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Una crociata di preghiere pubbliche contro l'aborto in diverse città europee

 

Un nuovo impulso si sta soffiando in tutto il mondo, portando all'azione coloro che vedono con preoccupazione la sistematica demolizione dei valori della civiltà cristiana - Photo© JG/ADC

 

di Pita de Laia

Per sette giorni nel mese di agosto, giovani provenienti da differenti Paesi europei hanno attraversato diverse città della Germania, dei Paesi Bassi e del Belgio per difendere i valori della civiltà cristiana e per opporsi alla risoluzione del Parlamento europeo che impone l'aborto come diritto nei trattati dell'UE.

La "carovana" della TFP Student Action Europe ha organizzato manifestazioni nelle città di Aachen, Maastricht, Nijmegen, Amsterdam, Heemstede, Haarlem, L'Aia, Den Bosch, Breda e Gand.

Le manifestazioni sono consistite principalmente nella recita pubblica del Rosario, in luoghi emblematici o ad alta frequentazione, per chiedere la fine del peccato pubblico di aborto. Questo non ha lasciato indifferenti i numerosi passanti, soprattutto perché le preghiere sono state alternate dal suono di cornamuse, trombe e tamburi, in una cornice illuminata dagli stendardi e dalle cappe rosso vivo dei giovani attivisti pro-life. Durante la recita del Rosario, una buona metà di questi ultimi distribuiva un volantino dal titolo: "Dopo gli Stati Uniti, ora l'Europa - Pregate e lottate per porre fine al peccato di aborto!".

Un giovane volontario presenta le idee promosse dai membri della carovana - Photo© JG/ADC

Il volantino forniva informazioni sullo stato attuale del dibattito intorno all’aborto dopo la risoluzione della Corte Suprema degli Stati Uniti di abrogare la sentenza Roe v. Wade, indicando le seguenti intenzioni di preghiera:

"Preghiamo per i bambini ancora nel grembo materno che rischiano di essere barbaramente uccisi prima ancora di vedere la luce e di ricevere il battesimo. Preghiamo per le madri che subiscono pressioni da parte delle famiglie e delle organizzazioni sociali per abortire la vita che portano in grembo e che, molto tempo dopo, soffrono ancora delle gravi conseguenze psicologiche e fisiologiche di questo atto fatale. Preghiamo per le madri che hanno abortito e che, dopo essersi pentite, non sanno come rimediare o sono tentate dalla disperazione. Preghiamo anche per la conversione di coloro che promuovono questo infame peccato e ne traggono vantaggio professionale e finanziario, affinché, come il dottor Bernard Nathanson o Abby Johnson, diventino attivisti pro-vita. Preghiamo per le nostre nazioni, per i loro leader e legislatori, affinché, riconoscendo l'aborto come il male più grande della storia, riaffermino nella legislazione la santità della vita umana dal concepimento alla morte naturale”.

Un'opzione inevitabile tra due visioni inconciliabili

Secondo i giovani attivisti, la recita pubblica del Rosario, gli slogan cantati tra una decina e l'altra e i volantini distribuiti hanno diviso il pubblico, di cui almeno la metà li ha accolti calorosamente. Ciò ha provocato sistematicamente l'incomprensione e persino l'indignazione di piccoli gruppi di attivisti LGBT e pro-aborto, che hanno fatto ricorso a insulti, lanci di uova e aggressioni fisiche come unico argomento. Ad Amsterdam, Breda e Gand, infatti, i violenti hanno addirittura buttato giù lo striscione che indicava lo scopo della manifestazione e poi hanno aggredito fisicamente i volontari, costringendo la polizia a intervenire.

Una donna dà una vivida dimostrazione della tolleranza del movimento pro-aborto... - Photo© JG/ADC

In queste contro-dimostrazioni, la convergenza tra attiviste femministe pro-aborto e attiviste pro-LGBT era palese. Ciò è stato particolarmente scioccante a Gand, dove un gruppo di circa 200 contro-dimostranti era già presente prima dell'arrivo dei giovani della TFP Student Action Europe (certamente avvertiti dalle autorità presso le quali la manifestazione era stata registrata in precedenza). Portavano cartelli "My body my choice" (Il mio corpo, la mia scelta) alternati a bandiere arcobaleno della lobby LGBT. La piccola folla ha applaudito e gridato quando una coppia di lesbiche che attraversava le due manifestazioni si è fermata e si è baciata a lungo sulla bocca, ma anche quando una giovane madre con in braccio un bambino si è presentata con un cartello che recitava: "Il mio corpo, la mia scelta", a significare che avrebbe potuto anche ucciderlo prima che nascesse (!).

Un nuovo impulso controrivoluzionario

Ogni volta che si sono verificati questi scontri, osservatori piuttosto neutrali sono rimasti scioccati dall'aggressività del gruppo pro-aborto e si sono avvicinati ai giovani della TFP Student Action Europe per esprimere la loro ammirazione per la dignità e il coraggio di continuare a recitare il Rosario, suonare la musica e cantare gli slogan come se i contro-dimostranti non esistessero. Altri, che inizialmente erano rimasti in silenzio, hanno iniziato a rispondere alle Ave Maria del Rosario, hanno applaudito alla fine di un'esibizione musicale o hanno salutato con un cenno di approvazione gli slogan cantati con i megafoni.

La convergenza tra attiviste femministe pro-aborto e attiviste pro-LGBT è ben nota - Photo© JG/ADC

"Le persone che sono dalla parte dei non nati sono rafforzate nelle loro convinzioni vedendo giovani attivisti pro-life che manifestano e pregano per le strade senza alcun rispetto umano", spiega uno degli organizzatori.

Un nuovo vento sta infatti soffiando in tutto il mondo e sta portando all'azione coloro che vedono con preoccupazione la sistematica demolizione dei valori della civiltà cristiana. Non si fermerà di certo ai confini della Francia, un tempo patria delle crociate e dei principali movimenti controrivoluzionari della storia moderna.

 

Fonte: Avenir de la Culture, 23 agosto 2022. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.

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