progresssti

  • Secessione in America? Oggi se ne torna a parlare

    Ecco 7 ragioni per cui la secessione non è la soluzione per gli Stati Uniti

     

     

    di James Bascom

    È dai tempi della Guerra Civile che gli Stati Uniti non sono così divisi. Ciò è evidente soprattutto in politica, ma si vede anche nella cultura, nella religione, nell'economia, nella morale, nella mentalità e nei modi di vivere. La divisione esplode nelle riunioni dei consigli scolastici del Midwest non meno che nel Congresso. A volte sfocia nella violenza, come durante le rivolte di Black Lives Matter (BLM) e Antifa del 2020.

    Spaventati da minacce altamente reali provenienti sia da folle inferocite che dall'amministrazione Biden, molti americani stanno letteralmente cercando una via d'uscita. Un numero crescente pensa che la soluzione alle nostre differenze politiche sia quella di diventare meno uniti.

    Conservatori di rilievo stanno accarezzando l’idea. Nella polemica sui brogli elettorali successiva alle elezioni del 2020, il defunto Rush Limbaugh ha detto ai suoi 20 milioni di ascoltatori che il Paese stava "andando verso la secessione".

    "Non si può andare avanti così", ha continuato. "Non può esserci una coesistenza pacifica tra due concezioni di vita, di governo, di gestione dei nostri affari completamente diverse. Non possiamo trovarci in un conflitto così grave senza che qualcosa collassi da qualche parte lungo la strada"1. Dopo aver incassato un'intensa protesta, Limbaugh ha fatto un passo indietro e ha ripetuto più volte che "non ha mai" sostenuto la secessione e che la sinistra ha travisato le sue parole.2

    Il deputato dello Stato del Mississippi Price Wallace ha twittato "[dobbiamo] uscire (sic) dall'Unione e formare il nostro proprio Paese", anche se ha subito cancellato il tweet e si è scusato. Il deputato del Kentucky Thomas Massie ha postato su Twitter la domanda: "La secessione ha mai avuto successo?" e ha poi fatto l'esempio della West Virginia.3

    Rispondendo a una domanda sul movimento di secessione del Texas all’Università Texas A&M, il senatore Ted Cruz ha risposto: "Se i Democratici eliminano l'ostruzionismo, se distruggono fondamentalmente il Paese, se riempiono la  Corte Suprema (ndt, aumentando i suoi membri con nomine di parte), se trasformano in uno Stato il Distretto Federale (Washington D.C.), se rendono federali le elezioni, se espandono in modo massiccio i brogli elettorali, potrebbe arrivare un momento in cui non ci sarà più speranza". Tuttavia, ha aggiunto che il Paese non è ancora a questo punto. "Penso che il Texas abbia una responsabilità nei confronti del Paese e non sono pronto a rinunciare all'America. Io amo questo Paese".4

    Dopo che la Corte Suprema si è rifiutata di accogliere la causa intentata dal Texas e da altri diciassette Stati, per presunti brogli elettorali durante le elezioni del 2020, l'allora presidente del GOP (Partito Repubblicano) texano, Allen West, ha protestato affermando che "forse gli Stati rispettosi della legge dovrebbero unirsi e formare una Unione di Stati che rispettano la Costituzione".5

    Il sostegno alla secessione nell'opinione pubblica è più alto che mai. Pochi mesi prima delle elezioni presidenziali del 2020, un sondaggio della Hofstra University ha rivelato che il 40% degli americani sarebbe favorevole alla secessione a seconda dei risultati delle elezioni. Un sondaggio di YouGov del giugno 2021 ha mostrato che il 37% degli americani, e il 66% dei repubblicani degli Stati del Sud, era favorevole alla secessione.6 Lo scorso settembre, un sondaggio dell'Università della Virginia ha mostrato che il 51% degli elettori di Trump e il 41% degli elettori di Biden erano favorevoli alla secessione dall’Unione degli Stati blu (democratici) e rossi (repubblicani) per formare i propri Paesi.7 

    Anche se i repubblicani sono più propensi a favorire la secessione, si tratta di un movimento bipartisan. Soprattutto quando Donald Trump era in carica, una grande percentuale di elettori democratici si è espressa a favore della divisione.

    Certo, una cosa è rispondere a un sondaggio e un'altra è compiere un atto di secessione. Per ora, è improbabile che la secessione raccolga la maggioranza dei consensi anche negli Stati più rossi o più blu. Tuttavia, il fatto che quasi la metà degli americani si dica almeno favorevole alla secessione del proprio Stato dall'Unione è profondamente preoccupante.

