conservatorismo

  • Ci vuole un ritorno alla tradizione cristiana, non al nazionalismo

     

     

    di John Horvat

    Il libro di Yoram Hazony del 2022, Conservatism: A Rediscovery(Conservatorismo, una riscoperta), arriva in un momento in cui il movimento conservatore sta facendo un esame di coscienza e si sta interrogando. I conservatori si chiedono cosa si debba conservare e per cosa stanno combattendo, non contro chi stanno combattendo. Mentre il liberalismo decade, molti, come l'autore, contestano coloro che vorrebbero equiparare il conservatorismo al liberalismo classico. Ci deve essere qualcosa di più.

    Ad aumentare la drammaticità del momento c'è la scarsità di nuove idee, proprio mentre i progressisti portano il loro logoro programma a conseguenze brutali e radicali. I conservatori guardano al passato per vedere se questo "qualcosa di più" può essere "riscoperto".

    Due correnti

    Il libro parla di una riscoperta; il dottor Hazony sostiene che la soluzione è il ritorno alle tradizioni dell'America. Tuttavia, deve essere la tradizione giusta. La ricerca è complicata da una storia divisa in due correnti a partire dalla Guerra Rivoluzionaria (ndr,la Guerra d’indipendenza) e dalla Fondazione dell’America. Si consiglia ai lettori di scegliere correttamente.

    La prima corrente è costituita da coloro che seguono l'Illuminismo e adottano i suoi quadri razionalistici. Questi teorici confidano in ragionamenti astratti che mettono nei guai i popoli, scovando principi universali avulsi dalla realtà da imporre alle nazioni. La sanguinosa Rivoluzione Francese è l'esempio più lampante di questa scuola speculativa. Anche l'ala jeffersoniana dei Padri Fondatori dell’America tendeva ad adottare questa ideologia. I filosofi liberali l'hanno convalidata con le loro opere nel corso del tempo. Infine, i progressisti woke, oggi dominanti, hanno portato questo idealismo astratto a nuovi estremi con la “teoria di genere” e la “teoria critica della razza”.

    Il dottor Hazony preferisce una seconda e diversa corrente, che lui definisce tradizione anglo-americana. I suoi seguaci credono nello sviluppo di leggi e costumi basati su un metodo "storico empirico" di tentativi ed errori esperimentati nel corso delle generazioni. Si basano sulla common law (l’ordinamento giuridico di origine britannico) e su istituzioni collaudate nel tempo, legate a corpi intermedi come la famiglia, la comunità e la parrocchia. I Federalisti di Alexander Hamilton e John Adams appartenevano a questa corrente e inserirono molti dei loro principi nella Costituzione. Questa è la scuola burkeana (ndt, di Edmund Burke) che non si fida della claudicante ragione umana degli illuminati al fine di governare. Preferisce invece la sicurezza e il passato nebbioso dei "piccoli plotoni", dei clan e delle strutture familiari.

    Un ritorno alla tradizione

    Due forze opposte, l'ideologia e l'anti-ideologia, sono ora in gioco. Il messaggio del conservatorismo - afferma Hazony - è che l'America deve riscoprire la tradizione anglo-americana che la rivoluzione degli anni Sessanta ha da tempo eclissato. Naturalmente, c'è molto da apprezzare nella sua valutazione di questa tradizione. Vengono citati molti concetti importanti che devono essere ripristinati: gerarchia, lealtà, onore, famiglia, comunità e religione sono solo alcuni di essi. La sua tesi principale è che gli individui sono legati alle famiglie, ai clan e alle nazioni che contribuiscono a formarli. Questi concetti rinfrescanti devono essere rimessi sul tavolo del conservatorismo. Devono essere discussi se si vuole evitare la catastrofe postmoderna.

    Tuttavia, prima di entrare nella mischia è necessario risolvere alcune questioni fondamentali. Due problemi principali nella discussione dell'autore sul futuro del conservatorismo nazionale sono motivo di preoccupazione e devono essere affrontati.

    Il problema dei principi universali
    Il primo problema dell'"empirismo storico" riguarda la difficoltà di raggiungere certezze. Il dott. Hazony sostiene che i conservatori non devono confidare nella "debolezza intrinseca del giudizio individuale" ma ricorrere invece alla saggezza dei predecessori e alle "tradizioni del passato". Egli favorisce il lento ragionamento induttivo rispetto alle rapide conclusioni deduttive. È meglio che le famiglie, i clan e le nazioni arrivino alla Verità attraverso la loro esperienza.

