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Recensione di «Rivoluzione e Contro-Rivoluzione»

 

 

di P. Tadeusz Guz*

Il libro che presentiamo è, per molti aspetti, e soprattutto in termini intellettuali e spirituali, un’opera brillante, che fornisce al lettore specifici strumenti pratici per affrontare in modo costruttivo le sfide del mondo moderno. Queste analisi e i relativi consigli sono proposti dal prof. Plinio Corrêa de Oliveira nello spirito cattolico di fedeltà all’insegnamento tradizionale del Magistero della Chiesa, anche quando è costretto a sottoporre alcune critiche giuste e fondate.

La prima parte mostra gli inizi del processo rivoluzionario, che l’autore colloca nella crisi della scienza scolastica, e la sua trasformazione nel periodo dell’umanesimo e del rinascimento. Egli segnala il “lento trionfo del neopaganesimo”, che diede come risultato “l’uomo moderno, avido di guadagni, sensuale, laico e pragmatista”. Da questo humus scaturì la Riforma protestante, che introdusse “lo spirito di dubbio, il libero esame, e l’interpretazione naturalistica della Scrittura”. Produsse anche “la rivolta contro l’autorità ecclesiastica, espressa in tutte le sette con la negazione del carattere monarchico della Chiesa universale, cioè con la rivolta contro il papato”. Sul piano morale, “il trionfo della sensualità nel protestantesimo si affermò con la soppressione del celibato ecclesiastico e con l'introduzione del divorzio”.

La comprensione della Riforma di Martino Lutero come il vero inizio della “Rivoluzione” dei tempi moderni venne proposta in precedenza, tra l’altro, da Heinrich Heine nella sua opera scritta nel 1836 in esilio a Parigi «Zur Geschichte der Religion und Philosophie in Deutschland». Heine chiama la Riforma una “rivoluzione religiosa” che provocherà ulteriori “rivoluzioni”. Questa tesi è condivisa da molti intellettuali, tra cui Leszek Kołakowski, Gustav Siewerth, Alma von Stockhausen e altri. Io stesso l’ho sostenuta in diverse sedi.

Non sorprende quindi che Corrêa de Oliveira mostri la Rivoluzione francese come “profondamente affine al protestantesimo, erede di esso e del neopaganesimo rinascimentale”. La Rivoluzione successiva sarà il comunismo di Karl Marx e Friedrich Engels, che continua ciò che Martin Lutero aveva iniziato.

La Rivoluzione, secondo l’Autore, è “fondamentalmente anticattolica”, poiché vuole distrugge “in maniera cruenta o incruenta” quella Cristianità medievale in cui, nelle parole di Leone XIII, “la filosofia del Vangelo governava gli Stati, quando la forza e la sovrana influenza dello spirito cristiano era entrata bene addentro nelle leggi, nelle istituzioni, nei costumi dei popoli, in tutti gli ordini e ragioni dello Stato; quando la Religione di Gesù Cristo posta solidamente in quell’onorevole grado, che le conveniva, traeva su fiorente all’ombra del favore dei Principi e della dovuta protezione dei magistrati; quando procedevano concordi il Sacerdozio e l’Impero, stretti avventurosamente fra loro per amichevole reciprocanza di servigi”.

La seconda parte del libro è dedicata a spiegare come contrastare queste tendenze, sempre nello Spirito di Dio, in altre parole come attuare una Contro-Rivoluzione, il cui ideale è “restaurare e promuovere la cultura e la civiltà cattolica”, come antidoto alla Rivoluzione. Così come la Contro-Riforma si è opposta alla Riforma protestante, serve una Contro-Rivoluzione che contrasti tutto il processo.

“La modernità della Contro-Rivoluzione – spiega Corrêa de Oliveira – non consiste nel chiudere gli occhi né nello scendere a patti, sia pure in proporzioni insignificanti, con la Rivoluzione. Al contrario, consiste nel conoscerla nella sua essenza invariabile e nei suoi così rilevanti elementi accidentali contemporanei, per combatterla in questi e in quella, con intelligenza, con astuzia, in modo organizzato, con tutti i mezzi leciti, e utilizzando la collaborazione di tutti i figli della luce”.

Lo scopo della Contro-Rivoluzione secondo Corrêa de Oliveira è “la restaurazione dell’Ordine. E per Ordine intendiamo la pace di Cristo nel Regno di Cristo. Ossia, la civiltà cristiana, austera e gerarchica, sacrale nei suoi fondamenti, antiugualitaria e antiliberale”.

