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All'apice della rivoluzione sessuale, perché Papa Francesco scredita chi difende la castità?

 

By La Cancillería de Ecuador Flickr" style="color: #0563c1;">Flickr - This file has been extracted from another file, CC BY-SA 2.0, Wikimeda.

 

di Luiz Sérgio Solimeo

In un momento in cui la rivoluzione sessuale è al suo apice e in cui mode, leggi e costumi favoriscono il peccato contro la castità, abbiamo un Papa che non si mostra indignato contro coloro che sono strettamente o lontanamente responsabili di questa situazione, ma piuttosto si lamenta di coloro che sostengono la dottrina della Chiesa e difendono la virtù.

Per la prima volta nella storia, un papa mostra disprezzo per coloro che sostengono la virtù della castità! È successo il 5 agosto durante il suo viaggio in Portogallo per la Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona.

"Quello che non mi piace affatto...".

La Chiesa si è sempre preoccupata di difendere la virtù angelica. Eppure, in una conversazione con i gesuiti in Portogallo, Papa Francesco ha fatto riferimento a questa cura in tono sprezzante, dicendo: “Ma quello che a me non piace affatto, in generale, è che si guardi al cosiddetto ‘peccato della carne’ con la lente d’ingrandimento, così come si è fatto per tanto tempo a proposito del sesto comandamento”.

Mentre la Chiesa ha sempre raccomandato prudenza e vigilanza in questioni così delicate, Papa Francesco ritiene che questa pratica sia come "guardare al cosiddetto 'peccato della carne' con una lente di ingrandimento". In altre parole, tale preoccupazione è un'esagerazione squilibrata, anche quando si estende al peccato omosessuale, come vedremo in seguito.

Dimenticando il monito di San Paolo agli Efesini (5,3-4),1 si riferisce ai peccati contro la castità con un'espressione così volgare che non avremmo voluto citare se non per la necessità di mostrare la profondità dell'abisso in cui si è scesi. Egli ha affermato che non ci si preoccupava di altri peccati, mentre "[i]nvece erano rilevanti i peccati sotto la cintola".2 Il contesto di questa affermazione può essere inteso nel senso che i peccati contro la castità e, più in particolare, quelli più aberranti - i peccati contro natura - sono irrilevanti.

Omosessuali "davvero bravi" e "virtuosi", "molto impegnati nella Chiesa".

Papa Francesco stava rispondendo al gesuita João, che ha detto: "Io svolgo tutti i giorni il lavoro pastorale con giovani universitari, e tra loro ce ne sono molti davvero buoni, molto impegnati nella Chiesa, nel centro, e molto amici dei gesuiti, ma che si identificano come omosessuali".3

Si tratta di omosessuali praticanti, giacché come dice il gesuita João: "non vedono nella dottrina il modo di vivere la loro affettività, e non vedono nell’appello alla castità una chiamata personale al celibato, ma piuttosto una imposizione. Non sentono, in coscienza, che le loro relazioni sono peccaminose?.4 Inoltre afferma che: "In altri ambiti della loro vita sono virtuosi".5

L'affermazione che gli omosessuali praticanti possono essere "virtuosi in altri ambiti" non può passare inosservata. Secondo San Tommaso, il peccato mortale "allontana l'uomo da Dio, così da distruggere la carità".6 Ora, la carità "è la radice di tutte le virtù infuse, in quanto virtù". Pertanto, distruggendo la carità, il peccato mortale distrugge le virtù soprannaturali alla loro radice.7

Così, pur essendo capaci di virtù naturali, le persone che rimangono in uno stato di peccato grave contro la castità, soprattutto contro natura, diventano incapaci di praticare le virtù soprannaturali necessarie per vivere la vita cristiana della grazia. Affermare che queste persone sono "virtuose in altri ambiti" pur rimanendo in questo peccato, suona come a negare che la pratica omosessuale sia un peccato mortale.