    Non c'è nulla di male nel venerare la tradizione nazionale o nell'utilizzarla per giungere a delle conclusioni. Tuttavia, questo non può portare a un'eccessiva diffidenza nei confronti dei principi universali ed a un'eccessiva fiducia nella tradizione. La possibilità di errare non deve inibire la costruzione di un ragionamento astratto circa la natura delle cose. Non tutto deve essere conservato in un passato nebbioso e misterioso.

    I sistemi senza principi universali sono limitati alle mere esperienze, che sono anche intrinsecamente deboli per la natura umana decaduta. La Verità può rapidamente degenerare nel modo in cui le nazioni percepiscono le cose nel corso del tempo. Paesi diversi possono avere prospettive legittime, ma devono essere giudicati da una legge superiore, che l'autore nega. Altrimenti, la morale si riduce ai "sentimenti morali" di Adam Smith, che determinano il comportamento basandolo molto più sui sentimenti che sui principi.

    Pertanto, questo attaccamento all'empirismo storico porta il dottor Hazony a rifiutare la lunga tradizione del diritto naturale dell'Occidente, che riconosce una legge superiore, la quale riflette la legge divina valida in tutti i tempi e i popoli. Essa sostiene che tutte le azioni umane sono governate dal principio generale che il bene va fatto e il male va evitato. Il diritto naturale fa parte della tradizione giuridica anglo-americana e non ha senso rifiutarlo in nome della tradizione perché offre valide osservazioni universali sull’uomo.

    Per paura degli errori dell'Illuminismo, l'autore rifiuta di abbracciare il pensiero medievale, da cui sono scaturite formidabili applicazioni concrete espresse nel costume e nella tradizione. Pur essendo ebreo, il suo modello preferito sono le denominazioni protestanti, dove non esiste una dottrina universale ma solo diverse tradizioni di culto. Da qui l'ostilità nei confronti della Chiesa Cattolica manifestata nel suo ultimo libro, In difesa del nazionalismo.

    Un’esposizione estremamente razionale

    L'aspetto ironico del libro è che si tratta di una esposizione estremamente razionale del nazional-conservatorismo. Ne espone sistematicamente le componenti, facendo il miglior uso della ragione e superando la "debolezza intrinseca del giudizio umano". L'autore fa affermazioni universali sulla natura umana che si trovano nella tradizione anglo-americana e che il lettore è invitato ad applicare alle circostanze attuali.

    E qui sta il problema della soluzione di Hazony. Non c'è una roccia solida su cui costruire il suo modello nazionale. Egli non riconosce alcuna Rivelazione, legge superiore o Magistero che affermi i dogmi e le dottrine necessarie per guidare e orientare il comportamento. Senza questa sicurezza, la tradizione da sola è anche vulnerabile agli errori della natura umana decaduta, come si vede nei casi estremi di cannibalismo, sacrificio umano, infanticidio, rogo della vedova nella pira del marito defunto o altre aberrazioni che costituiscono le "tradizioni" di alcune culture. Così, il conservatore si ritrova a vagare nel deserto epistemologico, sperando di trovare, per tentativi ed errori, la via d'uscita migliore, quando sarebbe molto utile una mappa stradale.

    Senza una base rocciosa, il conservatorismo potrà forse riscoprire una parte del suo passato, ma sarà condannato a intraprendere lo stesso percorso post-Riforma protestante che ha portato a quel liberalismo che l'autore detesta.

    Tutto tranne la Cristianità

    Questa mancanza di costruire le fondamenta su una solida roccia è il secondo problema della presentazione del dottor Hazony. Gli scrittori politici moderni hanno una marcata tendenza ad adottare un atteggiamento "tutto tranne che cristiano" quando propongono soluzioni. Così, una proliferazione di concetti contorti avrebbe potuto essere evitata adottando un approccio più semplice ispirato alla cristianità. La ricerca di una soluzione si trasforma in una insulsa ricerca della quadratura del cerchio a causa del pregiudizio nei confronti di una ruota conosciuta ma disprezzata.

    In effetti, la tradizione angloamericana risale alla Cristianità ed è stata integrata in essa. Molti tralasciano questo dettaglio. Difatti, la tradizione angloamericana non è stata esclusivamente una creazione storica empirista, dal momento che gli anglosassoni hanno smesso da tempo di adorare Woden (ndr,divinità del pantheon anglosassone che corrisponde al norreno Odino) e di considerare sacre le querce. La cristianità ha contribuito a plasmare questa tradizione con i suoi insegnamenti. Nel caso delle querce, i principi universali della Chiesa (e la scure di San Bonifacio) proibirono l'idolatria e introdussero una vasta gamma di usanze e tradizioni basate sul cristianesimo.