A riguardo, l’Autore discute una serie di questioni: mostra il valore di tale atteggiamento, indica la necessità di conoscere le posizioni ideologiche degli oppositori di Dio e della Chiesa, risveglia il mondo cattolico da un torpore di passività, infonde coraggio metafisico e cristiano, mette in discussione false opinioni sulla Contro-Rivoluzione e proclama la sua “invincibilità (…) perché non vi è nulla che possa sconfiggere un popolo virtuoso e che ami veramente Dio”.

Secondo il prof. de Oliveira “il grande bersaglio della Rivoluzione è, dunque, la Chiesa, Corpo Mistico di Cristo, maestra infallibile della verità, tutrice della legge naturale e, in questo modo, fondamento ultimo dello stesso ordine temporale”. Da qui il suo costante appello a intraprendere attività controrivoluzionarie nello spirito e con la Chiesa di Cristo, perché “la Chiesa è la più grande delle forze contro-rivoluzionarie” e “l’anima stessa” della Contro-Rivoluzione.

Secondo il prof. de Oliveira, “la serena, nobile, efficacissima forza propulsiva della Contro-Rivoluzione, è necessario cercarla nel vigore spirituale che deriva all’uomo dal fatto che in lui Dio governa la ragione, la ragione domina la volontà, e questa infine domina la sensibilità”. Perciò, “la Contro-Rivoluzione ha, come una delle sue missioni più importanti, quella di ristabilire o ravvivare la distinzione fra il bene e il male, la nozione del peccato in tesi, del peccato originale, e del peccato attuale”, che la Rivoluzione ovviamente nega.

L’autore ammette anche che “la Contro-Rivoluzione oltrepassa l’ambito ecclesiastico, pur rimanendo sempre profondamente legata alla Chiesa per ciò che riguarda il Magistero e il potere indiretto di essa”, perché “lo scopo della Chiesa consiste nell’esercitare il suo potere spirituale diretto e il suo potere temporale indiretto per la salvezza delle anime”.

Nel 1976, il prof. Plinio Corrêa de Oliveira aggiunse una terza parte all’opera, intitolata “Vent’anni dopo”, integrando nuovi e interessanti concetti. Secondo il pensatore brasiliano, la terza Rivoluzione, quella socialista e comunista, ovviamente non ha fermato la sua marcia dopo il 1917. Di fatto, stiamo assistendo oggi al suo auge. Vista la “continua trasformazione” del processo rivoluzionario, è necessario mantenere l’atteggiamento cattolico e lo spirito contro-rivoluzionario per non lasciarci trascinare dalle nuove ondate rivoluzionarie.

Molto profetico un commento aggiunto nel 1992: “Quanto ai partiti comunisti delle nazioni dell’Occidente, sono ovviamente avvizziti al fracasso dei primi crolli nell’URSS. Ma già ora diversi di essi cominciano a riorganizzarsi con nuove etichette. Questo mutamento di etichetta costituisce una risurrezione? Una metamorfosi? Propendo di preferenza per quest’ultima ipotesi. Solo il futuro potrà dare certezze”.

Questa precisa intuizione del grande spirito del prof. de Oliveira trova purtroppo la sua piena realizzazione nella nostra generazione all’inizio del 21° secolo: “Se il corso del processo rivoluzionario continua a svolgersi come si è svolto fino a questo punto, è umanamente inevitabile che il trionfo generale della III Rivoluzione finisca per imporsi al mondo intero”. Bisogna stare attenti alle “metamorfosi del comunismo”, alla “guerra psicologica” e ai diversi programmi illusori di “liberalizzazione”. Sono programmi tesi a smantellare la III Rivoluzione, sostituendola con una “rivoluzione culturale” neomarxista che “tocchi tutti gli aspetti dell’esistenza umana”.

Tante strutture della Chiesa, che hanno ceduto al “progressismo”, non oppongono più una resistenza al processo rivoluzionario che, comunque, è destinato al fallimento, perché a Fatima la Madonna promise il trionfo del suo Cuore Immacolato.

Credo che la lettura di questo capolavoro del professore brasiliano sia della più alta importanza per il lettore polacco. Il suo libro è un atto di fiducia nel Signore Dio, da cu proviene la potenza della grazia e le luci e i doni dello Spirito di Dio Padre. Plinio Corrêa de Oliviera chiude l’opera con un atto di fedeltà alla Chiesa: “Credo in Unam, Sanctam, Catholicam et Apostolicam Ecclesiam, contro la quale, secondo la promessa fatta a Pietro, le porte dell’inferno non prevarranno”.

Mi sia consentito, in chiusura, di raccomandare questo brillante libro, che senza dubbio non solo arricchirà la cultura spirituale di molti lettori di lingua polacca, ma proteggerà anche molti di loro dai pericoli camuffati della corruzione delle menti e delle coscienze.

 

Brzeg Dolly, 14 marzo 2022

* Docente di filosofia presso l’Università Cattolica di Lublino

 

Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.

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