Allo stesso modo, è un errore molto grave ammettere che gli omosessuali praticanti possono essere "molto impegnati nella Chiesa". Chi non si "impegna" nella pratica dei Comandamenti che la Chiesa sostiene può essere davvero sinceramente "impegnato nella Chiesa"?

Anche se coloro che sono in stato di peccato possono rimanere nel suo seno, essi "sono i membri morti o paralizzati della Chiesa, nei quali non scorre più la linfa vitale, come nei rami morti".8 Come disse Nostro Signore: "Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano." (Gv 15,6).

"Tutti, tutti tutti…giusti e peccatori".

Continuando, il gesuita João si chiede poi: “E come possiamo, noi, agire sotto il profilo pastorale affinché queste persone si sentano, nel loro modo di vivere, chiamate da Dio a una vita affettiva sana e che produca frutti? Possiamo riconoscere che le loro relazioni (omosessuali) hanno possibilità di aprirsi e di dare semi del vero amore cristiano, come è il bene che possono compiere, la risposta che possono dare al Signore?

Una "vita affettiva sana" in una relazione contro natura? Può una tale relazione produrre semi di "vero amore cristiano"? Papa Francesco sembra accettarlo perché, nella sua risposta, non fa la minima riserva o restrizione a quanto detto.

Al contrario, il Papa commenta la parabola del banchetto di nozze del figlio del re (Mt 22, 1-14), in cui gli invitati non vennero e il re mandò i suoi servi lungo le strade, invitando tutti a entrare nella sala del banchetto. Egli usa questa parabola per dimostrare che nella Chiesa c'è posto per tutti, indipendentemente dalla loro situazione morale: “tutti, tutti, tutti… giusti e peccatori”. In altre parole, la porta è aperta a tutti, ognuno ha il suo spazio nella Chiesa...".

Senza dubbio, tutti sono chiamati ad appartenere alla Chiesa di Dio, ma solo coloro che sono fedeli alle sue leggi e dottrine partecipano alla ricchezza delle grazie divine. Anche quanti sono in peccato mortale rimangono nella Chiesa attraverso il battesimo e la fede. Tuttavia, è come se non lo fossero perché, come abbiamo detto, sono morti alla vita della grazia. Sono membri morti della Chiesa finché non vengono riconciliati dal sacramento della penitenza.

Questa conclusione emerge molto chiaramente nella stessa parabola, qualche capitolo sotto il passo citato da papa Francesco. Lì leggiamo che il re (Nostro Signore) esaminò gli invitati e ne trovò uno senza la veste nuziale, che, secondo gli interpreti, significa privo della grazia santificante.9 Allora disse ai suoi servi: "Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori, dove ci sarà pianto e stridore di denti" (Mt 22, 13). Chiunque nella Chiesa (il banchetto) non viva secondo i suoi precetti morali e la sua dottrina, e quindi non sia in stato di grazia (non abbia la veste nuziale), non è sulla strada della salvezza ma su quella dell'inferno.

Papa Francesco è d'accordo con il cardinale Jean-Claude Hollerich

Riguardo agli omosessuali praticanti che il gesuita João ha definito "veramente bravi" e "virtuosi", Papa Francesco ha commentato: "Non bisogna essere superficiali e ingenui, obbligando le persone a cose e comportamenti per i quali non sono ancora mature, o non sono capaci". Intende dire che la Chiesa non può esigere la castità dai suoi membri, soprattutto da quelli "molto impegnati"?

Inoltre, è sconcertante verificare che egli nega che le persone siano capaci di abbandonare il peccato grave con l'aiuto della grazia e dice che sia necessario "accompagnarle" in questo stato fino a quando non saranno abbastanza "mature" per abbandonarlo. In questo egli sembra essere d'accordo con il cardinale Jean-Claude Hollerich, da lui nominato relatore generale del Sinodo. Difatti, in una recente intervista alla KNA, l'agenzia di stampa cattolica tedesca, il porporato lussemburghese ha dichiarato che la Chiesa deve cambiare la sua dottrina sulle relazioni omosessuali: "Credo che il fondamento sociologico-scientifico di questo insegnamento non sia più corretto".10

Cambiare la dottrina morale per accettare omosessuali, "transgender", ecc.