    Nella Cristianità, la legge naturale non ha soppresso ma arricchito la tradizione, impedendo a quest’ultima di seguire la "debolezza intrinseca del giudizio umano" che porta al peccato e alla decadenza. Sotto la sua guida, la tradizione poteva fiorire in numerose espressioni di identità nazionale (o regionale). La Cristianità fornì anche il dinamismo che catapultò l'Occidente a sviluppare una splendida civiltà. Il fervore religioso di una popolazione che cercava di amare Dio e il prossimo non può non contribuire al bene comune. Gli elementi non quantificabili della grazia e del fervore sono ingredienti cruciali che i moderni scrittori di politica non considerano.

    Società cristiana organica

    La Cristianità ha creato le condizioni per una società cristiana organica con molti elementi nuovi menzionati nel modello nazional conservatore di Hazony. Tuttavia, si differenziava nel suo approccio. La società cristiana organica armonizzava alcuni principi universali con la natura delle cose e in accordo con il Vangelo, lasciando poi un'enorme libertà nell’applicarli ai bisogni della persona, della famiglia o della società.

    In questo quadro, la società organica è un ordine sociale orientato al bene comune che si sviluppa naturalmente e spontaneamente. La famiglia raggiunge la pienezza della sua azione e della sua influenza come cellula sociale o unità fondamentale della società. I gruppi professionali, sociali e altri intermediari tra l'individuo e lo Stato esercitano liberamente le loro attività secondo le proprie forme e i propri diritti.

    Lo Stato organico rispetta l'autonomia delle regioni e dei gruppi intermedi, dando a ciascuno il diritto di organizzarsi secondo la propria struttura sociale ed economica, il proprio carattere e le proprie tradizioni. Lo Stato organico, agendo nella propria orbita suprema, esercita il suo potere sovrano con onore, vigore ed efficienza. La Chiesa esercita un'influenza santificante sulla società, guidando, insegnando e santificando.

    I limiti dello scetticismo

    La prospettiva del dottor Hazony può andare d'accordo con molti concetti di una società cristiana organica, ma non ne condivide i fondamenti metafisici. Le sue considerazioni non riguardano la natura delle cose, ma soltanto ciò che "è stato buono e benefico in passato". Insistendo sull'empirismo storico, il dottor Hazony rivela che per lui la verità non è mai completamente conoscibile, ma qualcosa che le società umane perseguono nel tempo attraverso le loro tradizioni. Allo stesso modo, la religione e la morale sono, per lui, incerte, limitate e fortemente convalidate dalla saggezza della propria tradizione ereditata.

    C'è costantemente incertezza e scetticismo per spingere le persone ad aggrapparsi sempre di più a quelle istituzioni che danno sicurezza. La tradizione diventa così il fattore determinante, non il custode della Verità.

    Alla ricerca dell'equilibrio

    La visione della Chiesa cattolica non disprezza né il ragionamento astratto né la tradizione. Accoglie con beneplacito entrambi come mezzi donati da Dio per raggiungere la Verità. La natura umana ferita dal peccato richiede che entrambi siano messi sotto scrutinio per non cadere in errore e che Dio darà la grazia per aiutare in questa ricerca. In seguito, sarà il Magistero della Chiesa a fornire sicurezza a quanto viene insegnato.

    Così, la visione cattolica della società bilancia l'universale e il particolare, il teorico e il pratico, il naturale e il soprannaturale. La Chiesa sa rispettare il locale, il particolare e il consueto. Tuttavia, la Chiesa insegna anche la Verità per attirare tutte le nazioni. La sua legge morale affronta i costumi pagani, passati e presenti. La Chiesa presenta quella bellezza, “sempre antica e nuova”, che invita tutte le nazioni a conoscere, amare e servire Dio.

    Questo equilibrio è particolarmente necessario oggi. Il nazional conservatorismo è troppo ristretto per ispirare chi è alla ricerca di soluzioni. La sua prospettiva si rivela così difficile per gli orfani della postmodernità, tanto lontani dalle narrazioni tradizionali e nazionali, che la “riconnessione” o la “riscoperta” si rende impossibile. Hanno bisogno di quel "qualcosa di più" che ha sempre attratto le persone e soddisfatto i desideri più profondi dell'anima umana.

     

    Fonte: Return to Order, Settembre 2022. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.

