omosessualità

  • “Omosessualità è di natura”: Milano supera il Segno

     

     

    di Luisella Scrosati

    Da tempi immemori, la Chiesa è stata considerata come la nuova arca noachica, che salva quanti vi entrano dalle acque mortifere del peccato e del mondo. O ancora come una barca, capace di rimanere a galla in mezzo ai marosi della storia. A Fabio Landi, direttore del mensile della diocesi di Milano Il Segnopiace invece lanciare l’immagine di una Chiesa “aperta da tutti i lati”. Che, se associata all’immagine tradizionale della Chiesa arca/barca, non dona un’idea molto rassicurante del Corpo mistico di Cristo.

    Il riferimento è alla chiesa di San Carlo al Lazzaretto di Milano, oggi in zona Porta Venezia, ma all’epoca dell’erezione del piccolo altare, alla fine del XV secolo, era la zona dedicata al lazzaretto. Più precisamente, l’altare era collocato al centro del lazzaretto, di modo che potesse essere visto da ogni punto. Lì, circa un secolo dopo, all’epoca della “peste di San Carlo”, il grande vescovo di Milano dispose la costruzione di un edificio ottagonale, con una singolare caratteristica: doveva rimanere aperto da tutti i lati, per permettere la visione delle celebrazioni liturgiche a tutti gli appestati ed impedire che rimanessero privi della vita liturgica sacramentale della Chiesa, nel momento della grande prova. Il raffronto con quanto abbiamo vissuto al tempo della pandemia Covid-19 è piuttosto evidente, ma non è l’argomento di questo articolo.

    Torniamo all’editoriale del numero di ottobre di Fabio Landi (in foto); questo esempio architettonico di sublime carità è stato completamente distorto nel suo significato. Ci informa infatti il direttore che esso è stato scelto per la celebrazione mensile animata da un gruppo di fedeli omosessuali, divenendo, con tale iniziativa, «il ritratto della Chiesa così fortemente voluta da Francesco: aperta, accessibile, essenziale, per mostrare Dio a tutti». L’effetto nemmeno troppo collaterale è quello di una Chiesa talmente aperta da far acqua da tutte le parti, come documenta l’approfondimento interno curato da Laura Badaracchi. 

    I “Giovani del Guado” oggi conta circa settanta persone di svariati orientamenti sessuali, che scorrazzano tra parrocchie, oratori e associazioni presenti nella Diocesi di Milano per farsi conoscere  ed organizzare ritiri per dare spazio «ai momenti di convivialità e alla preghiera, alla riflessione e formazione su vari temi», spiega uno dei coordinatori, Francesco Gagliardi. Tra questi temi compare anche «la vita di coppia». Iniziative che pare abbiano un grande successo e godano di molti aiuti: «Cerchiamo di invitare teologi, biblisti, sacerdoti per aiutarci: li troviamo facilmente, sono molto disponibili. Facciamo parte di una grande rete che ha ottimi contatti e ce li passa: oserei dire che siamo viziati». La vita del cattolico non LGBT non è così facilitata, specie se ha la sventura di essere etichettato come tradizionalista o conservatore; non che ce ne dispiaccia, bisognerebbe però avere almeno l’onestà di rivedere la retorica della mancanza di “inclusività”.

    Nella Chiesa si moltiplicano le attività per normalizzare la condizione omosessuale. L’articolo presenta l’opera di “accompagnamento” del gesuita padre Pino Piva a Bologna e le iniziative di don Gabriele Davalli, il direttore dell’Ufficio famiglia della diocesi felsinea, quello della benedizione della coppia gay “sposatasi” civilmente a Budrio (vedi qui). Si parla del gruppo Zaccheo, voluto dal vescovo di San Severo, Mons. Giovanni Checchinato: tutto all’insegna del superare i preconcetti e andare al di là degli stereotipi. Al di là anche dell’insegnamento della Chiesa?

    La domanda viene rivolta a don Aristide Fumagalli (in foto), zelante sostenitore della nuova linea morale della Chiesa post-Amoris Laetitia, quella del bene possibile attraverso il male reale. Il teologo risponde che «la dottrina del Magistero non esclude che la persona omosessuale possa corrispondere alla vocazione cristiana all’amore, ma nega la legittimità morale di un amore che volesse esprimersi anche sessualmente». Bene.

    Tuttavia, nel suo saggio L’amore impossibile. Persone omosessuali e morale cristiana, sostiene l’idea di un’identità omosessuale che non può e non dev’essere riconsiderata, ma riconosciuta ed accettata. Secondo la presentazione che ne ha fatto Luciano Moia (vedi qui), per Fumagalli «la condanna degli atti o omosessuali, “non contempla la possibilità, sconosciuta sino all’epoca contemporanea, che gli atti omosessuali corrispondano alla natura della persona ed esprimano l’amore personale”. Non quindi atti dettati da «idolatria religiosa ed egoismo edonistico» – le due condizioni che li rendono inaccettabili – ma “espressione di amore personale cristiano”. Fumagalli parte da un dato scientifico che non si può ignorare. Oggi gli studiosi sono in gran parte concordi nel considerare l’omosessualità “espressione di una condizione esistenziale che costituisce e pervade, similmente all’eterosessualità, l’identità della persona”».

    Anche Moia trova nell’articolo spazio più che sufficiente per pontificare, esibendo tutto un frasario che più stereotipato non si può. Prima se la prende con la Chiesa, che avrebbe esercitato  «per troppo tempo […] un forte controllo delle coscienze, evitando una crescita educativa». In questo modo, «ha chiuso la strada a qualsiasi spazio di discernimento personale e per troppo tempo ha continuato a proporre una dottrina “chiusa”, senza accorgersi che l’insistenza su norme morali, ormai dichiarate inattuali dal tribunale della storia, rischiano di mettere in sordina l’annuncio cristiano».

    La dottrina della Chiesa viene accantonata dal “tribunale della storia” – chissà cosa ne pensano nel “tribunale di Dio” -, e i suoi insegnamenti sulla questione derubricati a «dispute dottrinali e contese pastorali», che a giudizio di Moia, non devono essere risolti dal Magistero, ma dal discernimento esercitato dai laici. La strada che conduce a «costruire una dottrina da museo e schierarsi tutt’intorno per difenderla» dev’essere abbandonata a pro di «un giardino di relazioni» che accolgano le persone. Questo nuovo atteggiamento pastorale «è profondamente cambiato quasi ovunque grazie al magistero di Papa Francesco, che ha aperto la strada anche a uno sviluppo della dottrina».

    Dulcis in fundo, spazio alla testimonianza di una donna. Tale suor Giuliana Galli, delle suore del Cottolengo, che, quasi alla soglia dei novant’anni, ha tirato le orecchie alla nota consorella che aveva allontanato due modelle, mentre posavano scambiandosi un bacio saffico, attirandosi così una valanga di sbeffeggiamenti da parte di quegli stessi media che poi invitano a non giudicare. Anche Suor Giuliana difende quella «posizione nella vita non riconosciuta e ritenuta vizio o malattia, mentre è un modo di essere e di vivere». «Un percorso alternativo, che va rispettato», per il quale bisogna deporre ogni rigidità. «Io non ho negazione da fare, né condanna da dire», conclude la religiosa.

    E l’articolista trae l’originalissimo insegnamento morale della questione: «L’atteggiamento giusto, in ogni contesto: misericordia, non giudizio». Slogan passpartout per continuare ad aprire i vari lati della Chiesa.

    Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 6 Ottobre 2022.

  • Ecco come la Chiesa cattolica tedesca si sta suicidando

     

    Katholikentag del 2018

    di Jen Bernard

    Anche se il 102° Katholikentag [incontro di cattolici in Germania, NdT], che si è svolto nel weekend dell’Ascensione a Stoccarda, ha scelto il tema “condividere la vita” (Das Leben teilen), l’evento ha rappresentato soprattutto, nel contesto dell’acuta crisi che sta attraversando la Chiesa tedesca, il certificato di morte di un certo cattolicesimo d’oltralpe.

    Il Katholikentag è una vera e propria istituzione in Germania. Si tiene dal 1848, ogni anno o ogni due anni, con decine di migliaia di cattolici che si riuniscono attorno a forum di discussione, cerimonie religiose e stand espositivi mettendo in luce la diversità e il dinamismo delle associazioni dei fedeli. Ma quello riunito a Stoccarda, organizzato dal Comitato centrale dei cattolici tedeschi (che peraltro è co-sponsor del Cammino sinodale), è apparso come una tappa aggiuntiva della vasta operazione di decostruzione del cattolicesimo in atto in Germania, con il sostegno di un certo numero di vescovi. 

    Primo: decostruzione della morale cattolica. Il tema della difesa della vita si è segnalato per la sua assenza (all’associazione dedicata a questa causa, tradizionalmente presente, è stato negato il diritto di allestire una postazione con il pretesto che non fosse “chiaramente cristiana”), mentre i temi cari all’agenda Lgbt hanno saturato lo spazio, come dimostra la profusione di bandiere, poster e sciarpe arcobaleno. Così, a pochi mesi dall’operazione “#OutInChurch”, che ha visto più di cento ecclesiastici, agenti pastorali, dirigenti di associazioni cattoliche e studenti di teologia rivelare la loro omosessualità, la loro asessualità, la loro transessualità o addirittura la loro non-binéarité (sic), e pochi mesi dopo la benedizione in pompa magna delle unioni omosessuali in dozzine di parrocchie in tutto il paese, il 102° Katholikentag ha seguito risolutamente la stessa scia. Abbiamo visto una tavola rotonda dal titolo “Prospettive non binarie sulla fede, Dio e la Chiesa”. E ho sentito i relatori chiedere di “rompere la struttura dottrinale disumana” al centrp della moralità del catechismo cattolico.

    Secondo: decostruzione del sacerdozio cattolico. La questione dell’accesso delle donne ai ministeri ordinati è stata al centro anche del Katholikentag, brandita in particolare dall’indescrivibile suor Philippa Rath, della famosa abbazia benedettina fondata sulle rive del Reno da santa Ildegarda di Bingen. Deplorando che la storia della Chiesa sia segnata da un “lungo senso di colpa verso le donne”, la nostra suora, conquistata molto tardi, in base alle sue stesse parole, dalla causa del femminismo, si è dichiarata convinta che un giorno parteciperà a ordinazioni sacerdotali di donne.

