La Roe V. Wade è andata, ma quale legge superiore seguirà l’America?

di John Horvat
La Roe v. Wade è morta, inizia ora la fase successiva del dibattito. Dal punto di vista morale, la decisione Dobbs1 non ha deciso nulla. Tuttavia, da un punto di vista costituzionale, ha determinato tre cose cruciali. In primo luogo, l'aborto non si trova in nessun angolo o regione di penombra della Costituzione americana. In secondo luogo, i redattori della Costituzione non avevano l'intento originario di inserire l'aborto nella legge del Paese. Infine, non esiste un diritto costituzionale all'aborto procurato.
La nuova sentenza della Corte Suprema ha anche un'immensa importanza simbolica. Sebbene non abbia vietato l'aborto, incoraggia i pro-life di tutto il mondo che attendevano questo giorno e, simmetricamente, fiacca il morale dei pro-abortisti ovunque. Da un punto di vista tattico, la decisione dimostra come il lavoro degli attivisti impegnati possa ribaltare sentenze considerate "definitive". Contro ogni previsione, questi hanno trionfato e se è successo una volta, potrebbe succedere di nuovo.
Tuttavia, nulla è stato deciso sul fatto se l'aborto procurato sia giusto o sbagliato. La Corte ha rimesso la decisione agli Stati o al legislatore federale. Un aborto in Mississippi è sbagliato quanto uno in California. La sua moralità non risulta da una determinazione geografica.
I limiti delle opinioni individuali
Giudicare se qualcosa è giusto o sbagliato non è una questione di opinione o di capriccio. Se si trattasse solo di ciò che uno pensa, tutte le opinioni avrebbero lo stesso peso. Inoltre, le opinioni cambiano con il tempo. A meno che non siano sostenute da qualcosa di più grande, le opinioni non possono determinare gli standard morali, poiché non hanno forza al di là di quella del singolo individuo.
Così, quando un uomo favorevole all'aborto, ad esempio, dichiara in modo veemente che la decisione Dobbs è sbagliata o illegittima, sta esprimendo un giudizio basato su un qualche standard che va oltre la sua (scorretta) opinione. Egli presume che essa abbia un valore universale tale da scavalcare le considerazioni personali di, per esempio, una donna che pensa che l'aborto è l’uccisione immorale di una vita innocente. Anche quella donna presume che esista un criterio in base al quale questa (corretta) sua conclusione trascende sé stessa. Pertanto, il prossimo grande dibattito sull'aborto deve riguardare lo standard morale con cui gli americani devono giudicare l'aborto procurato.
Ricorso a una legge superiore
Il vantaggio della sentenza Dobbs è che ha risolto il dilemma costituzionale stabilendo che l'aborto non si trova nella legge del paese. Tuttavia, la Corte si è rifiutata di considerare gli aspetti morali dell'aborto. Nessuna delle due parti accetta il compromesso. Le implicazioni morali dell'aborto procurato possono essere decise solo da una legge superiore.
Che ci piaccia o no, tutti seguono una legge superiore, nel senso di un insieme di regole al di sopra delle proprie opinioni. L'ordine nella società è impossibile senza una cornice che permetta alle persone di cooperare e prendere decisioni morali in favore del bene comune.
Perciò, è necessario considerare due leggi superiori. Nessuna delle due è formalmente nella legislazione nazionale. Tuttavia, queste due leggi superiori servono come una serie di criteri su cui la maggior parte degli americani basa, almeno vagamente, le proprie opinioni.
Il nocciolo del prossimo dibattito è quale di queste due leggi superiori prevarrà. È da una decisione al riguardo che dipenderà non solo la questione dell'aborto, ma anche la direzione che l'America prenderà in futuro.
L'uomo autonomo
La prima è la legge dell'individuo autonomo che aspira alla licenza assoluta. Essa è dominante nella società di oggi. Basata sul pensiero illuminista, questa legge dichiara che la legge più alta è l'interesse personale, la libertà e la gratificazione dell'individuo e costituisce la fonte di ogni moralità.
Finché gli individui non creano ostacoli agli interessi personali di un altro, ognuno è libero di impegnarsi nella ricerca di infinite possibilità, completamente libero di costruire un sé eternamente nuovo. Pertanto, l'individuo è giudice ultimo di ciò che è giusto o sbagliato.
Curiosamente, questa legge superiore è stata ben descritta nel dibattito sull'aborto nella decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti, Planned Parenthood of Southeastern Pennsylvania versus Casey. Il giudice Kennedy dichiarò allora: "Al centro della libertà c'è il diritto di definire il proprio concetto di esistenza, di significato, di universo e del mistero della vita umana".