    Sette motivi per cui dividere gli Stati Uniti NON è una soluzione

    La secessione può sembrare una soluzione facile per uscire dalla crisi. Con le loro enormi popolazioni ed economie, sembra che Stati repubblicani come il Texas o la Florida dovrebbero solo tagliare i ponti con il governo federale e andare per la loro strada.

    Una tale idea è pericolosamente ingenua. La secessione, se realizzata, sarebbe il più grande disastro nella storia degli Stati Uniti e una vittoria per la causa del movimento progressista "woke(ndt, il marxismo culturale che oggi pervade il mondo occidentale in genere e americano in specie). Sarebbe un duro colpo per i resti della civiltà cristiana occidentale nel mondo. Ecco di seguito sette motivi per cui la secessione non è la soluzione.

    - 1) Sono pochissimi i grandi Paesi che si sono disgregati senza immani spargimenti di sangue

    Il XX secolo ha visto molti imperi e grandi Paesi disgregarsi a causa di guerre e rivoluzioni. In quasi tutti i casi, alla disgregazione sono seguite terribili guerre civili e ingenti perdite di vite umane.

    Dopo la sconfitta nella Prima Guerra Mondiale, l'Impero Austro-Ungarico, l'Impero Russo e l'Impero Ottomano si sono disgregati lungo linee etniche e politiche. Gli Stati emersi dalla loro dissoluzione, sia in Europa sia in Medio Oriente, hanno subito guerre civili, pulizie etniche e rivoluzioni comuniste. Nel libro The Vanquished: Why the First World War Failed to End  (ndt, I Vinti, perché la Prima Guerra Mondiale non riusciva a finire) lo storico Robert Gerwarth calcola che tra il 1918 e il 1924 questi conflitti causarono più di 4 milioni di vittime oltre ai 9 milioni di morti della Grande Guerra.8Le conseguenze di questi conflitti continuano a ripercuotersi sul mondo di oggi.

    Nel 1947, il governo britannico, allora in procinto di sciogliere il suo Impero, divise l’India secondo linee religiose nei moderni Paesi di India, Pakistan e Pakistan orientale (l’attuale Bangladesh). Ne seguirono violenze settarie di massa, che causarono la morte di circa 2 milioni di persone e originarono 20 milioni di rifugiati. In Africa, la dissoluzione degli imperi coloniali europei negli anni Cinquanta e Sessanta fu all’origine di guerre tribali con decine di milioni di africani uccisi. In Europa, la disgregazione della Jugoslavia fra il 1991 e il 2001 ha portato a tremendi conflitti etnici e atrocità con circa 140.000 morti.

    - 2) Abbiamo già provato a dividere gli Stati Uniti, e non è andata bene

    La disgregazione di un Paese non è un concetto estraneo agli Stati Uniti. Lo abbiamo fatto nel 1861, quando gli Stati del Sud si separarono dall'Unione. Non è andata bene. I quattro anni di guerra civile hanno lasciato 750.000 morti e divisioni sociali irrisolte che perdurano ancora oggi.

    Ciò che colpisce dei secessionisti del Sud del 1860 è la loro certezza che la secessione sarebbe riuscita con un conflitto minimo o con nessun conflitto. I sudisti ottimisti credevano che "Re Cotone" avesse reso gli Stati del Nord e l'Europa così dipendenti dal Sud da rendere impossibile una guerra. "Senza sparare un colpo, senza sguainare una spada, se ci facessero guerra, potremmo portare il mondo intero in ginocchio", disse il senatore della Carolina del Sud James Henry Hammond in un discorso del 1858, aggiungendo "no, non osate fare la guerra al cotone. Nessuna potenza sulla terra osa fargli guerra. Il cotone è il re". Secondo questa tesi, le potenze europee sarebbero certamente intervenute a favore della Confederazione. Il disprezzo sudista per la presunta mancanza di abilità di combattimento degli uomini del Nord li portò a credere che, anche se la guerra fosse arrivata, non sarebbe durata più di qualche battaglia decisiva.

    Oggi ci riesce facile ridere di questo ottimismo cieco e sciocco. Eppure molti aspiranti secessionisti odierni vantano analoghe illusioni. Per essi, la secessione sembra facile come chiudere un conto in banca. Ignorano così la dura e fredda realtà che qualsiasi atto di secessione porterebbe necessariamente alla guerra, proprio come accadde nel 1861.