    Terzo: decostruzione della Messa cattolica. Durante la cerimonia conclusiva, monsignor Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca e fervente difensore del Cammino sinodale, non ha esitato a dare la comunione a Thomas de Maizière, capo della Chiesa evangelica tedesca, senza che quest’ultimo, ovviamente, abbia abbandonato la dottrina luterana dell’ultima cena. E il vescovo del luogo, monsignor Fürst, si è prestato allo stesso gesto nei confronti del presidente del Landtag del Baden-Württemberg, di fede musulmana. 

    In verità, più che una celebrazione della fede è stato un vero e proprio servizio funebre. Il funerale di questa Volkskirche che è stata a lungo la Chiesa cattolica in Germania, caratterizzata da un alto tasso di praticanti, notevoli mezzi finanziari, molteplici associazioni di fedeli, e che è uscita vittoriosa dal Bismarckian Kulturkampf, dal totalitarismo nazista e persino dalla dittatura comunista nella Germania Orientale.

    Mentre le precedenti edizioni avevano raccolto fino a 100 mila persone, quest’anno sono state meno di 20 mila (compresi settemila organizzatori, relatori e animatori di stand) le persone arrivate a Stoccarda. Inoltre, a parte la presenza obbligatoria del presidente federale e del cancelliere, sono intervenuti solo politici di secondo piano, per lo più di sinistra.

    Un’ultima parola. Questi funerali sono stati, in effetti, funerali civili e non religiosi, tanto è stata sorprendente la quasi totale assenza di qualsiasi simbolo cristiano.

    Va ricordata questa osservazione del quotidiano Die Welt: «Al Katholikentag nulla, o quasi, aveva a che fare con la fede cattolica. Nessuno sapeva se fosse un seminario sul futuro del Partito socialista tedesco, sui Diversity Days di Google o un campo estivo per giovani ecologisti».

     

    Fonte: Duc in Altum - Aldo Maria Valli, 9 luglio 2022. 

  • Ideologia omosessuale e orgoglio satanico

    [Nota dell'editore: il seguente articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2011 nel periodo degli eventi riportati di seguito. Sebbene gli incidenti descritti siano di dieci anni fa, il suo messaggio centrale rimane rilevante più che mai].

  • Il caloroso saluto di papa Francesco a Nancy Pelosi: un (non così) sottile messaggio di sostegno agli abortisti

     

     

    di Luiz Sérgio Solimeo

    Papa Francesco era rimasto in silenzio - dando l'impressione di essere almeno a disagio, se non addirittura dispiaciuto - mentre i cattolici (e i non cattolici) anti-abortisti di tutto il mondo festeggiavano con gioia la storica decisione della Corte Suprema che ribaltava la sentenza Roe versus Wade.

     

    Il caloroso benvenuto di Papa Francesco a Nancy Pelosi . . .

    Poi, il 29 giugno, solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, egli ha rotto il suo silenzio non con le parole ma con un gesto simbolico: ha salutato e benedetto la presidente pro-aborto della Camera dei Deputati Nancy Pelosi nella Basilica di San Pietro. Dopo quel breve incontro, la leader ha assistito alla Messa e ha ricevuto la Comunione1.

    Sebbene il Papa non le abbia dato la Santa Comunione (per motivi di salute non ha celebrato la Messa, ma ha assistito accanto all'altare), deve aver saputo che la signora Pelosi avrebbe ricevuto la Santa Comunione, come fa normalmente.

    E l'ufficio cerimoniale del Vaticano le ha riservato un posto d'onore. In effetti, Nicole Winfield, scrivendo per l'Associated Press, ha riferito che durante la Messa "era seduta in una sezione diplomatica VIP della basilica e ha ricevuto la comunione insieme al resto dei fedeli, secondo due persone che hanno assistito al momento"2.

     

    . . . invia un messaggio di sostegno agli abortisti

    Papa Francesco non ha mostrato alcun particolare segno di soddisfazione per la grande vittoria del movimento pro-life con la sentenza Dobbs della Corte Suprema, che limita drasticamente il crimine (e il peccato) dell'aborto. Al contrario, ha dato il benvenuto a un esponente politico che ha pubblicamente criticato quella sentenza e che è un esplicito sostenitore dell'aborto.

    Come non interpretare il suo atteggiamento come un sostegno ai cattolici abortisti?

     

    "La dignità di ricevere la Santa Comunione"

    Va ricordato che, dopo numerosi avvertimenti privati, l'arcivescovo di San Francisco, Mons. Salvatore Cordileone, ha pubblicato un avviso che proibisce alla leader abortista Nancy Pelosi di ricevere la Santa Comunione nella sua arcidiocesi "fino a quando non ripudierà pubblicamente il suo sostegno alla legittimità dell'aborto e non si confesserà e non riceverà l'assoluzione per questo grave peccato nel sacramento della Penitenza"3.

    Nancy Pelosi, che insiste nel definirsi cattolica, ha ignorato il grave monito del suo pastore, fondato sulla dottrina della Chiesa, sul diritto canonico e sul Memorandum circa la dignità di ricevere la Santa Comunione (2004) del cardinale Joseph Ratzinger. In esso, l'allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede riaffermava il principio di rifiutare la Comunione ai politici cattolici favorevoli all'aborto4.

    La signora Pelosi non ha "ripudiato pubblicamente" il suo attivismo abortista. Al contrario, il giorno stesso della sentenza della Corte Suprema, la Presidente della Camera ha tenuto un appassionato discorso, dicendo, tra l'altro:

    "Oggi, la Corte Suprema controllata dai repubblicani ha raggiunto l’oscuro ed estremo obiettivo del GOP (ndr. Partito Repubblicano) di strappare alle donne il diritto di prendere le proprie decisioni sulla salute riproduttiva. . . . Le decisioni fondamentali per la salute di una donna devono essere prese da lei stessa, in consultazione con il suo medico e i suoi cari - non devono essere dettate da politici di estrema destra. Mentre i repubblicani cercano di punire e controllare le donne, i democratici continueranno a lottare ferocemente per sancire tramite una legge la sentenza Roe v. Wade"5.

     

    Aborto e omosessualità vanno di pari passo

    La Pelosi non solo ha espresso il suo disprezzo per l'insegnamento della Chiesa sull'aborto, ma ha anche assunto una posizione scandalosa sul peccato dell'omosessualità.

    Il giorno successivo, 25 giugno, è intervenuta al Pride Brunch 2022 di San Francisco, dove ha nuovamente attaccato la sentenza contro l'aborto e ha sostenuto il "matrimonio" tra persone dello stesso sesso6.  E domenica 26 ha partecipato alla Parata dell'Orgoglio LGBT di San Francisco7. Non era la prima volta che sosteneva il movimento omosessuale, a favore del quale vota sempre in Parlamento8. Alcuni giorni prima, il 10 giugno, aveva partecipato a uno spettacolo di "Drag Queen" durante il quale aveva dichiarato: "La vostra libertà di espressione, di voi stessi in versione drag, è ciò che rappresenta l'America. Lo dico sempre ai miei amici travestiti da drag"9.

    Nonostante ciò, Papa Francesco ha salutato sorridente - come mostra una foto diffusa dal Vaticano - la Presidente della Camera. La quale ha poi detto di aver ricevuta una benedizione prima di partecipare alla Messa a San Pietro e ricevere la Comunione10.

     

    Una dichiarazione innocua

    La dichiarazione vaticana sull’abrogazione della sentenza abortista Roe v. Wade è arrivata da un noto liberal vicino al movimento radicale, l'arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita.

    Il comunicato della Pontificia Accademia afferma, tra l'altro, che “è importante riaprire un dibattito non ideologico” sulla protezione della vita "senza cadere in posizioni aprioristicamente ideologiche". Raccomanda poi "un'adeguata educazione sessuale", la garanzia di "un'assistenza sanitaria accessibile a tutti e predisporre misure legislative a tutela della famiglia e della maternità, superando le disparità esistenti”11.

    Cosa intende la Pontificia Accademia con l’evitare “posizioni aprioristicamente ideologiche" nella lotta contro l'aborto? Non è chiaro. Sarà forse abbandonare la morale cattolica e i principi della legge naturale, che a priori vietano di sterminare gli innocenti nel grembo della madre?

    Il minimo che si possa dire è che questa innocua dichiarazione non mostra la minima gioia né gratitudine a Dio per aver permesso questa sentenza, tesa a impedire numerosi peccati che trasgrediscono sia la legge divina che quella naturale.

     

    Il Papa dovrebbe mostrare gratitudine

    Per questa grande vittoria, Papa Francesco avrebbe dovuto esprimere gioia e ringraziare il movimento pro-vita americano che ha mantenuto viva la fiamma della morale e della legge naturale per molti decenni. Anno dopo anno, la Marcia per la Vita riunisce folle enormi nel pieno dell’inverno, mentre i pro-life impegnati pregano davanti alle cliniche abortiste e convincono le povere madri disorientate a non sacrificare i loro figli. Quanti sono stati arrestati in questa battaglia eroica, ma non si sono mai scoraggiati e non si sono mai ritirati dalla lotta!

    Inoltre, il pontefice dovrebbe ringraziare anche i giudici della Corte Suprema che, di fronte alle furibonde minacce degli abortisti, hanno deciso secondo la legge e la giustizia, compiendo il loro dovere verso il Paese.

    La lotta contro l'aborto non si è conclusa con la decisione della Corte Suprema. La lotta per la moralità, il senso del bene e del male e la legge naturale continua con la grazia di Dio e la protezione della Virgo Potens.