Continuando la conversazione con i suoi confratelli gesuiti, Papa Francesco afferma (sempre con quel suo modo sinuoso) che la dottrina e la morale della Chiesa "evolvono", cambiano e che "la visione della dottrina della Chiesa come un monolite è errata".11

Riguardo alla dottrina morale, afferma: "I problemi che i moralisti devono esaminare oggi sono molto seri e per affrontarli devono correre il rischio di fare dei cambiamenti, ma nella direzione che dicevo". Sebbene difatti abbia affermato che i cambiamenti dottrinali dovrebbero avvenire lungo una linea di continuità, gli esempi che fornisce vanno nella direzione opposta.

Oggi, dice, "la pena di morte è peccato. Non si può praticare, e prima non era così. ... Quindi si cambia, si cambia, ma con questi criteri". Affermare che ciò che il Magistero ha detto essere lecito è ora peccaminoso non è continuità bensì rottura con quel Magistero. Del resto, la liceità della pena di morte è stabilita dalla Scrittura, dalla Tradizione e dalla prassi della Chiesa.12

Se si può o si deve cambiare la dottrina morale della Chiesa su alcuni punti perché tale dottrina non è monolitica, allora si può fare lo stesso con la pratica omosessuale o altri peccati contro la castità. E questo potrebbe accadere, dal momento che è nota la simpatia di Papa Francesco per gli omosessuali e i "transgender".

Durante la conversazione con i gesuiti della provincia portoghese, ha raccontato di una suora che si occupa di persone "transgender": "Un giorno mi ha detto: "Le posso portarli in udienza?" "Certo!", le ho risposto: 'Perché no? E vengono sempre gruppi di donne trans".

Come già detto, nel contesto della conversazione, Papa Francesco ha screditato coloro che sostengono la virtù della castità lasciando intendere che la pratica omosessuale è considerata un peccato a causa di una malsana esagerazione. Tuttavia, questo non è ciò che la dottrina cattolica afferma in conformità con le Scritture, la Tradizione e il Magistero costante della Chiesa. Vediamo alcuni testi.

La gravità del peccato contro la castità

Soprattutto nelle Epistole ai Corinzi, l'apostolo San Paolo chiarisce molto bene la dottrina cattolica in materia: "Non v'illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio”. (1 Cor 6,9-10) Di per sé, i peccati mortali, compresi quelli contro la castità, portano all'inferno.

L'Apostolo inoltre mostra che dobbiamo praticare la castità perché i nostri corpi sono templi dello Spirito Santo e devono essere onorati come tali: “Fuggite la fornicazione. Ogni altro peccato che l'uomo commetta è fuori del corpo; ma il fornicatore pecca contro il proprio corpo. Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi. Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo.” (1 Cor 6,18-20)

Conseguenze del vizio dell'impurità

Poiché il peccato originale ha causato il disordine delle nostre tendenze e l'impulso a procreare è uno degli istinti più potenti dell'uomo, la Chiesa ha sempre compreso la necessità di vigilare il più possibile contro le tentazioni della carne per preservare la castità, praticata per amore di Dio.

Sant'Alfonso de Liguori, il principe dei moralisti cattolici, trattando del peccato di impurità, dice che "la maggior parte delle anime cade all'inferno" a causa di questo peccato.13

Da parte sua, san Gregorio Magno mostra le conseguenze nefaste del vizio dell'impurità: "Dalla concupiscenza nascono l'accecamento della mente, la sconsideratezza, l'incostanza, la precipitazione, l'amor proprio, l'odio verso Dio, l'affetto per questo mondo presente, ma anche il timore o la disperazione di quello a venire".14

Pertanto, come ogni peccato mortale, il vizio dell'impurità comporta l'odio verso Dio, alla cui legge il peccatore disobbedisce volontariamente. In questo modo, perde la lucidità, il desiderio del Cielo e si attacca a questo mondo. Come dice san Tommaso, l'impurità è uno di quei peccati capitali che causano altri peccati.15 Un esempio di come la lussuria porti ad altri peccati è il profeta Davide che si lasciò trasportare da una passione adulterina per Betsabea e finì per causare la morte di Uria, marito di questa (2 Samuele 11,12).