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  • COMUNICATO

    La vittoria di Pirro di una sinistra camuffata su un Brasile sempre più conservatore e reattivo

    Comunicato dell'Istituto Plinio Corrêa de Oliveira sul risultato elettorale

     

     

    Il risultato del secondo turno delle elezioni presidenziali non poteva essere più scoraggiante per la sinistra. La vittoria del candidato Lula da Silva è avvenuta con lo stretto margine di 50,9% a 49,1%, con oltre il 20% di astensione e un altro 5% di voti nulli o bianchi.

    Fin dall'inizio della "corsa elettorale" c'è stata una grande mobilitazione di praticamente tutto l'establishmentper una vittoria di Lula al primo turno. La stampa - e innumerevoli sondaggi d'opinione - suggerivano che questa vittoria era possibile, con un ampio margine di vantaggio per Lula superiore al 14%[1].

     

    Il primo turno rivela la persistenza del Brasile profondo

    Il risultato del primo turno elettorale, che comprendeva non solo le elezioni presidenziali ma anche la scelta di governatori, senatori, rappresentanti federali e statali, aveva già provocato un terremoto psicologico e politico nelle file della sinistra.

    Alcuni analisti hanno persino affermato che non c'è mai stato un Congresso più conservatore di quello che è stato eletto. Con un'aggravante che rende la sinistra ancora più preoccupata, perché molti degli eletti sono abituati a essere attaccati dalla stampa per le loro posizioni conservatrici, il che li rende meno propensi a subire pressioni.

    Lo stesso fenomeno si è verificato con i governi statali, come San Paolo, Rio de Janeiro e Minas Gerais, i tre maggiori collegi elettorali del Paese, i cui candidati legati al presidente Bolsonaro sono usciti vittoriosi con un ampio margine.

    Il grande vincitore è stato il Brasile conservatore, che molti analisti oggi chiamano Brasile profondo, utilizzando, con il senno di poi,l'espressione impiegata dal Prof. Plinio Corrêa de Oliveira molti decenni fa per designare la maggioranza del Paese che si allontanava sempre più dalla sinistra e non compariva sulla stampa e nel mondo accademico.

    Con questo risultato, gli analisti si sono divisi tra sorpresa, disincanto e paura.

    Sul quotidiano "O Globo", Renato Pereira ha dichiarato: "La svolta conservatrice del 2018 finisce per approfondirsi nel 2022 con l'elezione di diversi quadri combattivi del bolsonarismo. Accompagniamo lo sviluppo di un movimento conservatore popolare, qualcosa di inedito in Brasile, e non un semplice cambio di guardia a destra"[2].

    Questa crescita del conservatorismo è stata tanto più significativa in quanto colui che ne appariva come elemento visibile, il presidente Jair Bolsonaro, era stato vittima di una feroce campagna di discredito mediatico e di opposizione da parte della Corte Suprema.

     

    La campagna del secondo turno evidenzia lo sfondo religioso del dibattito nazionale

    L'agenda delle campagne "lulista" e "bolsonarista" ha confermato un'altra realtà che non è apparsa nello specchietto retrovisore dei media: la persistenza della fede religiosa come elemento centrale nella psicologia dei brasiliani e come fattore crescente di posizionamento politico.

    E questo, non tanto per la divisione tra la maggioranza cattolica e la minoranza protestante, ma per la divisione, al loro interno, tra chi vuole rimanere fedele agli insegnamenti morali tradizionali del cristianesimo e chi li vuole reinterpretare secondo i gusti della modernità, su temi come l'estensione sistematica dell'aborto[3], del "matrimonio omosessuale", dell’"ideologia di genere[4], del disarmo, ecc.

    Di conseguenza, ciò che era nascosto nei vecchi dibattiti politici, cioè il loro background religioso e morale, è diventato di dominio pubblico.

    In un editoriale, il quotidiano O Estado de São Paulo ha deplorato amaramente ciò che si è acuito in queste ultime elezioni: "Problemi molto tangibili, come l'avanzare della miseria, il ritorno della fame, l'aumento dell'inflazione e la pietosa crescita economica - eredità del governo Bolsonaro - hanno lasciato il posto a false discussioni moralistiche basate sull'insensatezza, come la fine della famiglia, la minaccia di chiudere le chiese, la legalizzazione delle droghe, la liberalizzazione dell'aborto e l'imposizione di bagni unisex per i bambini nelle scuole"...[5]

    Non a caso, la cosiddetta "sinistra cattolica", cioè una parte dell'episcopato e del clero che aderisce agli errori marxisti della "teologia della liberazione", ha freneticamente fatto campagna per la sinistra.