    La TFP ha partecipato a tutte le Marce per la Vita di Washington e a molte altre in tutto il Paese con i suoi stendardi e le cappe rosse ondeggianti al vento. Al suono della loro banda musicale, i membri della TFP americana hanno distribuito materiale informativo sulle ragioni per combattere l'aborto. La TFP Student Action è stata instancabile nelle sue campagne contro l'aborto nelle università, affrontando l’ira woke e femminista, ma ricevendo pure il sostegno di studenti di entrambi i sessi. Sostenuta da ferventi cattolici in tutto il Paese, la TFP americana e la sua campagna America Needs Fatima hanno promosso migliaia di rosari pubblici chiedendo di porre fine all'aborto.

    Post scriptum

    Questo articolo era già stato scritto quando è venuta alla luce l'intervista del pontefice argentino al giornalista Philip Pullella di Reuters. In essa, Papa Francesco ha ribadito la sua condanna dell'aborto. Tuttavia, alla domanda sulla decisione della Corte Suprema di rovesciare la Roe v. Wade, "Francesco ha detto di rispettare la decisione ma di non avere abbastanza informazioni per poterne parlare da un punto di vista giuridico"12.

    A proposito del solerte arcivescovo di San Francisco, che ha vietato a Nancy Pelosi di ricevere la comunione in arcidiocesi fino a quando non cambierà la sua posizione a favore dell'aborto, Papa Francesco ha rivolto una forte critica ma nessun rimprovero all'ostinata presidente della Camera, dicendo:

    "Quando la Chiesa perde la sua natura pastorale, quando un vescovo perde la sua natura pastorale, questo causa un problema politico", ha detto il Papa. "È tutto quello che posso dire"13.

    Nonostante le sue critiche all'aborto, l'intervista rafforza l'impressione che egli sia almeno a disagio, se non addirittura scontento, della sentenza della Corte Suprema. E la sua critica per la proibizione alla Nancy Pelosi di ricevere la comunione costituisce un ulteriore messaggio di sostegno al movimento abortista.

    San Paolo avverte: “Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna”14.

    Note

    1.   Nicole Winfield, “Pelosi receives Communion in Vatican amid abortion debate”, AP News, 29 giugno 2022, consultato il 30 giugno, 2022; John L. Allen, Jr.,Communion for Pelosi at the Vatican no surprise, but possibly a harbinger”, Crux, 30 giugno 2022, consultato il 1 luglio 2022.

    2.   Nicole Winfield, “Pelosi,” Ibid.

    3.   Mons. Salvatore Cordileone, “Full Text: Archbishop Cordileone’s Letter to Nancy Pelosi Banning Her From Holy Communion”, National Catholic Register, 20 maggio 2022, consultato il 30 giugno 2022.

    4.   Joseph Cardinal Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Worthiness to Receive Holy Communion: General Principles”, 1 luglio 2004, consultato il 1 luglio, 2022.

    5.   Nancy Pelosi, Speaker della Camera dei Deputati, “Pelosi Statement on Supreme Court Overturning Roe v. Wade”, Comunicato stampa del 24 giugno 2022, consultato il 30 giugno, 2022.

    6.   “Speaker Nancy Pelosi at Pride Brunch 2022”, San Francisco Bay Times, consultato il 29 giungo 2022.

    7.   Douglas Zimmerman, “Speaker of the House Nancy Pelosi on her parade float at San Francisco Pride on June 26, 2022” SFGATE, consultato il 30 giugno 2022.

    8.   Chris Johnson e Joey DiGuglielmo, “12 times Nancy Pelosi was there for LGBT community”, Washington Blade, 10 gennaio 2019, consultato il 30 giugno 2022.

    9.   Ryan Foley, “Nancy Pelosi claims drag queens are ‘what America is all about’ on RuPaul’s ‘Drag Race’”, The Christian Post, 14 giugno 2022, consultato il 1 luglio 2022.

    10.               Nicole Winfield, “Pelosi,” supra.

    11.               Dichiarazione della Pontificia Accademia per la Vita, 24 giugno 2022.

    12.               Philip Pullella, “Pope Francis denies he is planning to resign soon”, Reuters, 4 luglio 2022, consultato il 4 luglio 2022.

    13.               Ibid.

    14.              1 Cor. 11, 27-29, Bibbia Cei.

     

    Attribuzione immagine: Screenshot tratto dal video Pope Francis meets with Nancy Pelosi at the Vatican pubblicato sul canale youtube di Rome Reports in lingua inglese. 

     

    Fonte:Tfp.org,  6 luglio 2022. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.

    © La riproduzione è autorizzata a condizione che venga citata la fonte.

  • Il peccato originale di Marx: separare fede e ragione

     

     

    di Stefano Fontana

    Le dichiarazioni rilasciate dal cardinale Marx sull’omosessualità nell’intervista del 30 marzo scorso, gli atti di tante persone della gerarchia ecclesiale che in questi ultimi tempi e in questi giorni in particolare spingono per un grande cambiamento della dottrina in materia, i silenzi di chi potrebbe invece chiarire, lasciano tristemente stupefatti. Proviamo a considerare in breve l’enorme sconquasso che la linea Hollerich-Bätzing-Becquart-Marx sulle relazioni omosessuali produrrebbe – ma già produce di fatto – nella Chiesa, trasformandola in altro da sé.

    La prima cosa da notare nelle affermazioni di Marx è l’assenza di ogni riferimento alla legge (morale) naturale e, quindi, ai comandamenti. Un’ovvia eliminazione – si dirà - se si vuole legittimare la pratica omosessuale, e niente di nuovo dato che da decenni la teologia fa a pugni con la legge naturale, che però il magistero petrino, fino a Benedetto XVI, ne aveva sempre chiaramente confermato la dottrina.

    Negare la legge morale naturale vuol dire corrompere irrimediabilmente  il rapporto tra la ragione e la fede.

    La prima ha una sua autonomia di ricerca che riguarda anche le leggi morali e che la fede non annulla, ma conferma e perfeziona. Se un cardinale non ammette la legge morale naturale mostra di essere protestante e non cattolico, perché separa ragione e fede. Se ciò avviene nel campo morale, avviene conseguentemente anche in tutti gli altri campi, sicché la ragione prenderà le proprie molteplici strade mentre la fede ne prenderà altre. Ma a questo punto la teologia cattolica è finita, a cominciare dalla “teologia fondamentale”, quella che riguarda appunto il rapporto tra la fede e la ragione.

    Le negazione della legge morale naturale e dei comandamenti produce poi la separazione tra Dio Creatore e Dio Salvatore, nonché tra il Vecchio testamento e il Nuovo testamento. Sono evidenti le ascendenze gnostiche, manichee, catare … di questa impostazione. Negando la legge naturale il cardinale Marx diventa un seguace di Marcione e vede nella natura non un bene già orientato alla salvezza, ma un male da cancellare senza correggerlo. L’inclusività diventa così il velo da collocare sulla natura per nasconderla senza redimerla.

    La Chiesa ha sempre insegnato che la Legge Nuova del Vangelo non sopprime la Legge Antica. Non si può pensare di essere graditi a Dio se si mettono in atto pratiche contro natura, se si uccide l’innocente con l’aborto, se si tradisce il sacramento coniugale con l’adulterio. Lo stesso pentimento in questo caso diventa inutile e non più richiesto se l’inclusività obbligata lo impedisce alla radice. La Legge Antica del Pentateuco conteneva legge di ordine naturale (come i comandamenti), norme cultuali e disposizioni giuridiche. Dopo la Resurrezione di Cristo, quelle cultuali sono definitivamente superate, anche quelle giuridiche non sono più necessarie in quanto  proprie del solo Israele, rimangono solo quelle naturali che sono da confermare nella Legge Nuova. Del resto esse sono anche oggetto di Rivelazione, visto quanto è accaduto sul Sinai. L’intero impianto del rapporto tra Legge Nuova e Legge Antica viene sovvertito dalla posizione Hollerich-Bätzing-Becquart-Marx.

    Per i motivi ora visti, la Chiesa ha sempre ritenuto di aver ricevuto da Cristo il mandato di insegnare in due campi, quello della dottrina della fede e quello della morale. Si veda per esempio la Humanae vitae di  Paolo VI: “Nessun fedele vorrà negare che al Magistero della Chiesa spetti di interpretare anche la legge morale naturale. È infatti incontestabile … che Gesù Cristo, comunicando a Pietro e agli Apostoli la sua divina autorità e inviandoli a insegnare a tutte le genti i suoi comandamenti, li costituiva custodi e interpreti autentici di tutta la legge morale, non solo cioè della legge evangelica, ma anche di quella naturale. Infatti anche la legge naturale è espressione della volontà di Dio, l’adempimento fedele ad essa è parimenti  necessario alla salvezza eterna degli uomini”.

    La Chiesa è a difesa del diritto naturale e della legge morale naturale, in caso contrario negherebbe che il creato avesse un senso finalistico e che dipendesse da una Intelligenza Creatrice. Questo suo ruolo è sempre stato svolto anche a tutto vantaggio della vita civile e in collaborazione con la legittima autorità politica. Ora, applicando il paradigma del cardinale Marx, la Chiesa non avrebbe più tale compito e i suoi insegnamenti dovrebbero ritirarsi dal campo naturale e riferirsi solo a quello evangelico. Ma la rivelazione non può comunicarsi agli uomini se non utilizzando il loro linguaggio naturale, sicché la comunicazione della fede ha bisogno della comunanza della ragione. Quando parlano di questioni morali, i pastori non devono mai limitarsi a questo livello ma sempre anche fondarlo sul livello soprannaturale, per non parlare solo un linguaggio umanistico, ma nello stesso tempo non devono nemmeno insegnare la dimensione soprannaturale come se non avesse niente a che fare con la natura umana.

    Il cardinale Marx vuole cambiare il catechismo su questo punto. Qui emerge un’altra bomba ecclesiale. Per farlo bisogna infatti trascurare le esigenze della lettera della Scrittura, date le molteplici condanne che essa contiene della pratica omosessuale. Ma senza il rispetto di questo primo livello – quello letterale - del senso della Scrittura anche tutti gli altri sensi divengono manipolabili e la teologia della Chiesa non sarebbe più conoscenza ma solo interpretazione. Con il che tutto crolla.

     

    Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 4 Marzo 2022. 

