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Ortega: “Non ho mai avuto rispetto per i vescovi”

 

 

di Raffaele Citterio

È a tutti nota l’espressione “compagni di viaggio”, coniata da Lenin, per indicare i borghesi di cui il comunismo si sarebbe servito come alleati provvisori, salvo poi scaricarli una volta si fosse affermata la rivoluzione proletaria. Per estensione, l’espressione designa qualsiasi alleato provvisorio del comunismo. Tra i “compagni di viaggio” del comunismo internazionale nel secolo XX, forse nessuno gli è stato tanto utile quanto la Teologia della liberazione, specie in America Latina.

Infatti, nessuno è stato più fedele al comunismo in America Latina quanto i “compagni” della Teologia della liberazione, compresi tanti sacerdoti, vescovi e perfino cardinali. E come li ha ripagati il comunismo? Trattandoli da “utili idioti”, salvo poi scartarli come si scartano le bucce di un limone spremuto.

Vediamo il caso paradigmatico del Nicaragua. In questo Paese centroamericano, il comunismo prese il potere nel 1979, dopo anni di sanguinosa guerriglia nella quale combatterono insieme militanti comunisti e militanti provenienti dalle Comunità ecclesiali di base, legate alla Teologia della liberazione. “Le CEB fornirono militanti e leader rivoluzionari al Frente Sandinista de Liberación Nacional”, scrive Johanes van Vugt[1]. Il risultato fu la vittoria militare del FSLN, nel luglio 1979.

Una volta al potere, il comunismo ricevette l’appoggio di molti vescovi e cardinali, e non solo in Nicaragua. Rimarrà nella storia la “Notte Sandinista” tenutasi nella Pontificia Università Cattolica di San Paolo del Brasile, sotto l’egida del cardinale Paulo Evaristo Arns, nella quale guerriglieri sandinisti, compreso il presidente Daniel Ortega, incitarono i brasiliani a prendere la via delle armi per instaurare il socialismo[2].

Ortega, questa volta per via democratica (al netto di frodi e inganni), è tornato al potere nel 2007, perpetuandosi al potere fino ai giorni nostri nel più puro stile cubano o venezuelano. Non sentendo più bisogno dell’appoggio del clero, e infischiandosene del debito di gratitudine nei loro confronti, egli ha iniziato a perseguitare preti e vescovi. L’ultimo episodio è stato il sequestro di mons. Rolando Álvarez, vescovo di Matagalpa, portato via in piena notte dagli sbirri comunisti per essersi permesso di realizzare una processione col Santissimo. Già dai primi giorni di agosto, il vescovo era sotto assedio e impossibilitato a dire Messa. Dal 2018, la Polizia e le milizie sandiniste hanno invaso diverse chiese, portando via i parroci.

Ortega non nasconde più i suoi veri sentimenti. Parlando lo scorso 16 dicembre all’Accademia di Polizia Walter Mendoza Martínez, di Managua, il dittatore è stato molto chiaro: “Io non ho mai avuto rispetto per i vescovi e per i sacerdoti. (…) Io non mi fido dei sacerdoti”[3]. Egli, tuttavia, segnala “rare eccezioni”, come Gaspar García Laviana, un sacerdote guerrigliero noto come Comandante Martín, morto in combattimento nel 1978 mentre prendeva parte a una imboscata contro una pattuglia della Guardia Nacional.

Tutto questo comporta per noi una lezione di vita spirituale: è un brutto affare scendere a patti con la Rivoluzione.

Ne fece esperienza, per esempio, Leone XIII, un Papa straordinario sotto tanti punti di vista. In un gesto noto come Ralliement, nel 1890 il Pontefice tese una mano amichevole al governo anticlericale di Francia, proibendo contestualmente ai cattolici di avversarlo. Egli sperava che il gesto fosse contraccambiato allentando la persecuzione alla Chiesa. Il risultato fu disastroso. Mentre il campo cattolico si sgretolò, il governo francese non diminuì la persecuzione. Verso la fine della sua vita, in una lettera al presidente Emile Loubet, Leone XIII dovette ammettere con amarezza il totale fallimento della sua politica dialogante.

Veramente, è un brutto affare scendere a patti con la Rivoluzione…

Attribuzione immagine: By Presidencia de la República Mexicana – FlickrCC BY 2.0 Wikimedia.

 

Note

[1] Johannes VAN VUGT, Christian Base Communities, in “The Ecumenist”, Ottawa, vol. 24, n. 1, novembre/dicembre 1985, p. 1.

[2] Si veda Plinio CORRÊA DE OLIVEIRA, Na “Noite sandinista”, incitamento à guerrilha dirigido por sandinistas “cristãos” à esquerda catolica no Brasil e na America espanhola, in “Catolicismo”, luglio-agosto 1980.

[3] “I never had respect for the bishops”, The Irish Catholic, 5 gennaio 2023.

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