    - 3) I britannici sono passati per un momento terribile per ottenere la Brexit. Per gli Stati Uniti andrebbe molto peggio

    Gli Stati Uniti del 2022 sono molto più interconnessi e interdipendenti rispetto al 1860. Il commercio interstatale è molto esteso. Nessuno Stato produce tutto il necessario per sostenersi da solo. Le inevitabili controversie sulla proprietà interstatale dei beni, sulla finanza interstatale, sul commercio, sulla proprietà delle terre federali, sui risarcimenti e su molti altri aspetti sarebbero irrisolvibili.

    La Brexit è solo un assaggio di ciò che comporterebbe una rottura americana. I britannici hanno fatto bene a lasciare l'Unione Europea. Tuttavia, dopo cinquant'anni di permanenza in essa, hanno avuto difficoltà a separarsi dal mercato comune, dall'unione doganale e dal sistema finanziario. Il dibattito su una "hard Brexit", "soft Brexit" o "no-deal Brexit" ha causato la caduta del governo di Theresa May e un'aspra polemica che ha quasi portato a un secondo referendum. Solo cinque anni dopo il referendum il primo ministro Boris Johnson è stato in grado di effettuare un ritiro completo dall'Unione Europea. Questa difficoltà esisteva nonostante il fatto che il Regno Unito, anche come Stato membro dell'Unione Europea, fosse di fatto rimasto un Paese indipendente con una moneta, leggi e sistema finanziario propri. I singoli Stati americani sono molto più interconnessi di quelli dell’Unione Europea e una simile rottura sarebbe molto più complessa.

    - 4) La maggior parte degli Stati Uniti è divisa a metà

    I secessionisti partono dal presupposto che il nemico sia geografico. Le mappe politiche americane, dove gli Stati sono convenientemente etichettati come "rossi-repubblicani" o "blu-democratici" nelle elezioni presidenziali, distorcono la realtà. Molti elettori repubblicani pensano che i progressisti e i loro sostenitori vivano per lo più in luoghi lontani come New York, l'Illinois o la California.

    Tuttavia, la maggior parte degli Stati rossi-repubblicani è divisa quasi a metà. I progressisti di estrema sinistra non vivono solo sulle coste, ma anche nella maggior parte delle strade e forse anche delle porte accanto. E questi progressisti degli Stati rossi-repubblicani stanno lavorando accanitamente per farli diventare blu-democratici.

    Il Texas e la Florida, due Stati spesso considerati i migliori candidati alla secessione, sono repubblicani per un margine appena superiore della metà. Nel 2020, Donald Trump ottenne il 52,1% dei voti in Texas, il 51,2% in Florida e appena il 50,1% in North Carolina. Quando il senatore texano Ted Cruz si è ricandidato nel 2018 contro Robert Francis "Beto" O'Roark, ha vinto per 2,6 punti percentuali, una gara incredibilmente serrata per un Texas che si presume sia rosso-repubblicano.

    Insomma, anche se il 100% degli elettori di Trump in Texas fosse d'accordo con la secessione e il 100% degli elettori di Biden non fosse d'accordo, circa il 48% dei texani sarebbe contrario a lasciare l'Unione. Non c'è modo che la secessione possa funzionare con uno Stato così diviso.

    Il probabile risultato di una fuoriuscita del Texas - o di qualsiasi altro Stato - dall'Unione sarebbe una massiccia trafila di secessioni all'interno dello Stato stesso. Come il resto della Paese, il Texas è uno Stato con aree rurali conservatrici costellato da città blu-democratiche e quindi liberal. Se il Texas si staccasse dall'Unione, cosa impedirebbe a Houston, El Paso o Austin, città dal colore blu intenso, di separarsi dal Texas? Sarebbe incoerente dire che il principio di autodeterminazione si applica ad alcune persone ma non ad altre. E se Houston si stacca dal Texas, perché le zone più repubblicane di Houston non dovrebbero separarsi da Houston? Una volta iniziata, non ci sarebbe fine alla frammentazione.

    - 5) La Sinistra da sempre vuole la distruzione degli Stati Uniti

    Uno dei principali punti di accordo dell'estrema sinistra mondiale è l'odio per gli Stati Uniti d'America. Nonostante i suoi corrotti politici, gli Stati Uniti sono ancora un simbolo di reazione conservatrice. Gli americani sono il popolo più religioso e antisocialista del mondo sviluppato. I movimenti pro-vita e pro-famiglia a livello mondiale hanno il loro fulcro negli Stati Uniti. Il Paese ha anche la reattività più significativa al terrorismo islamico.