  • La Bibbia secondo Marx fatta di disordine e menzogna

     

     

     

    di Luisella Scrosati

    L’ultima intervista del cardinale Marx al settimanale Stern (vedi qui), della quale riportiamo ampi stralci, è ben più del solito ammiccamento alla cultura gender. Gli argomenti portati dall’ex-vescovo di Monaco, nel loro stile qualunquista, sono la capitolazione non solo di un aspetto della morale cattolica, ma del Cristianesimo nei suoi capisaldi decisivi. E questo da parte di uno dei membri del C9, i consiglieri più vicini al Papa, voluti da Francesco stesso.

    Con tagliente ironia, in piena sintonia con lo stile j’accuse di questo pontificato, Marx punta il dito contro una “esagerazione dogmatica” che imbriglierebbe la Chiesa – chissà dove vive – e impedirebbe alle persone di “scoprire di nuovo l'essenziale” dell’annuncio cristiano: “Dobbiamo rendere possibile l'esperienza di ciò che è la vera chiesa. Questa esagerazione dogmatica, dove tutto deve essere in ordine, dove si tratta di chi può "partecipare"? In quale Bibbia leggono le persone che la pensano in questo modo? No, direbbe Gesù: chiunque è di buona volontà sieda alla mia mensa. E si scopre subito chi Lui ha criticato di più: questi sono gli scribi, i farisei; in breve: tutti quelli che volevano stabilire chi è dentro e chi è fuori”.

    La domanda andrebbe rivolta proprio a lui: quale Bibbia legge? Una selezione della Reader’s Digest? O un riassunto stile Bignami? “Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; […] se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano” (Mt 18, 15-17). Di chi sono queste parole? Di Topolino? “Chi va oltre e non rimane nella dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi invece rimane nella dottrina, possiede il Padre e il Figlio. Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo, perché chi lo saluta partecipa alle sue opere malvagie” (2Gv 9-11). Questa chi l’ha scritta? Un fariseo, uno di quelli che voleva decidere chi è dentro e chi è fuori?

    La Bibbia secondo Marx non solo promuove il disordine e la libertà di menzogna nella Chiesa, ma cancella il peccato di sodomia e di adulterio, riconducendo la questione a un problema di qualità della relazione. “L'omosessualità non è un peccato. Corrisponde a un atteggiamento cristiano quando due persone, indipendentemente dal sesso, sono l’uno per l’altro, nella gioia e nella tristezza. Sto parlando del primato dell'amore, soprattutto nell’incontro sessuale”. E confessa: “devo ammettere che non avrei potuto immaginare fino a dieci o quindici anni fa, di celebrare questa liturgia un giorno. Ora sono stato proprio contento”. Il riferimento di Marx è alla “Messa queer” da lui celebrata lo scorso 13 marzo, nella bellissima chiesa di Monaco intitolata a San Paolo (vedi qui), in occasione del ventesimo anniversario di celebrazione della Messa voluta dalla comunità queer della città.

    E l’arco temporale menzionato da Marx non è affatto casuale, dal momento che dieci o quindici anni prima, c’era un altro Pontefice, che aveva delle idee un po’ diverse. In quegli anni, in cui Marx non si sentiva così libero, il cardinale ha ammesso di aver ricevuto da Roma “alcune lettere su questo argomento, ma penso di fare la cosa giusta”. E ribadisce che “da alcuni anni mi sento più libero di dire quello che penso e voglio far progredire l’insegnamento della Chiesa. Anche la Chiesa sta cambiando, al passo con i tempi: le persone LGBTQI sono parte della creazione e amate da Dio, e noi siamo chiamati a opporci alla discriminazione”.

    Passando così dall’ovvia affermazione che ogni persona, in quanto tale, è creata da Dio e da lui amata, chiamata alla salvezza, al fatto che allora anche gli atti peccaminosi, condannati in tutta la Scrittura – nella versione integrale, che Marx evidentemente non ha mai letto – alla fine fanno parte della creazione e sono perciò voluti da Dio.

    Con questa idea del perdono, che toglie il peccato non chiamando alla penitenza e alla conversione, ma semplicemente smettendo di definirlo tale, Marx conclude che “ci sono persone omosessuali, diverse, queer e trans, non possono essere diversamente...”. Anzi, “non devono essere diversi! Credo che Dio cerchi la comunione con loro come con tutti gli uomini. Per me è piuttosto un peccato voler spingere gli altri fuori dalla chiesa. Chi vuole questo, dovrebbe iniziare da te stesso”. Ad andarsene.

    Al cuore dell’“etica dell’inclusività”, di cui egli si propone come araldo, c’è ovviamente il “primato dell’amore”, della “qualità delle relazioni”, che Marx spiega essere un “incontrarsi a livello degli occhi, rispetto per gli altri. Il valore dell'amore si rivela nella relazione; nel non oggettivare l'altro, nel non usarlo o umiliarlo, nell'essere leali e affidabili gli uni con gli altri”. Era già successo al Sinodo sulla famiglia, dove l’adulterio diventava magicamente un atto di amore, purché la relazione fosse stabile. E infatti, Marx sottolinea l’importanza di benedire le unioni tra divorziati risposati che tra persone omosessuali – benedizione che confessa di aver concesso “alcuni anni fa a Los Angeles, dopo una Messa in cui avevo predicato sull'unità e la diversità”.

    E poi la famosa affermazione che “il catechismo non è scolpito nella pietra”, che pertanto “si può anche mettere in dubbio”. Marx ricorda delle discussioni “al sinodo della famiglia, ma c'era una certa riluttanza a scrivere qualcosa. Già allora, uno molto conservatore mi ha chiesto come mi sarei posto riguardo all'omosessualità. Gli ho detto: le persone vivono in una relazione d'amore intima che ha anche una forma di espressione sessuale. E vogliamo dire che non vale niente?”. Da qui, la trasformazione del male reale in bene possibile, portata avanti da Fumagalli & C. “Certo – prosegue Marx - ci sono persone che vogliono che la sessualità si limiti alla procreazione, ma cosa dicono delle persone che non possono avere figli?”, dimostrando così di aver capito meno di zero dell’insegnamento della Chiesa, che egli, da pastore, dovrebbe accogliere e custodire, senza affannarsi troppo per “farlo progredire”, dal momento che non lo ha nemmeno compreso. Evidentemente negli “anni precedenti”, quelli in cui egli non si sentiva libero, Marx taceva per opportunismo, rivestito del manto dell’agnello, per nascondere il pelo del lupo.

    Ovviamente non poteva mancare il suo appoggio all’apertura al clero uxorato: “Non crollerà tutto quando ci saranno sacerdoti celibi e sposati. Ciò è dimostrato osservando altre chiese”. Ed anche su questo tema, emerge una falsità tenuta sottocoperta per anni. All’intervistatore che gli domanda se per lui era stato un problema decidersi per il celibato, prima dell’ordinazione, Marx risponde: “All'epoca, avevamo sorriso tutti sulla formula che il nostro anno di ordinazione doveva firmare: "Volentieri accolgo il celibato". Ma eravamo uniti anche dal pensiero che la chiamata al sacerdozio è la cosa più grande e più bella che si poteva immaginare per noi”.

    Infine, il Cardinale Marx svela quale sia la reale finalità del Sinodo sulla sinodalità, esponendo una singolare posizione sul ruolo del successore di Pietro: “La chiesa universale è composta da chiese particolari in diverse culture. Il Papa è il fondamento dell'unità. Ciò significa che deve assicurarsi che tutti rimangano in dialogo tra loro. Questo è un vivace processo di discussione che è cruciale per l'ulteriore sviluppo della Chiesa”. Il Papa come vincolo dei dialoganti, dove poi ogni chiesa locali si arrangia come può e come vuole, magari proprio sul tema LGBT, purché resti in dialogo.

    Attribuzione immagineDermot Roantree - Own work, CC BY-SA 4.0, by Wikipedia.

     

    Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 4 Marzo 2022.

  • La Chiesa sempre più arcobaleno?

     

     

    di Federico Catani

    Quattro figure stilizzate di colore arcobaleno, una abbracciata all’altra, con l’apri-fila che afferra una croce. Questo il logo del Giubileo del 2025, presentato in Vaticano lo scorso 28 giugno. Nonostante le spiegazioni fornite, l’uso dei colori dell’arcobaleno ha fatto discutere, così come l’ideatore del logo, che non è un grafico professionista, bensì un massaggiatore. In effetti, sarebbe stato meglio non dare adito ad illazioni su possibili riferimenti al movimento omosessuale. O forse no, viste le tendenze degli ultimi anni.  

    Tutto è iniziato infatti da quel «Chi sono io per giudicare?» pronunciato da papa Francesco sull’aereo che lo riportava a Roma al termine della Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro, nel luglio 2013. Ad essere sinceri, la domanda del Papa era inserita in un contesto ben preciso: si riferiva ad una generica persona omosessuale «che cerca il Signore e che ha buona volontà». Ma i media se ne sono serviti per annunciare il cambio di paradigma della Chiesa cattolica sull’omosessualità. D’altra parte, in Vaticano nessuno ha mai pensato di chiarire, rettificare, puntualizzare.

    Così, da allora, sul tema a regnare sovrana in casa cattolica è soprattutto la confusione, determinata da allusioni più o meno velate, pronunciamenti ambigui, frasi contraddittorie, gesti equivoci. Se è vero infatti che nulla è ancora cambiato nel Catechismo, e se è noto che la Congregazione per la Dottrina della Fede nel febbraio 2021 ha vietato, con l’assenso di Francesco, la benedizione delle unioni tra persone dello stesso sesso, è però altrettanto innegabile un vero e proprio cambiamento nella prassi e nel discorso pubblico di molti esponenti della gerarchia ecclesiastica, Sommo Pontefice incluso. E nella nostra civiltà dell’immagine, un atto simbolico ha molto più peso di mille documenti scritti.

    In quasi dieci anni di pontificato bergogliano, gli esempi da citare al riguardo sono troppi. Per farsi un’idea, oltre al già citato logo, ecco di seguito alcuni fatti delle ultime settimane.

