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Aborto negli Usa. L’inizio della fine?

 

 

di Samuele Maniscalco

La Corte Suprema degli Stati Uniti d’America ha iniziato ad esaminare la causa costituzionale intentata dalla Jackson Women’Health Organization contro una legge varata nel 2018 dal parlamento del Mississippi.

La norma contestata dalla sinistra vieta il ricorso all’aborto dopo la quindicesima settimana di gravidanza (eccetto emergenze mediche e gravi anomalie fetali), in contrasto con quanto stabilito nel 1992 dalla sentenza Planned Parenthood v. Casey secondo la quale, invece, l’aborto è praticabile fino a quando il feto non sia autosufficiente.

Cioè fino a sette mesi di gravidanza…

Il tema, è dunque di epocale importanza.

Dopo il dibattito generale svoltosi in aula la mattina del 1 dicembre scorso, i pro life americani hanno espresso un cauto ottimismo per una sentenza che arriverà non prima del giugno 2022.

C’è infatti la generale impressione che la famosa sentenza Roe v. Wade che nel 1973 legalizzò l’aborto, possa essere ribaltata o quantomeno limitata, con effetti a cascata sull’intero sistema abortista.

Ne sono consapevoli anche a sinistra.

Ad esempio, intervistata da Il Manifesto1, la giurista, docente e studiosa Mary Ziegler non ha nascosto il suo disappunto per una battaglia che ritiene quasi vinta dai pro life:

Personalmente credo che per Roe e Casey sarà la fine, o l’inizio della fine. Per legittimare la legge del Mississippi la Corte ha solo due possibilità: rovesciare Roe v. Wade o cambiarne il significato. […] La Corte dovrà stabilire o che la viabilità (del feto, ndr) è un parametro incostituzionale, o che non esiste un diritto a scegliere l’aborto.

Leggere l’intera intervista è estremamente interessante.

Se ne ricava infatti l’importanza di non cedere mai a compromessi su questioni fondamentali come la difesa della vita: il compromesso è infatti la moneta tipica della sinistra per trasbordare i buoni da posizioni intransigenti a posizioni sempre più blande.

Negli Stati Uniti è successo invece l’esatto contrario. E il prossimo anno, a cinquant’anni dalla legalizzazione dell’aborto, i pro life potrebbero cogliere una vittoria clamorosa.

Una cosa è comunque certa: a giugno, quale che sia la decisione della Corte, l’America sarà ancora più divisa.

E non è detto che sia un male.

 

Note

  1. Aborto negli Stati Uniti, l’inizio della fine? – Il Messaggero, 01.12.21

 

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