    Dal Venezuela, Cuba e Iran alla Corea del Nord e alla Cina, per non parlare dei numerosi partiti di sinistra in tutto il mondo, la sinistra internazionale da sempre vede gli Stati Uniti come il grande nemico da abbattere. Poco dopo gli attacchi dell'11 settembre, il teologo della liberazione brasiliano Leonardo Boff riassunse la reazione dell'estrema sinistra scrivendo che "25 aerei avrebbero dovuto colpire" l’America. Quando Kabul cadde nell'agosto del 2021, la sinistra ovunque esultò nel vedere gli Stati Uniti umiliati di fronte al mondo intero. Allo stesso modo, per i nemici della civiltà occidentale, il collasso degli Stati Uniti sarebbe l’avveramento di un sogno.

    - 6) La sinistra non vuole "vivere e lasciar vivere", ma fare la guerra alla destra

    I secessionisti pensano ingenuamente che la sinistra degli Stati blu li lascerà in pace una volta che si saranno staccati dall’Unione. Niente di più sbagliato.

    Diversamente dai conservatori, i progressisti vanno in capo al mondo per imporre la loro ideologia utopica. Sono stati i progressisti a invadere Stati un tempo repubblicani come la California e la Virginia e a trasformarli in bastioni liberal. I gruppi progressisti europei e americani spendono molti soldi e sforzi per promuovere l'aborto, i "diritti" LGBT e l'ecologia radicale nei Paesi in via di sviluppo.

    Una delle massime priorità del Partito Democratico è "far diventare il Texas blu". Difatti, il Texas è pieno di attivisti radicali a favore dell'aborto ed è un campo di battaglia per il "trangenderismo" (vedi il caso James Younger). In Oklahoma, la "fibbia della Bible Belt", dal 2014 il Tempio Satanico organizza regolarmente messe nere pubbliche. In Stati del Sud molto repubblicani come la Louisiana, gli attivisti transgender si sono impegnati a fondo per promuovere le Drag Queen Story Hours (ndt, artisti omosessuali o transessuali travestiti da donna che danno lezioni ai bambini). Non sarà certo perché un Stato qualsiasi si è separato che gli attivisti dell'estrema sinistra smetteranno di lottarvi.

    - 7) La secessione non affronta le cause profonde della crisi

    La cosa più importante è che la secessione non affronta le cause profonde della crisi che sta erodendo la società americana.

    Lo sfacelo sociale, morale ed economico degli Stati Uniti è il frutto amaro di un lungo processo di Rivoluzione che da secoli mina la civiltà, consistente in una battaglia ideologica e persino spirituale per l'anima dell'umanità. Si tratta di una guerra culturale che non conosce confini. Nell'ultimo secolo, questa guerra culturale ha causato il decadimento della moralità e della pratica religiosa in tutti i Paesi del mondo. Il fatto che questi Paesi fossero nazioni sovrane non è stato di per sé sufficiente per fermare questo processo.

    E non lo farà certo la secessione. Uno Stato indipendente potrebbe approvare alcune leggi per rallentare questa Rivoluzione, ma le leggi da sole non la fermeranno. Queste nuove nazioni americane indipendenti continuerebbero a vedere la loro cultura marcire come, ad esempio, è accaduto alla Spagna e al Portogallo a metà del XX secolo.

    Senza dubbio queste nuove nazioni guarderebbero, come tutte le altre, gli stessi film debosciati di Hollywood, vedrebbero Kim Kardashian sullo stesso Instagram o indosserebbero gli stessi jeans strappati Levi's. È solo comprendendo la profondità della crisi e rifiutando la sua depravazione morale che potremo condurre una crociata culturale, pacifica e legale contro di essa e che potremo sperare di sopravvivere.

     

    Note

    1. https://thehill.com/homenews/media/529609-rush-limbaugh-says-us-trending-toward-seccession/
    2. https://www.washingtonpost.com/lifestyle/media/rush-limbaugh-trump-secession-election/2020/12/10/8889397a-3b0d-11eb-bc68-96af0daae728_story.html
    3. https://twitter.com/repthomasmassie/status/1471631926368915456?lang=en
    4. https://thehill.com/homenews/state-watch/580613-ted-cruz-wants-texas-to-secede-if-things-become-hopeless-in-the-us/
    5. https://texasgop.org/chairman-allen-wests-response-to-scotus-decision/
    6. https://thehill.com/changing-america/enrichment/arts-culture/563221-shocking-poll-finds-many-americans-now-want-to/
    7. https://centerforpolitics.org/crystalball/articles/new-initiative-explores-deep-persistent-divides-between-biden-and-trump-voters/

    8. Robert Gerwarth, The Vanquished: How the First World War Failed to End (New York: Farrar, Straus, and Giroux, 2016), p. 7-8.

     

    Fonte: Return To Order, 10 maggio 2022. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.

    © La riproduzione è autorizzata a condizione che venga citata la fonte.