    A Bologna, arcidiocesi del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana e tra i possibili successori di Francesco, l’11 giugno è stata celebrata una Messa di ringraziamento per l’unione civile di due ragazzi omosessuali appartenenti al gruppo “In cammino”. Gruppo non proprio conforme al magistero ufficiale della Chiesa, tanto che sino all’arrivo di mons. Zuppi svolgeva le sue attività quasi clandestinamente. Nessuno ha preso le distanze da questo evento: né l’arcivescovo, né il Vaticano. Lo stesso giorno, don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova e noto per la sua amicizia con papa Bergoglio, su Facebook si è felicitato per l’unione civile tra il giornalista Rai Alberto Matano e il suo compagno. Anche in questo caso, non risulta che qualche superiore abbia rimproverato il sacerdote o chiesto una rettifica.

    Lo scorso 17 maggio, poi, in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, un parroco di Montesilvano (Pescara) ha chiesto ad una coppia lesbica di raccontare ai fedeli la propria storia d’amore.

    In Germania, il mese scorso, i 300 membri della provincia francescana di Santa Elisabetta hanno eletto come nuovo superiore padre Markus Fuhrmann, il quale poco tempo prima aveva reso pubblica la sua omosessualità: «Se io stesso sono gay, allora voglio dimostrare che posso anche far parte della Chiesa in questo ministero». A scanso di equivoci, evidentemente qui non si sta facendo riferimento alle tendenze omosessuali - che il Catechismo considera disordinate (come del resto tante altre tendenze), ma non peccaminose -, bensì alla pratica omosessuale.

    Comunque, anche questa volta, silenzio. A Coira, il vescovo Joseph Maria Bonnemain (dell’Opus Dei) il 14 giugno ha chiesto ai sacerdoti e a quanti lavorano per la diocesi di firmare un codice anti-abusi in cui, tra le altre, sono presenti frasi di questo tenore: «Rinuncio a valutazioni globalmente negative su pretesi comportamenti non biblici in materia di orientamento sessuale»; «Riconosco i diritti sessuali come diritti umani, in particolare il diritto all’autodeterminazione sessuale»; «Tralascio qualsiasi forma di discriminazione fondata su orientamento sessuale o identità». In poche parole, un attacco all’insegnamento morale della Chiesa.

    Come già detto, si potrebbero citare centinaia e centinaia di casi similari. E se si considera l’ostracismo o l’opposizione verso gruppi cattolici come Courage, che nella cura pastorale delle persone omosessuali adottano invece un approccio fedele al magistero della Chiesa, bisogna prendere atto di un’aria nuova che tira.

    Finora tutti si richiamano alla tradizione e rivendicano continuità con il passato. Sostengono che la dottrina non cambia. Eppure questa viene negata nei fatti. Come ha sempre affermato in numerose interviste, per Francesco l’importante è aprire e avviare processi. Bisogna preparare il terreno. Ecco allora che, così come per molti altri temi, pure per l’omosessualità sembra si voglia spingere i fedeli ad un “trasbordo ideologico inavvertito”, da cui aveva messo in guardia l’intellettuale brasiliano Plinio Corrêa de Oliveira già sessant’anni fa. Insomma, con il pretesto del dialogo, dell’accoglienza e della vicinanza, si punta alla accettazione, legittimazione e normalizzazione della condotta omosessuale. Dobbiamo aspettarci prossimi, rivoluzionari cambiamenti?  

    © La riproduzione è autorizzata a condizione che venga citata la fonte.

  • La cosiddetta "Don't say gay bill"* rivela le paure della sinistra che teme possa diffondersi in altri Stati

     

     

     

    di Edwin Benson

    La legislatura della Florida ha approvato una nuova legge che protegge i diritti dei genitori degli studenti, nonostante i progressisti abbiano fatto di tutto per bocciarla.

    Le sinistre hanno caricaturizzato la legislazione denominandola "Don't Say Gay Bill", con cui vogliono alludere a un presunto divieto di qualsiasi discussione in classe sull'omosessualità, anche se tale divieto si applica esclusivamente ai bambini dalla scuola materna alla terza elementare.

    Cosa dice la legge?

    Il vero nome della legge è il Parental Rights in Education Act**e descrive molto accuratamente il suo scopo. Il successo travolgente della legge la rende un modello per altri Stati. Pertanto, è opportuno esaminarla nel dettaglio. Questo riassunto è una parafrasi. Il linguaggio proprio della legge è facilmente disponibile.

    La nuova legge richiede specificamente ai sistemi scolastici di:

    - informare i genitori se c'è un cambiamento nella salute mentale, emotiva o fisica dello studente, come conseguenza dei servizi della scuola.

    - rafforzare il diritto fondamentale dei genitori a prendere decisioni riguardanti i loro figli.

    - incoraggiare e facilitare le discussioni tra gli studenti e i loro genitori su problemi di salute mentale, emotiva o fisica.

    La legge prevede anche diversi divieti specifici. In base ad essa, le scuole non possono:

    - Vietare l'accesso dei genitori ai documenti educativi e sanitari.

    - Proibire al personale scolastico di informare i genitori sulla salute o il benessere dei loro figli.

    - Incoraggiare uno studente a nascondere informazioni ai genitori.

    - Scoraggiare o proibire il coinvolgimento dei genitori in decisioni critiche.

    - Permettere istruzioni inadeguate all'età sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere.

    Come menzionato sopra, ci sono anche divieti specifici che proteggono i bambini dalla scuola materna alla terza elementare.

    Genitori contro "esperti

    Questa controversia è il capitolo più recente di un dibattito sull'educazione sessuale che ebbe origine negli anni sessanta del secolo scorso. Da una parte ci sono psichiatri, psicologi, assistenti sociali, consulenti e molti insegnanti. Essi sostengono che i bambini hanno bisogno di una guida professionale che i genitori non possono assolutamente fornire.

    Solo un gruppo si oppone a questa impressionante schiera di esperti: i genitori stessi.

    Purtroppo, è sempre stato difficile tradurre le preoccupazioni dei genitori in un'azione politica efficace. Molti genitori sono abbastanza disposti a lasciare che le scuole si occupino di questo argomento scomodo. Altri genitori, dimostrando mancanza di moralità, si associano alla rivoluzione sessuale e vanno d'accordo con le scuole. I genitori dalla mentalità tradizionale disposti ad impegnarsi per combattere il processo sono l'unica difesa rimasta. Gli esperti e i media di solito li deridono come "puritani" o "repressivi".

    Un nuovo campo di battaglia

    Tuttavia, recentemente, il baricentro si è spostato a favore dei genitori dalla mentalità tradizionale. Ci sono tre ragioni per questo cambiamento critico.

    In primo luogo, la crisi del Covid ha concentrato l'attenzione dei genitori sulle scuole. Questo fenomeno è stato ampiamente discusso altrove, quindi non richiede una spiegazione in questa sede. Basti dire che la cosiddetta educazione a distanza ha rivelato il lato oscuro dei programmi scolastici ai genitori, ai quali non è piaciuto quello che hanno visto.

    Secondo, i progressisti sono diventati più sfacciati e radicali nelle loro posizioni. Le rappresentazioni di attività sessuali illecite sono diventate più grafiche, come confermano le attuali controversie sui libri della biblioteca scolastica e questo ha giocato un ruolo. Nella sua svolta radicale, la sinistra è diventata sempre più sprezzante del ruolo dei genitori.

    Come tagliare fuori i genitori

    Un esempio è la Guida "Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender, Gender Nonconforming and Questioning Support", usata nelle scuole di Leon County (Tallahassee, Florida) che contiene quanto segue:

    D: Uno studente ha mostrato un comportamento a scuola che ha portato gli amministratori o gli insegnanti a credere che lo studente sia LGBTQ+. I genitori o i tutori legali devono essere avvisati?

    R: No. Rivelare (to out) uno studente, specialmente ai genitori, può essere molto pericoloso per la salute e il benessere dello studente. Alcuni studenti non sono in grado di rivelarsi (fare outing) a casa perché i loro genitori non accettano che le persone LGBTQ+ escano allo scoperto. Ben il 40% dei giovani senzatetto sono LGBTQ+, molti dei quali sono stati rifiutati dalle loro famiglie per essere LGBTQ+. Far uscire gli studenti allo scoperto con i loro genitori può letteralmente renderli senzatetto.

    Il messaggio è che i genitori sono sia incompetenti che pericolosi.

    Scetticismo giustificato

    Infine, ed è il terzo elemento che spiega il cambiamento in atto, la società è diventata più scettica nei confronti di questi esperti liberal, soprattutto alla luce dei disordini dell'estate del 2020 e delle loro conseguenze. Inoltre, la burocrazia della salute pubblica si è contraddetta sul Covid, ma ha trattato coloro che hanno notato le contraddizioni come nemici pubblici. I sindaci e i procuratori di alcune delle più grandi città d'America si sono apertamente schierati dalla parte dei criminali (nelle rivolte del Black Lives Matter). Il generale Milley, Capo dello Stato Maggiore congiunto, ha condannato una presunta "rabbia bianca" nell'esercito mentre invece avrebbe dovuto dirigere un ritiro ordinato dall'Afghanistan.

    I media liberali hanno anche perso credibilità negli ultimi anni perché sono stati più espliciti nel far vedere i loro pregiudizi. Come risultato, molte meno persone guardano i principali network o leggono i quotidiani. E quelli che lo fanno sono più scettici delle generazioni precedenti. Ci sono anche molte più notizie oggi che presentano altre prospettive provenienti da un diverso insieme di esperti, le quali confutano i miti liberali.

    Armi e tattiche sempre meno efficaci

    In effetti, la sinistra ha fatto della battaglia su questa legge una battaglia mediatica, usando tutti i suoi strumenti tipici. Uno di essi è quello di trasformare i genitori, che sono vittime di questo abuso, in intolleranti aggressori. Questa tattica toglie ai genitori il diritto di educare i loro figli e conferisce a questi diritti da adulti.

    La portavoce della Casa Bianca Jen Psaki si è impegnata in questa tattica aggiungendovi un elemento di “character assasination”.