La castità è necessaria non solo agli individui per condurre una vita virtuosa, ma anche alla vita sociale. Senza di essa, la fedeltà nel matrimonio diventa impossibile e distrugge la famiglia, base della società. È anche causa di faide, inimicizie, omicidi, ecc.

Il Sinodo sulla sinodalità

Inevitabilmente, in questa torrenziale conversazione con i suoi confratelli gesuiti portoghesi, Papa Francesco fa riferimento al Sinodo sulla sinodalità: "È stato Paolo VI alla fine del Concilio a rendersi conto che la Chiesa cattolica aveva perso il senso della sinodalità. La parte orientale della Chiesa lo mantiene". Su questo tema raccomando un libro eccellente: Processo Sinodale: un vaso di Pandora: 100 domande e cento risposte di José Antonio Ureta e Julio Loredo de Izcue. Questo libro ben documentato mostra tutti gli errori dell'iniziativa sinodale, per cui lo raccomandiamo ai nostri lettori.16

 

 

Note

1.   “Quanto alla fornicazione e a ogni specie di impurità o cupidigia, neppure se ne parli tra voi, come si addice a santi; lo stesso si dica per le volgarità, insulsaggini, trivialità: cose tutte sconvenienti. Si rendano invece azioni di grazie!” (Ef. 5,3-4)

2.   Antonio Spadaro, S.J., "'Le acque sono state agitate': Francesco a colloquio con i gesuiti in Portogallo", La Civiltà Cattolica, 28 agosto 2023, https://www.laciviltacattolica.it/articolo/qui-lacqua-e-stata-smossa-per-bene/

3.   Idem.

4.   Idem.

5.   Idem.

6.   San Tommaso d'Aquino, Summa Theologica, I-II q. 87, a.3.

7.   Id. I-II, q. 71, a. 3.

8.   Pietro Parente, Antonio Piolanti, Salvatore Garofalo, Dictionary of Dogmatic Theology, (Milwaukee: The Bruce Publishing Company, 1951), "Members of the Church", p. 183.

9.   Cornelio a Lapide, Il Santo Vangelo secondo Matteo, Vol. II in Il grande commento di Cornelio a Lapide, p. 357.

10.               Katholische Nachrichten Agentur, "Top EU Cardinal Calls for Change in Church Teaching on Gay Relationships", National Catholic Reporter, 2 febbraio 2022, https://www.ncronline.org/news/quick-reads/top-eu-cardinal-calls-change-church-teaching-gay-relationships.

11.               Spadaro, "L'acqua è stata agitata".

12.               Cfr. Avery Cardinal Dulles, "Catholicism & Capital Punishment", First Things, 112, aprile 2001, 30-35, https://www.firstthings.com/article/2001/04/catholicism-capital-punishment.

13.               Sant'Alfonso Liguori, Theologia Moralis - Teologia morale, traduzione di Ryan Grant (Post Falls, ID: Mediatrix Press, 2017), Vol. I, Libro III, n. 413, p. 465.

14.               I Libri della Morale di San Gregorio Papa, Vol. III-Sesta Parte, Libro XXXI, 45, n. 88, http://www.lectionarycentral.com/gregorymoralia/book31.html; Summa Theologica, II-II, q. 153, a. 4.

15.               Summa Theologica, I-II, q. 3; Id. II-II, q. 153, a. 4.

16.               José Antonio Ureta e Julio Loredo de Izcue, Il processo sinodale: un vaso di Pandora: 100 domande e risposte, TFP.org, 22 agosto 2023, https://www.tfp.org/the-synodal-process-is-a-pandoras-box/.

 

FonteTfp.org, 26 Ottobre 2023. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.

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