    D'altra parte, un gran numero di religiosi e sacerdoti conservatori ha ripudiato pubblicamente l’agenda della sinistra invocando le questioni morali.

    In un'unità senza precedenti, i brasiliani di tutto il mondo hanno intensificato la recita dei rosari pubblici contro il comunismo.

    L'Istituto Plinio Corrêa de Oliveira, insieme ad altre organizzazioni, è stato uno dei promotori di queste iniziative[6], dando loro una nota sempre più religiosa e anticomunista.

     

    Anche nel 2° turno il conservatorismo ha vinto, pur perdendo la corsa presidenziale

    Questa ascesa del conservatorismo in Brasile, con una marcata nota religiosa e anticomunista, si è accentuata nei risultati elettorali complessivi, nonostante la piccola vittoria di Luiz Inácio Lula da Silva al secondo turno.

    Inoltre, il candidato Lula ha dovuto accettare enormi compromessi, dichiarandosi addirittura contro l'aborto, contro l'ideologia gender, contro i servizi igienici unisex, contro l'invasione di terreni improduttivi! La sinistra radicale è stata costretta a cedere e a scendere a compromessi per ottenere una misera vittoria di fronte all'avanzata del conservatorismo che si è consolidato in Brasile.

    Una domanda che molti osservatori si sono posti, sia in Brasile che all'estero, è se Lula riuscirà a governare senza l'opinione pubblica e con un'opposizione articolata come quella attuale.

    In questo momento, Lula non ha più le piazze pubbliche del Brasile e, da un punto di vista politico, il Congresso nazionale è diventato più conservatore.

    Se in Venezuela il compagnoMaduro ha un esercito corrotto e sottomesso, lo stesso non vale per il Brasile.

    Domande tanto più pertinenti in quanto è noto che, data la polarizzazione del Paese, se il presidente eletto tenterà di spostarsi a sinistra, susciterà una reazione ancora maggiore di quella suscitata in altri paesi del Sudamerica. Un elemento essenziale della reazione è il suo carattere visceralmente religioso, che le conferisce profondità e stabilità e, quindi, durabilità.

     

    Preghiera a Nostra Signora di Aparecida

    La sinistra ha ottenuto una vittoria a breve termine. Se il Brasile conservatore saprà approfondire le ragioni religiose della sua resistenza all'agenda della sinistra e agirà con prudenza e saggezza, la sua vittoria a lungo termine sarà assicurata.

    Nel suo libro Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, il professor Plinio Corrêa de Oliveira dimostra la forza invincibile delle grandi conversioni nella Storia: "Quando gli uomini decidono di collaborare con la grazia di Dio allora nella storia si producono meraviglie: la conversione dell’Impero romano, la formazione del Medioevo, la riconquista della Spagna a partire da Covadonga sono tutti avvenimenti di questo tipo, che accadono come frutto delle grandi risurrezioni spirituali di cui sono suscettibili anche i popoli. Risurrezioni invincibili, perché non v’è nulla che possa sconfiggere un popolo virtuoso e che ami veramente Dio[7].

    Chiediamo con fiducia e umiltà che Nostra Signora di Aparecida, Regina e Patrona del Brasile, porti a compimento quell'invincibile resurrezione dell'anima che ha già cominciato a manifestarsi nella Terra della Santa Croce.

     

    San Paolo, 1° novembre 2022

    Festa di Tutti i Santi

     

    Nota

    [1] Datafolha. Il risultato del primo turno è stato di 5 punti percentuali di differenza tra i due candidati, ben al di fuori del cosiddetto "margine di errore" di questi sondaggi di opinione.

    [2]Il bolsonarismo, da spettro a manifestazione legittima, O Globo, 27 ottobre 2022.

    [3]Già iniziata col governo di Fernando Henrique Cardoso, del PSDB, con la "norma tecnica" del suo ministro della Salute, José Serra.

    [4]"Approvato" dalla magistratura, senza essere stato approvato dal ramo legislativo.

    [5] E Bolsonaro ha vinto, Note e Informazioni, O Estado de São Paulo, 24 ottobre 2022.

    [6] In una delle sue campagne, è riuscito a contare più di 3,5 milioni di Ave Maria in tutto il Brasile: www.rezecontraocomunismo.org.br

    [7] Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, Plinio Corrêa de Oliveira.

     

    Fonte: Instituto Plinio Corrêa de Oliveira, 1 novembre 2022. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.

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