    "Un disegno di legge che discriminerebbe le famiglie, i bambini, mettendo questi ultimi nella posizione di non poter ricevere il sostegno di cui hanno bisogno proprio nel momento in cui ne hanno di bisogno, è discriminatorio, è una forma di bullismo, è orribile. Voglio dire, il presidente ha parlato di questo.

    “Penso che la domanda più importante sia: perché i leader della Florida decidono che hanno bisogno di discriminare i ragazzi che sono membri della comunità LGBTQUI? Cosa li spinge a farlo? È la cattiveria? È volere che i ragazzi abbiano un momento più difficile a scuola, nelle loro comunità?".

    Tuttavia, tali tattiche intimidatorie non influenzano più il grande pubblico. Le aggressioni verbali e le insinuazioni che una volta avevano la meglio non sono più efficaci. In risposta, la sinistra diventa sempre più stridula, con l'effetto che la sua credibilità danneggiata diventa sempre più sospetta.

    Una nuova opportunità

    Man mano che il grande pubblico diventa più consapevole dei metodi della sinistra, le tattiche di quest’ultima perdono potenza. Qui c’è una grande opportunità. Nel campo dell’educazione, dal 1900 circa, i progressisti hanno fatto affidamento sull'influenza dei cosiddetti esperti. Si suppone che essi sappiano cosa sia meglio per tutti gli altri. Quella pseudo-esperienza era basata su credenziali accademiche. La società sta cominciando a vedere quanta falsità ci sia dietro quella facciata. Gli obiettivi radicali degli esperti di sinistra stanno facendo scattare campanelli d'allarme.

    È tempo di rifiutare questa agenda radicale e cercare dei leader saggi. La legge della Florida è un buon inizio. Che altri Stati possano fare la stessa cosa a partire dal suo successo.

    *Legge “Non dite gay”

    ** Legge sui diritti parentali nell'educazione

     

    Fonte:Return to Order, Marzo 2022. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.

    © La riproduzione è autorizzata a condizione che venga citata la fonte.   

  • Marx, «il catechismo non è scolpito nella pietra»

     

     

    di Tommaso Scandroglio

    «Il catechismo non è scolpito nella pietra. Si può anche dubitare di ciò che dice». Il giudizio, scolpito – questo sì – nella pietra, risulta dirompente perché emesso da un alto prelato. Si tratta del cardinal Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco, già segretario della Conferenza episcopale tedesca e membro del Consiglio dei cardinali, chiamati a consigliare Papa Francesco nel governo della Chiesa universale.

    L’aforisma eterodosso di cui sopra è riferito all’omosessualità ed è parte della recente intervista rilasciata dal porporato al settimanale SternMarx dichiara inoltre senza ambiguità che «l’omosessualità non è peccato. Ed è un comportamento cristiano quando due persone, a prescindere dal genere, si difendono a vicenda, nella gioia e nel dolore». Da qui la richiesta di un mutamento di dottrina su questa materia da parte del Catechismo della Chiesa Cattolica. Qualche tempo fa il cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente dei vescovi europei, chiese anche lui un cambio dottrinale in tema di omosessualità. Sulla stessa frequenza d’onda il sottosegretario del Sinodo dei Vescovi, suor Nathalie Becquart che il 3 aprile scorso ha tenuto una conferenza davanti a New Ways Ministry, organizzazione LGBTQ condannata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede 23 anni fa.

    Gli esempi di figure apicali nella Chiesa favorevoli all’omosessualità  potrebbero continuare a lungo. Queste posizioni sono il frutto di una dinamica che appare identica sia in ambito ecclesiale che in quello antropologico. Tentiamo di spiegarci meglio. In ambito dottrinale si è verificata da tempo un’inversione di rapporto gerarchico, sotto gli occhi di tutti e più volte analizzata, tra dottrina e pastorale. La pastorale non si ispira più alla dottrina per cercare di trovare le modalità sempre più efficaci, a seconda dei tempi e dei luoghi, per declinare nel contingente l’imperitura dottrina cattolica, per sforzarsi di sviluppare un’inculturazione dei principi di morale e fede nel transeunte, per concretare nel particolare la verità e il bene universali. Il principio cardine che ha regolato da sempre la vita della Chiesa è perciò il seguente: deve essere la pastorale a cambiare per meglio adattarsi alle circostanze, non la dottrina. Ora invece in tema di omosessualità è la dottrina che dovrebbe cambiare per adeguarsi ad una pastorale non più fedele alla dottrina di sempre della Chiesa. La pastorale subordina la dottrina e questa si deve ispirare a quella. Ciò è avvenuto gradualmente: dalla giusta accoglienza della persona omosessuale, si è passati all’obbligatoria accoglienza dell’omosessualità. La doverosa carità nei confronti delle persone omosessuali, per essere tale, deve orientare la medesima persona al vero e al bene e dunque all’abbandono delle condotte omosessuali. Invece è accaduto l’opposto: una certa pastorale omosessuale vuole confermare le persone omosex nel loro orientamento perché giudicato positivo, conforme al Vangelo. Dunque la pastorale LGBT chiede una modifica dottrinale sulla materia perché la stessa pastorale esprime già in sé una dottrina, non certo cattolica.

    Questa inversione di rapporti gerarchici tra dottrina e pastorale in ambito ecclesiale è specchio fedele di un’altra inversione di rapporti gerarchici che avviene invece tra due facoltà delle persona: l’intelletto e la volontà. Nella lezione classica di stampo aristotelico tomista, l’intelletto vede il bene e poi muove la volontà per partecipare questo stesso bene con le azioni. In questa dinamica l’intelletto e la volontà non si lasciano stornare dallE passioni contrarie all’autentico bene della persona, ma, potremmo dire, vanno dritte per la loro strada. Da secoli invece si predica una dinamica opposta: la volontà si adegua a ciò a cui la parte più sensitiva, emotiva e passionale anela, e ciò che la volontà desidera, mossa così dal piacere e dall’utile, l’intelletto lo deve qualificare come bene. Il filosofo Thomas Hobbes (1588-1679) lo spiegava con lucidità nel suo Leviatano: «Bene e male sono nomi che significano i nostri appetiti e le nostre avversioni». La ragione quindi non orienta più la volontà, ma è orientata da questa, andando a confermare, a rettificare come buono tutto ciò che è voluto, per il semplice motivo che è piacevole o utile. Prima la volontà e poi l’intelletto dunque, in analogia con quanto descritto sopra: prima la pastorale e poi la dottrina. E perciò, applicando all’omosessualità questo rapporto gerarchico che vede l’intelletto facoltà servente della volontà, le pulsioni omosessuali sperimentate come piacevoli sono assecondate dalla volontà e l’intelletto conferma il voluto, giudicandolo come un bene.

    Le uscite del cardinal Marx e di altre personalità del mondo cattolico seguono quindi questa logica argomentativa per nulla logica, questa dinamica involutiva che non è per niente nuova nel processo rivoluzionario e che, in definitiva, vuole capovolgere l’ordine del creato voluto da Dio, ribaltando, come abbiamo appuntato, il rapporto tra dottrina e pastorale e tra intelletto e volontà.

     

    Fonte: Corrispondenza Romana, 6 Aprile 2022. 

  • Papa Francesco aumenta la confusione sul peccato omosessuale

     

     

    di Luiz S. Solimeo

    Papa Francesco ha inaugurato un nuovo tipo di magistero: le interviste ai media. Nelle conversazioni rilasciate ai giornalisti affronta argomenti dottrinali complessi che richiedono precisione e chiarezza.

    "Parole talismaniche"

    I giornalisti cercano di raccogliere le sue espressioni confuse alla ricerca di frasi da trasformare in titoli per i loro organi di informazione, che poi verranno diffuse in tutto il mondo. Questi slogan potrebbero essere chiamati "parole talismaniche", nel senso spiegato dal Prof. Plinio Corrêa de Oliveira nella sua famosa opera "Trasbordo ideologico inavvertito e dialogo": "Una parola talismanica è una parola il cui significato legittimo è amichevole e, a volte, persino nobile, ma è anche una parola con una certa elasticità. Quando viene usata in modo tendenzioso, brilla di un nuovo splendore, affascinando l’ascoltatore e portandolo molto più lontano di quanto potesse immaginare”1.

    "Chi sono io per giudicare?"

    Nel 2013, il primo anno del suo pontificato, durante un'intervista con i giornalisti sull'aereo di ritorno a Roma dalla sua visita in Brasile, Papa Francesco pronunciò la famosa frase: "Chi sono io per giudicare?”2, trasformata immediatamente in un clamoroso titolo di giornale.

    Questa espressione talismanica è divenuta famosa. Caratterizza l'insegnamento del Papa sui peccati contro natura. Padre James Martin, il principale promotore del movimento omosessuale tra i gesuiti, afferma che l'espressione di Papa Francesco ha segnato "un drammatico cambiamento di tono rispetto ai papi precedenti", che di solito utilizzavano un "linguaggio condannatorio e accusatorio". "Penso che questo sia stato l'inizio dell'apertura della porta del suo pontificato alle persone LGBT"3.

    "Essere omosessuali non è un crimine"

    Quasi dieci anni dopo, l'ultima frase di Papa Francesco sull'omosessualità ha suscitato lo stesso entusiasmo nei media e nel movimento omosessuale. In una lunga intervista del 24 gennaio 2023 con Nicole Winfield dell'Associated Press, ha dichiarato che essere omosessuali non è un crimine ma un peccato. Tuttavia, gran parte dei media ha messo in evidenza solo la prima parte dell'affermazione, cioè, che l'omosessualità non è un crimine4.

    La dichiarazione viene fatta in un contesto confuso in cui l'aspetto peccaminoso dell'atto omosessuale sembra non avere una reale importanza. Guardiamo la trascrizione in spagnolo, la lingua in cui Papa Francesco ha rilasciato l'intervista. Egli afferma: "Siamo tutti figli di Dio, e Dio ci vuole così come siamo e con la forza con cui ognuno di noi lotta per la propria dignità”5.