Il problema di questa legge superiore è che non accetta confini o limitazioni. Quando la società decade, le passioni individuali esplodono e si perde il rispetto per l'interesse personale degli altri. Ben presto qualsiasi ostacolo all'autogratificazione deve essere eliminato, anche se si tratta di un bambino non ancora nato. Chiunque rifiuti l’auto-attribuzione di un pronome o l'autoidentificazione deve essere perseguito dallo Stato in quanto viola questa legge superiore.
La regola di questa legge superiore può diventare rapidamente un tiranno delle passioni disordinate che stravolgono ogni altra considerazione. Alla fine, porta all'autodistruzione, a comportamenti irrazionali e al nichilismo.
La legge che non si può non conoscere
La seconda legge superiore è quella denominata legge morale naturale e che consiste in un quadro morale oggettivo basato sulla natura delle cose, il quale rende possibile l'ordine sociale. Questa legge è la stessa per tutti i popoli, luoghi e tempi, anche se può essere espressa in modi diversi. La legge naturale esiste oggi nei deboli resti di influenza che essa ha nel diritto occidentale.
La legge naturale riconosce Dio come autore di tutta la legge che si riflette nella sua legge eterna, che San Tommaso d'Aquino afferma essere il piano razionale con cui la Sapienza di Dio ordina tutta la creazione. In questo modo, la legge acquisisce quell'autorità che non si trova nelle leggi basate sulle semplici opinioni.
San Paolo afferma che questa legge è scritta in tutti i cuori (cfr. Rm 2,15). Può essere percepita nella società dalla semplice ragione ed è ben riassunta nei Dieci Comandamenti. L'autore tomista J. Budziszewski sostiene che si tratta di un insieme di regole che governano la natura umana decaduta che "non si può non conoscere".
È in base a questa legge che la menzogna, il furto e l'omicidio, ad esempio, sono universalmente riconosciuti come sbagliati. Lo scopo della parola è quello di rivelare la verità. Pertanto, la menzogna è una violazione della natura della parola. L'applicazione di questa legge porta all'ordine e alla pace nella società.
La legge naturale si trova nella lunga tradizione americana di common law e nell'insegnamento sociale cattolico. Qualcosa del diritto naturale è espresso con vivacità dalla brillante opinione del giudice Clarence Thomas nella decisione Dobbs.
La legge è ciò che si sceglie che sia
Nel XIX secolo, la società liberale ha abbandonato la nozione di legge naturale e ha spezzato i legami giuridici con il Creatore. La modernità ha adottato una nozione positivistica del diritto che proclama l'uomo come sua fonte. Il diritto è quindi solo il risultato di accordi e convenzioni sociali che, in un modo meccanicistico, codifica azioni, costumi e procedure sviluppate nella società. In pratica, il diritto diventa ciò che i giudici dicono che sia.
Pertanto, il diritto positivo moderno pretende di essere moralmente neutrale. Tuttavia, se i giudici e i cittadini della nazione favoriscono un comportamento immorale, come nel caso dell'aborto procurato, la legge tenderà a riflettere l'ethos prevalente. Con il decadimento della società, decade anche il diritto. Il diritto non è mai neutrale, ma diventa uno strumento per imporre alla società la legge dell'individuo autonomo e in cerca di licenze.
L’imminente battaglia
La società americana si ritrova così con un sistema legale che rifiuta di definirsi moralmente. La disgregazione della società richiede invece che decisioni morali siano prese con urgenza.
La prossima fase della lotta contro l'aborto deve riguardare la battaglia per il diritto superiore. Essa si svolgerà soprattutto nella cultura, prima di riflettersi nel campo giuridico e deve consistere nel rifiutare gli effetti disastrosi della rivoluzione sessuale. Si tratta ora di ripudiare la visione individualista, autonoma e licenziosa della società, che devasta la cultura e distrugge la legge.
La decisione Dobbs ha dimostrato che gli americani desiderano la certezza morale e sono disposti a lottare per ottenerla, che essi vedono nella morte di innumerevoli bambini non nati il risultato disastroso di quell'autonomia individualista che va in cerca di licenze. Siccome tutti seguono una legge superiore, la scelta che l'America del dopo-Roe dovrà fare è la seguente: quale legge superiore scegliere?
Abbracciare la legge morale naturale di Dio è l'unico modo per tornare all'ordine.
Nota
- Dobbs v. Jackson Women's Health Organization, n. 19-1392, 597 U.S. (2022), è una decisione storica della Corte Suprema degli Stati Uniti in cui la Corte ha affermato che la Costituzione degli Stati Uniti non conferisce un diritto all'aborto e ha annullato sia le sentenze Roe v. Wade (1973) che Planned Parenthood v. Casey (1992). La decisione lascia che i diritti o le restrizioni all'aborto siano definiti a livello statale (fonte wikipedia).
Fonte: Tfp.org, 8 luglio 2022. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.
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