, molti non sanno a chi rivolgersi. Alcuni insistono su un "originalismo migliore". Altri dicono che è tempo di cambiare il paradigma legale. Il professore emerito di Amherst, Hadley Arkes, ha acceso una tempesta di fuoco sulla destra affermando che alcune verità precedono la legge. Egli sostiene che la Natura ha qualcosa da dire sui problemi moderni che va oltre la portata dei Padri Fondatori, dimostrando persino che i Padri Fondatori riconobbero questo fondamento morale del diritto.

    La sua proposta non sarebbe un cambio di paradigma ma un ritorno ad una tradizione di libertà ordinata. Tali verità primarie sono tutte all'interno delle antiche radici della common law (ndt, l’ordinamento giuridico di origine britannico) che sta alla base del diritto americano. È un ritorno alla sorgente, un originalismo molto più originale degli sforzi moderni di definire quale sia stato l'intento dei Padri Fondatori.

     

    La vera battaglia delle mentalità

    Il dilemma non è una scelta tra letture originalistee progressiste della Costituzione giacché entrambe si basano sulle stesse premesse positiviste. Senza una base stabile di norme oggettive, una lettura non ha più autorità dell'altra. Lo scivolamento verso il caos giuridico prevarrà.

    La vera battaglia è quella delle visioni del mondo. Da una parte c'è un sistema evolutivo naturalistico guidato dalla passione umana, privo di uno scopo speciale o di un fine ultimo e che si basa su un'umanità decadente per tracciare il proprio percorso. Dall'altra c'è un ordine gerarchico governato da Dio per cui l'umanità progredisce in accordo con la natura umana e la virtù verso la perfezione morale e la santità.

    La Guerra Culturale non riguarda singole questioni ma lo scontro tra queste visioni del mondo, che ora infuria nel campo della legge.

     

    L'incubo hobbesiano

    Gli interpreti progressisti della Costituzione hanno adottato una visione del mondo hobbesiana che nega qualsiasi fine superiore nella vita che non sia l'autoconservazione. In questo tetro mondo secolare e antimetafisico, non c'è alcuna realtà trascendentale, anima spirituale o summum bonum. Infatti, Thomas Hobbes sosteneva che la società è una "guerra di tutti contro tutti", dove gli individui seguono le loro passioni e lottano per sopravvivere. L'unica soluzione è un governo forte e incontestabile chiamato Leviatano che imponga la sua legge per evitare che la società cada nel disordine.

    Così, liberi dai vincoli metafisici della natura umana, i progressisti ritengono che la legge naturale sia un corpo di fantasie poetiche create da coloro che sono disconnessi dalla realtà. Senza un fine ultimo, essi sostengono che l'uomo non ha bisogno di un quadro guida come la legge naturale, poiché la vita è ridotta a una lotta per sopravvivere in mezzo alla gratificazione delle passioni. Senza vita eterna, la legge naturale diventa un'invenzione della Chiesa per frenare gli appetiti indisciplinati. Lo Stato onnipotente è il legislatore supremo, che interpreta la volontà del popolo.

    Dunque, la modernità ha introdotto l'incubo hobbesiano di un mondo razionalista cane-mangia-cane alimentato dall'intemperanza frenetica delle passioni che hanno cambiato le strutture esterne della società. La postmodernità ha portato avanti questo processo cambiando le strutture interne dell'identità, dell'essere e della sessualità dell’individuo di oggi.

    Di conseguenza, ora i radicali cercano di adattare il diritto in modo che l'immaginazione prenda il controllo. Perciò, un ritorno all'“originalismo" basato su premesse positiviste non porterà ad un ritorno all'ordine. Non fermerà il progresso dei radicali d'avanguardia che negano la natura umana e cercano di distruggere tutto ciò che ostacola le loro passioni esacerbate.

     

    L’opposta visione del mondo cristiano

    La visione classica e cristiana del mondo non potrebbe essere più diversa dall'incubo hobbesiano. La sua cornice metafisica afferma la natura e la causalità che porta le cose verso il loro fine ultimo e scopo della vita. La legge naturale deriva dalla natura dell'uomo e sancisce norme oggettive e morali di comportamenti giusti e sbagliati.

    Questa legge non si impone agli individui, ma li aiuta a sviluppare il loro pieno potenziale e ad evitare il caos distruttivo delle passioni indisciplinate. La Chiesa non è l'inventrice di questa legge ma la sua custode, guidando le persone alla loro santificazione. La legge naturale è l'unico modo per opporsi alla marcia verso la distruzione della legge e dell'ordine. Il suo solido fondamento metafisico è legato alla realtà e al fine ultimo della salvezza.

     

    La tradizione americana di un diritto superiore

    Inoltre, il diritto naturale non è qualcosa di estraneo alla storia americana. Infatti, l'America ha una forte tradizione di diritto naturale. L'attaccamento della nazione a un diritto superiore risale a prima dell'indipendenza, come si può vedere in questo riferimento del famoso giurista inglese Sir William Blackstone (1723-1780): "Questa legge di natura, essendo coeva all'umanità, e dettata da Dio stesso, è naturalmente superiore in obbligo a qualsiasi altra. È vincolante su tutto il globo, in tutti i paesi e in tutti i tempi: nessuna legge umana è valida se contraria a questa; e quelle che sono valide derivano tutta la loro forza e tutta la loro autorità, mediatamente o immediatamente, da questa originale".

    Blackstone è l’autorità suprema sia della common law americana che di quella inglese, ed egli difende in modo inequivocabile questa legge superiore. Tali opinioni si possono trovare anche nelle opere di Sir Edward Coke (1552-1634), che anche lui influenzò fortemente il diritto americano incorporando i principi di diritto naturale contenuti nella Magna Carta nel diritto coloniale.

    La prova dell'antico passato del diritto naturale può ulteriormente essere fatta risalire alle radici romane del diritto trovate nelle espressioni di Cicerone, lex naturae, non scripta sed nata lex, lex caelestis, lex divina ("legge naturale, legge innata o non scritta, legge celeste, legge divina"). I filosofi e i canonisti cristiani adottarono in seguito tali formulazioni universali.

    Inoltre, le manifestazioni della legge naturale possono essere trovate ovunque, perché è incorporata dappertutto ci sia l'azione umana. Le leggi che la riflettono si trovano tra i molti luoghi in cui Dio l'ha introdotta: l'opinione pubblica, la coscienza comune, la testimonianza del costume, le antiche Carte e il senso giuridico del popolo.

    Lungi dall’essere un insieme arbitrario di regole religiose, la legge naturale collabora con la natura umana per fornirle cornici legali che sono ad essa connaturali.

    Quanto diversa da questa visione è il caos legale che ora affligge la nazione! Mentre l'infrastruttura legale del paese si sta smantellando, gli americani dovrebbero avere il coraggio di proclamare che le verità oggettive e ineludibili, fondate sulla natura, precedono e influenzano la legge e che persino i Padri Fondatori le riconoscevano come ancore e assiomi. Giudici e magistrati non possono più permettersi di ignorare la sostanza morale dei problemi moderni in nome di una presunta lettura testuale. I conservatori saranno sempre delusi fin tanto che mancherà un fondamento sostanziale per interpretare la legge.

    È tempo di tornare alla tradizione. È tempo di tornare a Dio, fonte di ogni autorità e legge. L'unica altra scelta è il percorso irrazionale verso il caos della legge postmoderna. Solo il solido fondamento di una tradizione di diritto superiore servirà a contrastare il naufragio giuridico che si profila all'orizzonte.

     

    Fonte: The immaginative Conservative, 8 Novembre 2021. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia

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