    L'affermazione che siamo tutti figli di Dio e che, quindi, "Dio ci vuole così come siamo" è molto ambigua. Sembra insinuare che lo stato morale di una persona e lo stato gravemente peccaminoso di coloro che compiono atti omosessuali non abbiano importanza per il Creatore.

    Ora, come spiega il Catechismo del Concilio di Trento, per analogia, in quanto Creatore, Dio può essere chiamato Padre di ogni essere umano. Tuttavia, solo una persona in stato di grazia è veramente un "figlio adottivo" di Dio6.  San Giovanni è categorico: "Da questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio” (1Gv 3,10).

    D'altra parte, l'autentica dignità umana deriva dalla pratica della virtù, non del vizio. Il peccato, che è un'offesa a Dio, non dà nessuna dignità all'uomo.

    Poi viene l'affermazione tanto diffusa: "Essere omosessuali non è un crimine. Non è un crimine. Sì, ma è un peccato. Bene, prima di tutto distinguiamo il peccato dal crimine". E ha aggiunto: "Ma anche la mancanza di carità verso il prossimo è un peccato. Come vi comportate a questo proposito?”7.

    Sebbene Papa Francesco dica che l'omosessualità è un peccato, sembra insinuare che è un peccato come un altro, ad esempio, "la mancanza di carità verso il prossimo". Inoltre, nel chiedere "Come vi comportate a questo proposito?", implica che tutti peccano in un modo o nell'altro, quindi sarebbe sbagliato concentrarsi in modo particolare sugli atti omosessuali. Ma poiché la pratica della sodomia mina gravemente l'ordine morale, è stata inclusa tra quei "peccati che gridano vendetta al cielo". Secondo le Scritture, questi peccati sono l'omicidio volontario (Gen 4,10), la sodomia (Gen 19, 13), l'oppressione delle vedove e degli orfani (Es 22, 22 e sgg.) e la privazione del giusto salario ai lavoratori (Dt 24, 17 e sgg.; Gc 5, 4)"8.

    Poco dopo, ripete: "Essere omosessuali non è un crimine. È una condizione umana"9. Anche se questa frase non è chiara, Papa Francesco sembra dire che l'essere omosessuale fa parte della condizione umana e, pertanto, non può essere censurata penalmente o moralmente.

    La lettera a padre James Martin

    Tra i media a favore dell'omosessualità che hanno commentato l'intervista dell'AP c'è Outreach.Faith, un sito web cattolico LGBTQ fondato e diretto da padre James Martin10. Il noto gesuita non era soddisfatto dell'affermazione di Papa Francesco secondo cui l'omosessualità "non è un crimine" perché seguita dall'osservazione che è "un peccato". Si è affrettato a scrivere al Papa, chiedendo un chiarimento.

    Padre Martin ha chiesto al Papa: "Pensa che essere gay sia semplicemente un peccato?". Nella sua risposta scritta a mano, Papa Francesco cerca di giustificarsi per non essere stato chiaro e preciso: "In un'intervista televisiva, dove abbiamo parlato con un linguaggio naturale e colloquiale, è comprensibile che non ci siano definizioni così precise". Nell'affermare che l'omosessualità è un peccato, dice Papa Francesco, "mi riferivo semplicemente all'insegnamento morale cattolico, che afferma che ogni atto sessuale al di fuori del matrimonio è un peccato. Ovviamente, si devono tenere presenti le circostanze, che diminuiscono o annullano la colpa"11.

    Ciò che è intrinsecamente cattivo sarà sempre peccaminoso

    La morale cattolica tradizionale ha sempre sostenuto che un atto intrinsecamente cattivo non cessa di essere peccaminoso a causa delle circostanze. Giovanni Paolo II lo afferma nella sua enciclica Veritatis splendor: "Insegnando l'esistenza di atti intrinsecamente cattivi, la Chiesa accoglie la dottrina della Sacra Scrittura. L'apostolo Paolo afferma in modo categorico: «Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il Regno di Dio»” (1Cor 6, 9-10).

    Il Papa polacco prosegue: "Se gli atti sono intrinsecamente cattivi, un'intenzione buona o circostanze particolari possono attenuarne la malizia, ma non possono sopprimerla: sono atti «irrimediabilmente» cattivi, per se stessi e in se stessi non sono ordinabili a Dio e al bene della persona: «Quanto agli atti che sono per se stessi dei peccati (cum iam opera ipsa peccata sunt) — scrive sant'Agostino —, come il furto, la fornicazione, la bestemmia, o altri atti simili, chi oserebbe affermare che, compiendoli per buoni motivi (causis bonis), non sarebbero più peccati o, conclusione ancora più assurda, che sarebbero peccati giustificati?»”12.

    E la salvezza delle anime?

    Notiamo che, in questa e in altre interviste, Papa Francesco non sembra preoccuparsi dell'obiettivo proprio della Chiesa: la salvezza delle anime. Si occupa di tutto - politica, economia, ecologia - ma non menziona, quando si tratta di morale, la necessità della conversione e della pratica della virtù.

    In questa intervista, usa la parola conversione solo per riferirsi ai vescovi africani che sono favorevoli alle leggi che criminalizzano la pratica omosessuale e alla propria conversione nella lotta contro gli abusi sessuali all'interno della Chiesa. Tuttavia, non dice che le persone che compiono atti omosessuali dovrebbero convertirsi.

    Due pesi e due misure

    Nel settembre 2016, quattro cardinali, Raymond Leo Burke, Patrono del Sovrano Ordine di Malta, Walter Brandmüller, ex presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, Joachim Meisner, ex arcivescovo di Colonia, e Carlo Caffarra, ex arcivescovo di Bologna, presentarono una serie di Dubia [dubbi] a Papa Francesco su punti dottrinali trattati in modo ambiguo nell'esortazione apostolica Amoris Laetitia13. Oggi, sei anni dopo, Papa Francesco non ha ancora risposto pubblicamente a quei Dubia dei cardinali, due dei quali, Meisner e Caffarra, sono già morti.

    Tuttavia, Papa Francesco ha risposto immediatamente al dubium di p. J. Martin sul fatto che l'omosessualità sia un peccato. L'intervista all'Associated Press è stata rilasciata il 24 gennaio e p. Martin ha ricevuto la suddetta risposta scritta a mano, tanto affettuosa come confusa, alla sua domanda il 27 dello stesso mese.

    La Legge di Dio è immutabile

    L'ambiguità e la confusione dottrinale non fanno parte del magistero perenne della Chiesa. La sua guida, lo Spirito Santo, è uno "Spirito di verità" (Gv16, 13). Inoltre, come insegna il Concilio Vaticano I nel definire l'infallibilità papale, "Lo Spirito Santo infatti, non è stato promesso ai successori di Pietro per rivelare, con la sua ispirazione, una nuova dottrina, ma per custodire con scrupolo e per far conoscere con fedeltà, con la sua assistenza, la rivelazione trasmessa dagli Apostoli, cioè il deposito della fede"14.

    Nella fitta nebbia dottrinale, invochiamo Maria

    Per quanto fitte siano le nebbie con le quali la Divina Provvidenza ha misteriosamente permesso che venisse avvolta la Santa Madre Chiesa, mettendo alla prova la nostra fede in questa terribile crisi, non dimentichiamo le parole di Nostro Signore: "Io sono con voi tutti i giorni, fino alla consumazione del mondo" (Mt 28, 20).

    A Fatima, Maria Santissima ha promesso: "infine il mio Cuore Immacolato trionferà". Possa Ella concederci il coraggio e la fedeltà di attenerci al magistero perenne della Chiesa e di non lasciarci fuorviare dalle dichiarazioni confuse di Papa Francesco.

    Attribuzione immagine: © Mazur/catholicnews.org.uk, Flickr, CC BY-NC-ND 2.0.

     
    Note
    1. Plinio Corrêa de Oliveira, Unperceived Ideological Transshipment and Dialogue.
    2. Tracy Connor, “‘Who Am I to Judge?’: The Pope’s Most Powerful Phrase in 2013” NBC News, Dec. 22, 2013.
    3. How Pope Francis Is Changing the Vatican’s Tone on LGBT people” America–The Jesuit Review, consultato il 3 febbraio 2023, (4:36–38).
    4. Transcripción de la entrevista de AP con el papa Francisco” Associated Press, 25 gennaio,2023 (traduzione nostra).
    5. “Transcripción” Associated Press, 25 gennaio 2023.
    6. Vedere The Catechism of The Council of Trent (Rockford, Ill.: Tan Books and Publishers, Inc., 1982), 20–21.
    7. “Transcripción”.
    8. Dom Gregory Manise, O.S.B., s.v. “Sins That Cry to Heaven for Vengeance” in Dictionary of Moral Theology, comp. Francesco Cardinal Roberti, ed. Pietro Palazzini, trans. Henry J. Yannone (Westminster, Md.: Newman Press, 1962).
    9. “Transcripción”.
    10. D. Long-García, “‘Outreach’ Website Hopes to Inspire Online L.G.B.T. Community for Catholics” America, 2 maggio 2022.
    11. Pope Francis Clarifies Comments on Homosexuality: ‘One must consider the circumstances’” Outreach.faith, 27 gennaio 2023 (traduzione nostra).
    12. Papa Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, n. 81 (grassetti nostri).
    13. Vedere Edward Pentin, “Full Text and Explanatory Notes of Cardinals’ Questions on ‘Amoris Laetitia’: The Full Documentation Relating to the Cardinals’ Initiative, Entitled ‘Seeking Clarity: A Plea to Untie the Knots in Amoris Laetitia’” National Catholic Register, 14 novembre 2016.
    14. Costituzione Dogmatica Pastor Aeternus, Pio IX.

     

    Fonte: Return to Order, 8 Febbraio 2023.  Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.

    © La riproduzione è autorizzata a condizione che venga citata la fonte.

  • Si arriverà ad approvare il peccato di omosessualità negando la dottrina cattolica?

     

     

    di Luiz Sérgio Solimeo

    Il 28 gennaio, il quotidiano cattolico francese La Croix ha pubblicato un articolo in inglese di Robert Mickens intitolato "The First Gay Pope" (Il primo Papa gay) [1]. Sebbene Bill Clinton sia bianco - sostiene l'autore - è stato definito il "primo presidente nero" degli Stati Uniti perché ha perseguito una politica a favore dei neri. Mickens scrive: "Per molte delle stesse ragioni per cui Clinton è stato definito 'il primo presidente nero', si potrebbe sostenere che Papa Francesco meriti di essere conosciuto come il 'primo papa gay' ".

    Per Mickens, anche se Papa Francesco non ha cambiato la dottrina cattolica, "ha - in un certo senso - cambiato tutto in termini di atteggiamento e atmosfera soltanto con il suo personale approccio alle persone gay".

    Infatti, si può tentare di cambiare la dottrina cattolica con le parole, ma anche con gli atti, i gesti e gli atteggiamenti [2]. In questo senso, si può dire che Papa Francesco agisce come se la dottrina cattolica secondo cui il peccato di sodomia è "intrinsecamente malvagio" non fosse più vera.

    Tuttavia, la dottrina cattolica sul peccato di omosessualità, sull'adulterio o su qualsiasi punto di verità e morale definita non può mai cambiare. Nostro Signore è stato categorico: "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" (Marco 13, 31).

     

    La scienza non è al di sopra della rivelazione divina

    Nonostante l’affermazione di cui sopra, il cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e gesuita come Papa Francesco, ha dichiarato in una recente intervista alla KNA, l'agenzia stampa cattolica tedesca, che la Chiesa deve cambiare la sua dottrina sulle relazioni omosessuali: "Credo che il fondamento sociologico-scientifico di questo insegnamento non sia più corretto" [3].

    L'affermazione del cardinale è errata sia dal punto di vista scientifico che teologico. Da un punto di vista scientifico, nessuno ha scoperto un "gene omosessuale” che dimostri che un omosessuale “nasca così" e, quindi, che l'omosessualità sia innata [4]. Dal punto di vista teologico, la dottrina della Chiesa si basa sulla Rivelazione divina, non sulle scienze sperimentali.

    L'articolo della KNA prosegue: "Il cardinale ha detto che è tempo di una revisione fondamentale dell'insegnamento della Chiesa e ha suggerito che il modo in cui Papa Francesco ha parlato dell'omosessualità in passato potrebbe portare a un cambiamento nella dottrina".

    Il cardinale Hollerich è presidente della Commissione delle Conferenze episcopali dell'Unione europea (COMECE) e relatore generale del Sinodo dei vescovi sulla Sinodalità convocato per l’autunno 2023.

     

    Il Cammino Sinodale tedesco approva gli atti omosessuali

    Il 5 febbraio, i partecipanti al Cammino Sinodale Tedesco, foriero a livello locale di ciò che potrebbe essere il Sinodo sulla Sinodalità a livello universale, hanno approvato un documento che nega la dottrina cattolica sul peccato di omosessualità.

    Il testo sulla "Rivalutazione magisteriale dell'omosessualità"è stato approvato con 174 voti contro 22 e 7 astensioni. Propone che "i numeri 2357-2359 e 2396" del Catechismo della Chiesa Cattolica sull'omosessualità e la castità siano "rivisti". Il documento afferma inoltre che: "Allo stesso modo, i passaggi pertinenti del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 492)[5] dovrebbero essere modificati. Nel compendio, gli "atti omosessuali" devono essere rimossi dall'elenco dei "peccati gravi contro la castità’”[6].

    La sezione del Catechismo che il Cammino Sinodale tedesco vuole riformare richiama la dottrina tradizionale della Chiesa sull'omosessualità: "Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati» [CDF Persona Humana, 8]. Sono contrari alla legge naturale. In nessun caso possono essere approvati" [7].

    Cambiare queste sezioni del Catechismo significa cambiare la dottrina cattolica così come è sempre stata insegnata e praticata, basata sulla Rivelazione divina e sulla legge naturale. È equivalente a abbandonare la Chiesa cattolica e formare una nuova religione.

     

    Dio permette che i giusti siano tentati come Giobbe

    Sappiamo che la Chiesa è indefettibile e che ogni tentativo di cambiare la sua dottrina perenne o la sua struttura gerarchica è vano. Chiunque aderisca a dottrine o a una morale diversa da quella che la Chiesa ha sempre insegnato si allontana dalla Chiesa cattolica, il Corpo mistico di Cristo [8].

    Tuttavia, come Dio permise al diavolo di tentare il giusto Giobbe nell'Antico Testamento, affinché la sua fedeltà risplendesse nella prova (vedi Giobbe, 1, 6-22), così Egli permette ai cattolici di oggi di passare attraverso una grande tribolazione.

    Diversi papi cattivi hanno governato la Chiesa durante i suoi 2.000 anni di storia. Dobbiamo resistere ai papi cattivi per fedeltà e obbedienza alla Santa Madre Chiesa. Ciò nonostante, non dobbiamo mai confondere la resistenza agli errori di un papa con gli sforzi sbagliati che si fanno per abolire le legittime prerogative del papato, istituite da Nostro Signore Gesù Cristo come fondamento della Sua Chiesa (cfr. Mt 16, 18).

    Immersi in questa situazione misteriosa e apocalittica, sappiamo nel profondo del cuore che Dio è fedele e, come dice San Paolo, non permetterà tentazioni superiori alle nostre forze: “Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla” (1Cor 10, 13).

     
    Fiducia nella protezione della Madonna
    Confidando nell'amorevole sollecitudine e protezione della Beata Vergine Maria, non dubitiamo che questa prova passerà e la Chiesa tornerà a risplendere in tutto il suo splendore.
    "Mater mea, Fiducia mea!"
     
    Note

    1. Robert Mickens, “The First Gay Pope”, La Croix, Jan. 28, 2022.
    2. Cfr. Arnaldo Vidigal Xavier da Silveira, 
    Can Documents of the Magisterium of the Church Contain Errors? Can the Catholic Faithful Resist Them? trad. John R. Spann e José Aloisio A. Schelini (Spring Grove, Penn.: The American Society for the Defense of Tradition, Family and Property-TFP, 2015), 47ff.
    3. “
    Top EU Cardinal Calls for Change in Church Teaching on Gay Relationships”, National Catholic Reporter, Feb. 2, 2022.
    4. Cfr.TFP Committee on American Issues, 
    Defending A Higher Law: Why We Must Resist Same-Sex “Marriage and the Homosexual Movement (Spring Grove, Penn.: The American Defense of Tradition, Family and Property, 2004), ch. 11.
    5. Cfr. Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 492.
    6.
     „Lehramtliche Neubewertung von Homosexualität,“ Der Synodale Weg, consultato il 14 febbraio 2022.  

    7. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2357.

    8. Cfr. Luiz Sérgio Solimeo, “The Heretic Excludes Himself From the Church, ‘Being Condemned by His Own Judgment,’” TFP.org, Jul. 3, 2019.

     

    Fonte: Return to Order, Agosto 2022. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.

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  • Torna Radcliffe, la Sinodalità è sempre più arcobaleno

     

     

    di Riccardo Cascioli

    Che il Sinodo sulla Sinodalità avesse come scopo la promozione dell’agenda LGBT ecc. nella Chiesa e il sovvertimento della morale sessuale lo avevamo intuito da molto tempo (vedi qui). Ma ogni giorno che passa la faccenda si fa più evidente. L’ultima notizia è stata data il 23 gennaio dal cardinale Jean-Claude Hollerich, relatore generale del Sinodo, nel corso di una conferenza stampa: il domenicano padre Timothy Radcliffe è stato chiamato a predicare gli esercizi spirituali ai padri sinodali dall’1 al 3 ottobre, nei giorni immediatamente precedenti la sessione sinodale.

    Padre Radcliffe, ex maestro generale dell’Ordine dei Predicatori dal 1992 al 2001, è noto per le sue posizioni eterodosse e soprattutto per il suo attivismo a favore del riconoscimento dell’omosessualità nella Chiesa. Proprio le sue posizioni esibite pubblicamente avevano spinto la Santa Sede, nei due pontificati precedenti, a prenderne le distanze. Ad esempio nel 2011 intervenne papa Benedetto XVI per cancellarlo dall'elenco dei relatori all'assemblea di Caritas Internationalis. Ma con papa Francesco pian piano è ritornato in auge. È stato subito nominato consultore del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, e recentemente lo abbiamo trovato nel libro a firma di papa Francesco Secondo lo stile di Dio. Riflessioni sulla spiritualità del presbitero, in cui è stato chiamato a commentare l’intervento del pontefice sulla teologia del sacerdozio. Ora predicherà gli esercizi spirituali al Sinodo.

    E vale la pena ricordare che anche il relatore generale del Sinodo, il cardinale Hollerich, recentemente si è fatto notare soprattutto per i suoi interventi a favore della benedizione delle coppie omosessuali e del cambiamento della dottrina cattolica in fatto di relazioni tra persone dello stesso sesso (qui e qui). E in chiave Sinodo non sono certamente solo questi i segnali, basta guardare al Documento di lavoro sulla sinodalità presentato lo scorso ottobre. La direzione del Sinodo è perciò ben chiara.

    Ci manca solo qualcuno al Dicastero per la Dottrina della Fede che avalli questa indicazione che darà il Sinodo. Nel marzo 2021, infatti, il Dicastero aveva pubblicato un Responsum in cui rigettava chiaramente la possibilità di benedizione delle coppie omosessuali. Ma a questo sta evidentemente pensando papa Francesco con la probabile nomina di un altro “omosessualista”, monsignor Heiner Wilmer, alla guida del Dicastero per la Dottrina della Fede. E c’è da ritenere che anche se alla fine decidesse di soprassedere a questa nomina, a causa delle pressioni di tanti cardinali, il prescelto non sarà comunque qualcuno che metterà i bastoni tra le ruote.

    Almeno nelle intenzioni, poi si sa che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi…

    Attribuzione immagine: © Mazur/catholicnews.org.uk, CC BY-NC-ND 2.0, flick.

     

    Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 25 Gennaio 2023.